San Germano e le sue fortificazioni tardomedioevali

San Germano e il suo territorio a metà del 500
Dalla descrizione di viaggio che abbiamo da Lelio Pecci e Alessandro Guglielmi ambasciatori della Repubblica di Siena nel loro itinerario verso la Fiandra per interloquire presso l'imperatore Carlo V, abbiamo la più antica osservazione del territorio sangermanese ancora scevro della cultura risicola.

Nell'itinerario di Lelio Pecci Oratore in Fiandra a Carlo V imperatore nell'anno 1549 e descritto in un suo diario: ....Arrivando da Milano dopo aver fatto visita a Don Ferrante Gonzaga vicerè di Spagna della città arriviamo a Vercelli , quale fa confino al Piemonte quivi visitamo il Duca di Savoia, e allogiamo la mattina seguente: a 8 m. trovamo, San Germano, Castello; a 12 Santo Ia " è campagna tutta piana herbosa e senza arbori e macchie.

Lelio Pecci

 

Siamo nel 1547 , il governatore dello Stato di Milano Ferrante Gonzaga incarica il Capitano de l'Artiglieria Gio Maria Olgiati a visitar le terre et loci di presidio nel Piemonte. L'Olgiati nel mese di marzo visita il sito di San Germano e ne rileva la pianta delle fortificazioni aggiungendo alcune sue impressioni. Da questo rarissimo documento si possono ricavare alcune importanti considerazioni sulla configurazione del borgo alla metà del 500.

 

 

 

 

 

Annotazioni dall'originale

Santo Jermano terra jn piano circonda trabucchi 430 vel circa: da do parti li pasa una roza d'acqua la qualle abonda li fosi , però facile a levarla ; jl tereno giarino. La terra (ha ) bono principio de terragio alla parte drento ; di fora li è do fosa con uno argine jn mezo quaxi fato ; per hofendere il loco li galli il levorno da la parte verso Verselli et alsorno il contrafoso , et deteno principio de terragio drento , et a far uno cavaliero qualle ese jn fora del fianco trabucchi 6 per discoprir l'altro angollo , et etiam converia talliar parte della murallia.

Saria de fortificar Trino e Cressentino , et questo bene ruinarllo , et etiam Derxana , Cigliano et tuti li lochi et castelle ( che ) sono al circuito.

Traduzione

San Germano terra in pianura circondata da muraglia di trabucchi 430 ( circa 1300 metri ) ; da due lati circondata da una roggia d'acqua di cui abbondano i fossi , però facile da prosciugare : il terreno è ghiaioso. Esiste un terrapieno all'interno delle mura , su altri due lati le fortificazioni sono circondate da due fossi con un argine in mezzo , di per sé validi , ma facilmente superabili , dalla parte est l'argine fu tolto dai francesi durante un assedio ( 1544 ).Vi è altresì dalla parte verso Vercelli un terrapieno che esce dalle mura per 6 trabucchi ( 18 metri ) che nasconde la visuale dell'altro angolo delle mura ,  e converrebbe tagliare parte della muraglia.

Sarebbe meglio potenziare le fortificazioni di Trino e Crescentino , e abbattere le mura di san Germano , Desana e Cigliano e di tutti i luoghi vicini.

 

Il bastione sull'ingresso di San Germano nel 1600

 

Il bastione sull'ingresso di San Germano nel 1700

 Il Bastione

Il bastione all'angolo sud-occidentale del perimetro delle mura ( Zona dell'attuale caseggiato denominato "Posta vecchia") per il controllo dell'accesso al borgo dalla strada da Vercelli.

Considerazioni

Da queste informazioni che Gianmaria Olgiati ci offre dalla sua ispezione del 1547 , si deduce che il paese oltre al Castello  di cui l'Olgiati non fa menzione ; se non citando il terrapieno , su cui poggia il mastio ( ore torre campanaria , probabilmente unica torre del castello situata sul punto più elevato del paese e con funzione di torre di avvistamento e a sua volta collegato a edifici fortificati , collocati nell'attuale perimetro di Via De Amicis , Via Mentegazzi , Via Cavour e Via Cugnolio) , era anche circondato da mura tardo medioevali intervallate da 16 torri circolari a gola aperta .

