LUIGI GAZZONE  

Medico e Pittore

 

(1863-1927)  

Tutti conoscono Enzo Gazzone , uno dei maggiori pittori vercellesi del Novecento , pochi però conoscono il padre Luigi , che non solo fù come il figlio valente pittore , ma anche come uomo dalla personalità prepotente ed accattivante , dall'attività multiforme e instancabile , oltre ad essere un ottimo scrittore e un buonissimo "Ufficiale sanitario" a San Germano dal 1891 fino alla morte avvenuta a Torino nel 1927. Luigi figlio d'arte , anche il nonno da cui prese il nome era medico, nacque a Casale nel 1863 , primo di dieci figli . Il padre Vincenzo era presidente di Corte d'Appello. Luigi Gazzone fù si un ottimo medico , ma anche un uomo pieno di grande umanità , adorato dai sangermanesi poveri e stimato da quelli ricchi , ma nello stesso tempo fù un uomo pieno di allegra vitalità , scherzoso , attivo , sensibile protagonista della vita paesana , con molti interessi che sempre coltivò , ma che mai intralciarono la sua azione umanitaria dettata dalla professione liberalmente prescelta.  Aveva frequentato con successo l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, alla quale era stato ammesso appena ventenne ed era un ottimo pittore , disegnava paesaggi , nature morte , molte delle quali erano ispirate al bottino delle sue battute di caccia che sono dei piccoli gioielli.  Egli era anche un ottimo ritrattista , splendidi sono i visi di donna da lui dipinti , ed impressionante era la sua tecnica e velocità di esecuzione.  Quando seduto davanti al Caffè Perotti di San Germano , vedeva transitare un ragazzo , un vecchio, una donna , un carretto trainato dai buoi , subito su un foglio di carta incominciava a disegnare improvvisando , e la figura o il bozzetto appariva , ; un solo rammarico , raramente firmava i suoi lavori. Con riferimento ai suoi quadri di piccola dimensione , Luigi Gazzone può essere paragonato nel campo piemontese a Carlo Follini.  Nel 1906 come ci racconta "La Sesia" , il dottor Gazzone organizza addirittura una partita di tamburello , Luigi è il capitano della quadriglia sangermanese,  mentre quella di Vercelli è capitanata dal campione di scherma e giocatore della Pro ,  Visconti. Fù una partita memorabile , raccontano le cronache , vinta dalla quadriglia gazzoniana. Luigi Gazzone era anche un accanito cacciatore e giocatore di bigliardo , memorabili erano le sue battute di caccia e , le partite giocate nella sala , che fino alla chiusura avvenuta una decina di anni or sono , esisteva ancora quasi uguale al Caffè Perotti , erano occasione occasione d'incontro ed in queste partite sfoggiava

