BARTOLOMEO e FRANCESCO DAL POZZO

(XVI)

 

Francesco Dal Pozzo
(da S. Germano )

 

Dal Pozzo

(Del Pozzo, Delpozzo, Puteo)
(da Biella, forse originari di Alessandria)   principi di Cisterna d'Asti (1670) ; marchesi di Garessio (1643), Voghera (1612); conti di Barbaresco, Bonvicino, Briga, Diano, Neive, Perno, Ponderano, Romagnano, Viverone; baroni di Salerano; signori di Banchette, Camburzano, Ceretto, Cimena, Coggiola, Donelasco, Grinzane, Montecalvo, Olesi, Salussola, S. Germano, S. Marzano, Torrazza Coste, Vettignè; consignori di Altessano, Boione, Borriana, Borzone, Castellengo, Magnano, Pralormo, Reano, Ruffia, Strambinello, Tronzano

 

Inquartato, al 1º e 4º, d'oro alla vera di pozzo, di rosso, sostenuta da due draghi di verde, affrontati, le code accollate di sotto; al 2º e 3º, d'oro, all'aquila di nero, linguata, armata e coronata, di rosso

 

motto: IURA IN ARMIS REGNARE VIDEBIS

 

 

ANTICHI DALPOZZO DI VERCELLI - in San Germano

In un atto del 1147, 51 maggio, riscontrasi come testimonio Alberto de Puteo.

 1152 - 1159. Esso Alberto acquista beni a S. Germano; fu uno degli uomini primari della repubblica vercellese, e nel 1169 fu eletto console del comune.Nello stesso anno, addì 8 novembre, acquistò il tenimento di Roncarolo.Da questo e dai successivi suoi acquisti in sì rimota età è lecito dedurre che la sua casa fosse ben potente in ricchezze.

1170. Fu nominato credenziere (membro del consiglio),

1173, 1feb. Era dal nobile Giacomo da Bulgaro investito delle decime di S. Germano.

1174 e 1175 Acquistò dei beni nel territorio di Santià.

1178  Lo rivediamo testimonio in un atto.

Nell'antico necrologio vercellese si trova indicato il giorno di sua morte, ma non l'anno:

Januarii vn Idus obiit Albertus qui dedit vincam ebdomadarii.

Sutte Famiglie Nobiti. — Voi. III. ,<J

1187. Ugoccione fece acquisti nel territorio di S. Germano, Ottone Dal pozzo è ricordato sotto lo stesso anno.

1193. Ugoccione col suo figlio Alberto fece altri acquisti parimente nelle fini di S. Germano.

1195,apr. Notasi abitante in Vercelli nella casa di Alberto suo figlio, prossima ed altra sua casa. Acquistò beni da'signori di Cavaglià, questi pure in territorio di s. Germano.

1196, sotto li 10 febbraio. È ricordato Micheletto Dal pozzo.

1197, ultimo gennaio. Ugoccione vende alla casa degli infermi di s. Lazzaro un pezzo di terreno in Coxa, territorio vercellese.

1207. Lo stesso acquista altri beni nel suddetto territorio. 1209, 2 gennaio. Fa transazione col comune di Vercelli. 1221,9 febbraio. Riceve due pezzi nel territorio di Sandigliano ceduti dal capitolo.

Elisa, 1221,8giugno. Essa fa un'alienazione col consenso di suo figlio Marcio Dalpozzo.

Erano fratelli Marcio, Giovanni, Oberto,

Marcio, altrimenti Marcello è, ricordato sotto il 1212.

1217, 10 giugno. Alienava col nipote Enrico al card. Guala B. quanto avevano nel castello e luogo di S. Germano per 11. 02GO.

7, novembre. Va ambasciatore di Vercelli in Occimiano.

1223, 25 maggio. Aliena al comune una sua casa con la corte e l'edificio.

Sposò Sibilta, sorella di Tommaso Capella, ed ebbe figli Giacomo e Riccardo. Era morto nel 1233.

Giovanni, fratello di Marcio, era credenziere di Vercelli nel 1210, morto nel 1217.

Oberto, altro fratello del suddetto, acquistava de' beni in Roncarolo nel 1191. Troviamo poi, e non sappiam se figli di Oberto o di Giovanni, i due fratelli Enrico e Giacomo.

Giacomo vivea nel 1217.