Che a  San Germano ci fossero già nel sec. XIV sec.  delle notevoli mura a propria difesa era noto . Il perimetro di tale mura anche se approssimativamente non possiamo stabilirlo ma l'esistenza di queste mura è storicamente provato da una lettera  del 1476 scritta da Michele di Piemonte difensore del Castello , dalla quale apprendiamo che era stata scavata una fossa dietro le mura a da ogni capo di esse vie era stato posto un battagliere con artiglierie . tale mura senza precisare in quale stato si trovano ancora nel 1600 perchè vi sono documenti di quel periodo in cui si parla delle porte esistenti a San Germano e sono tre : la Porta Nuova che esisteva presso il Castello , la Porta Superiore che dava verso Santhià e infine la Porta del Mulino che portava verso Vercelli.

 Due erano le porte di accesso al borgo , una verso Vercelli probabilmente dotata di un bastione di muro rinforzato , l'altra porta era invece orientata verso Ivrea con ponte di attraversamento dei fossati. Il bastione era probabilmente nel 500 , l'unico dispositivi di difesa ancora valido , dopo l'avvento delle artiglierie sul teatro di guerra. Da alcune cronache dell'assalto al Borgo del 1544 da parte dei Francesi comandati dal colonnello Ludovico Birago , si viene a sapere che i bordi del fossato sono alti come la muraglia che circonda San Germano , e che  l'artiglieria stando sopra i bordi di esso può facilmente superare dette mura.

I fossati che circondavano le mura erano ricavati ; dalla fontana di Vallandrea ( nasce ai margini dell'attuale Campo Sportivo e attraversava la parte sud della muraglia ( Corso Matteotti) , la fontana di Robarello , (ancora chiamata Fossa di S.Germano verso la fine del 18° Sec. ) che circondava il borgo dalla parte Est e Nord ( Viale Ferraris e Via Circonvallazione ).

Le mura e le torri circolari erano con molta probabilità in mattoni , materiale da costruzione quasi insostituibile nelle fortificazioni dell'epoca nel vercellese e  usato già per il mastio del castello. Avvalora quest'ipotesi il non ritrovamento in loco di altri materiali dopo l'abbattimento delle mura , e l'abitudine di riutilizzare i mattoni delle fortificazioni demolite per la costruzioni di abitazioni civili.

Contrariamente alle raccomandazioni dell'Olgiati per l'abbattimento  , le mura di San Germano nel 1547 vengono mantenute e riparate , l'Olgiati ritorna a San Germano per una verifica delle strutture nel Dicembre del 1554 , e ordina alcuni lavori per la manutenzione.

Da Vercelli, il 12 agosto 1553, il commissario ducale Tommaso Valperga impose pesanti obbligazioni a Gattinara, Rovasenda, Buronzo, Mongrando, Verrone, Candelo, Valdengo, Ternengo e Cossato per i lavori da farsi alla controscarpa delle fortificazioni di S Germano; ognuna di queste comunità doveva provvedere alla costruzione di un settore di muro, doveva portare il "suo grano" ed entro «"il di de la Madona" doveva essere pronta con i suoi guastatori ("siano uomini e non putti") con "sape, badilli, ceste, barelle et pichi". Ancora il 14 ottobre il commissario ducale richiese a Candelo, Valdengo, Salussola, Cossato, Ternengo, Gattinara, Lozzolo, Recetto e Cassinale un altro contingente di guastatori per eseguire lavori di riparazione a S. Germano. Sempre Io stesso commissario ducale il 23 gennaio l554, per "la ruina accorsa alla muraglia del castello di S. Germano" chiese a vari paesi ìl solito invio di guastatori; e l' elencazione potrebbe continuare. La torre campanaria è l’unica testimonianza rimasta delle antiche fortificazioni, costituiva il mastio o torre d’angolo del castello; era completamente chiusa al piano terra e l’unica via d’accesso era la stretta poticella arcuata che appare a mezza altezza, la quale a mezzo di un piccolo ponte levatoio, di cui si intravedono ancora le tracce, era collegata con il resto della fortificazione per il cammino di ronda.