Enrico fece divisione collo zio Marcio nel 1212 del castello di S.Giovanni. Nel 1218 insieme con lo zio fece un'alienazione.

Sotto lo stesso anno notasi una permuta tra Enrico de Putco e il Candia, Ercole Bicchieri, per cui Enrico cedeva i suoi beni nel territorio di S.Giovanni, acquistati da Oberto de Magnano e Guglielmo de Bellini Martino de Puteo era teste in Vercelli l'anno 1211, 15 ottobre.

Nel 1221,8 luglio, andò nunzio del podestà e del comune di Vercelli al compromesso de'signori Motalto.

Per ultimo Guglielmo de Puteo fu canonico di s. Andrea, ed ebbe il grado di priore nell'anno 1218, addì 14 ottobre. Non è poi certo che esso appartenga «Ila famiglia de'sopranominati.

 

  BARTOLOMEO DAL POZZO 

Della famiglia Dal Pozzo si hanno notizie sin dal Medioevo e dal Rinascimento di cui tracce e ramificazioni si estendono su quasi tutto il territorio italiano , di un ramo di questa famiglia originaria di Villanova Monferrato  ha origine Bartolomeo Dal Pozzo , trasferitosi dal paese natale a San Germano Vercellese , con la nomina di "rettore de schola". Sposa la sangermanese Agnese De Longis , dall'unione di Bartolomeo Dal Pozzo e di Agnese De Longis , nasce nel 1520 , Francesco Dal Pozzo.  Successivamente nel 1539 è stato chiamato a insegnare filosofia a Vercelli , dove fiorivano a quei tempi (siamo verso la fine del '400) le scuole di rettorica e di logica . Muore nel 1561 ed è sepolto nella Chiesa del Carmine a Vercelli.

FRANCESCO DAL POZZO 

Nasce nel 1520 e sulle orme del padre Bartolomeo , compie gli studi di medicina presso l' Università di Pavia , sotto la guida dell' anatomico-filosofo Branda Porro e sopratutto di Matteo Curzio che avrà una notevole influenza sulla sua formazione. Dopo aver soggiornato a Venezia , a Pisa e lungamente a Bologna, dove conosce Jacopo Pacini e si lega di amicizia con Bartolomeo Maggi , entrambi anatomici e chirurghi di chiara fama , ritorna a Vercelli ad esercitare la medicina , e quivi muore all'ètà di 44 anni il 29 Novembre 1564.

 Scrisse:Apologio in anatome pro Galeno contra Andream Vesalium Bruscellensem, cum praefatione in qua agit de medicinae iwven- tione; Venetiis 1562 per Franciscum de Portonariis in-8.

Dal matrimonio che contrasse colla nobile Franceschina Caccia di Novara, figlia di Luigi, non ebbe prole; ond'è che venuto a morte il 29 novembre 1564 legò i suoi beni, che or danno il reddito di oltre le 20 mila lire per fondare in Vercelli un collegio per l'istruzione ed educazione di dodici giovanetti, sei dei quali da eleggersi tra i parenti ed agnati della sua famiglia di Villanova e di Biella, e gli altri tra i vercellesi alunni di capacità per gli studi e per le arti liberali: quale collegio che fu chiamato col suo nome, venne da pochi anni riunito al convitto nazionale, e tolta persin la lapide che in di lui onore era stata eretta nel 1824 nel locale ora occupato dal detto convitto, che era la seguente :

Francisco Dalpozzo medico vercellensi, Mdlxiv cognominis collegii conditori, non immemor patria hunc posuit lapiderà Mdcccxxiv.

Al collegio Dalpozzo l'arcivescovo di Pisa Carlo Antonio Dalpozzo, diede incremento collo stabilire che alcuni luoghi nel collegio da lui fondato in quella città fossero sempre dati agli allievi del collegio Dalpozzo di Vercelli.

Nel 1531 fu esonerato dai tributi della città, e nel consulto che diedero addì 16 febbraio 1544 i dottori del collegio di leggi a richiesta del Comune per vedere se si avesse a continuargli quella esenzione, fecero presente al Comune che era in sua facoltà di far quel che gli pareva, ma che ad essi sembrava dovesse confermarsi in vista « dell'onore, decoro e maestà della città, perché non restasse negletta la disciplina de'giovani, senza culto le arti belle, se un sì dotto personaggio partisse da Vercelli. »

Esistevano pur anco queste due iscrizioni che scomparvero :

Theologo Bartholomeo Cimma qui Datpotzo cottegli rector, puerum grati* in eodem educandum Mdcclxxxix legavit, sempiterna sit pax.

Presbitero Petro Bianco — Equiti Francesco Camperà reg. copiartiTM centurioni — Givi Aloixio Villa, de hoc collegio benemerentifsirnis, perenne grati animi monumentum vi id. oct. Mdcccxxv.

Nella previsione che il collegio fosse soppresso, i beni del medesimo andassero al monistero di s. Andrea ed al convento del Carmine.

L'arcivescovo di Pisa Dalpozzo istituendo il collegio già indicato ordinava che due posti fossero sempre dati agli allievi del collegio di Vercelli.

L'ospedale maggiore di s. Andrea in testimonianza di gratitudine fece porre il ritratto di questo benefattore, dal qusle il Degregori trasse quello che presentò nella sua opera, parte II, pag. 182, della sua Storia della Letteratura Vercellese.

Fu sepolto il Dalpozzo nella cappella patronale di famiglia che esisteva nella chiesa del Carmine, nella quale cappella la di lui madre fece quattro anni dopo riporre un quadro della disputa di Gesù, dipinto da Bernadino Lanino, col seguente distico:

Qui cupit Puteus Franciscus recidere, mater
Eius nunc animae conscia fecit opus. — 1568.

Ma la vita di Francesco Dal Pozzo , pur racchiusa in un breve arco di tempo , è tutta attraversata dal dibattito che attraversa il  clima scientifico del '500 , che lo vede contrapposto al celebre anatomico belga Andrea Vesalio e Matteo Curzio , strenuo difensore delle teorie di Galeno. Francesco dal Pozzo è ricordato a Vercelli sopratutto per aver fondato in una casa acquistata dal padre nel 1540 in prossimità dell'attuale Teatro Verdi , il Collegio Dal Pozzo.

Nel matrimonio tra Bartolomeo Dal Pozzo e la sangermanese Agnese De Longis oltre a Francesco Dal Pozzo nacquero altri tre fratelli ; Amedeo , Antonia e Caterina

Amedeo morì nubile prima di suo fratello Francesco.


Antonia sposò a' 16 giugno del 1525 Bartolomeo de Pagis di Olcenengo fu Giovanni.

Caterina sposò a'31 dicembre del 1531 Emiliano de'Noceto detto Operino, del quale era già vedova nel 1567.

 

TESTAMENTO DAL POZZO

Prevedendo pur il caso che il collegio erigendo, o per fatto del papa o del duca di Savoia ovvero del municipio di Vercelli o per qualsiasi altra ragione avesse a cessare, in tal caso gli sostituiva i canonici regolari di S. Andrea e i frati carmelitani di S. Maria. Finalmente istituiva usufruttuaria dell'intiera eredità sua madre, ancor vivente, madonna Agnese de Longis da S. Germano (Archivio dell'ospedale di S. Andrea, da copia, autenticata dal notaio Iorda del secolo XVIII.

Il collegio fiorì sino al giorno d'oggi, accresciuto da stabilimenti, anche dall'arcivescovo di Pisa Carlantonio Dalpozzo, fondatore in questa città del noto collegio puteano, e da lasciti di altri benemeriti cittadini, ma fu aggregato al collegio convitto civico, fatto che commenta pure il Dionisotti con giuste osservazioni.

Morì il Dalpozzo nello stesso anno 1564, e fu sepolto, secondo la sua disposizione, nella chiesa del Carmine, ora distrutta. Quattr'anni dopo sua madre faceva riporre un quadro della disputa di Gesù, lavoro del Lanino, con questo distico:

Qui cupit Puteus Franciscus reddere, mater

Eius nunc animae conscia fecit opus 1568. Nel 1824 nel collegio gli fu posta questa memoria, dataci pure dall'or lodato Dionisotti nei suoi scritti citati: Francisco Dalpozzo medico vercellensi MDLXIV collegii cognominis conditori non immemor patria — hunc posuit lapidem — MDCCXXIV.

Ma nel 1883 su di un cartello che serve di modiglione al busto in marmo del Dalpozzo, sulla porta d'ingresso vennegli dedicata quest'epigrafe, che deggio alla solita cortesia del collega cav. Leone: Franciscus Dal Pozzo Vercellensis cognominis collegium fundavit dictavit anno salutis MDLXIV