Cartolina satirica raffigurante il figlio Riccardo Gazzone

 la sua proverbiale dialettica scherzosa verso gli amici.  Era pure un appassionato di teatro cosi organizzava spettacoli nel teatro Villa a scopi benefici e sempre all'intera popolazione presentava dettagliati rendiconti finanziari.  Voleva creare nell'ex chiesa di Loreto , un teatro stabile dove dovevano recitare anche le gentili signorine Sangermanesi , il progetto fallì perchè le timide educande damigielle di un tempo , così testimonia ancotra "La Sesia" , si rifiutarono di esibirsi in pubblico per non sottoporsi ad eventuali giudizi del pubblico. Queste sono alcune sue attività , le meno impegnative, ma ben altri meriti ebbe il dottor Gazzone presso i Sangermanesi.  Egli visse ed operò in paese nel trentennio a cavallo del secolo , un periodo molto turbolento. Il paese di quasi 4500 abitanti , contava circa millesettecento mondariso e la quasi totalità degli uomini erano contadini , la cui esistenza era soltanto misera . Il Gazzone visse il dramma di questa gente , visse le lotte , visse gli scioperi , le rivolte per la conquista delle otto ore , visse la sconfitta della borghesia sangermanese e l'acquisizione del Comune da parte dei socialisti , visse gli eccessi degli scioperi del 1919-1920 e ditutto questo fù un testimone appassionato e partecipe.  Molti sono i fatti riscontrati nei giornali dell'epoca : un solo esempio ,  nel  1913 è a Torino col sindaco Pavese , il vicario Arburo dove parlò il Deabate per onorare il filosofo sangermanese G. Allievo che , dopo 60 anni lasciava l'insegnamento all'ateneo torinese.  Il Gazzone che aveva frequentato nel 1899 il corso di "Igiene pratica " per gli Ufficiali Sanitari , s'improvvisa conferenziere con proiezioni , che a quel tempo erano una rarità ,  prima nell'aula consigliare , poi divenuta insufficiente a contenere il pubblico , nell'arena Perotti , dove parla ai contadini d'igiene di tubercolosi , del tifo , di colera e di altre malattie per insegnare a loro a combatterle e a prevenirle. Le più numerose e seguite furono quelle sull'alcolismo , che divennero famose per essere state oggetto di commenti sarcastici del giornale cattolico "L'Unione" , (15 Luglio 1901) .  Girava per le cascine col calesse , portando con sè il fucile , accompagnato spesso dal carissimo amico veterinario Giuseppe Stillio , altro accanito cacciatore. Spesso era pagato in natura , con verdure dell'orto , uova , salami ocapponi a seconda del censo degli ammalati, ma quando si trattava dei più umili le sue visite erano sempre gratuite. Ecco un significativo esempio tratto da "La Risaia" dell'Aprile del 1902: " Quaranta ore di assistenza continua presso una povera donna senza mezzi , riuscendo a salvarla dagli incidenti pericolosi di un parto laboriosissimo , meritano bene una parola di lode al dottor Gazzone per dar l'onore  dovuto, unica ricompensa possibile...."  .  I "medic", così era chiamato Luigi Gazzone dai sangermanesi , tenendo per mano il figlioletto Enzo ,( nato a San Germano nel 1894) , alunno delle scuole elementari andava nelle piazze ad ascoltare i comizi dell'avvocato Modesto Cugnolio . Una svolta importante nella vita del Gazzone si ebbe nel maggio del 1915, quando a 52 anni, lascia la famiglia e San Germano, per arruolarsi volontario e prende servizio presso la Divisione di Sanità Militare a Torino, ma nel dicembre è già in territorio di guerra con il grado di capitano Medico di Complemento, quale comandante dell' ospedale da Campo 246 in Albania, dove rimane fino al settembre del 1916. Poi è a Torino alla Divisione Sanità Militare e poi ancora all' ospedale militare di Riserva di Vercelli fino al congedo avvenuto nel maggio del 1919. Nell' ottobre del 1917 era stato insignito dell'Ordine dell' Aquila Bianca con spada incrociata, inviata personalmente da S.A.R., il Principe  Reggente di Serbia, quale riconoscimento dei servizi prestati in occasione della ritirata dei Serbi in Albania. Della guerra ha lasciato un prezioso quaderno di appunti, che lo rivela quale delicato, sensibile e fine scrittore ed una parte di essi, datati Valona 1915, furono pubblicati sulla rivista " Vercelli Nobilissima", (n.3, anno I, settembre 1924), la cui copertina (Lunetta del portone d'entrata del Sant' Andrea) era stata disegnata dal figlio Enzo. Ecco quanto scrive in proposito quel grande scrittore vercellese che è Eugenio Treves, direttore della rivista, che meglio di chiunque sintetizza mirabilmente la figura di Gazzone quale medico, scrittore e disegnatore. "Il dottor Luigi Gazzone, che moltissimi conoscono valente e laborioso medico in uno dei nostri paesi, ma non molti sanno raro spontaneo artista, si è nel corso della guerra trovato a prestare volontariamente servizio sanitario anche in Albania durante l' atroce ritirata serba del 1915. Per i lettori di Vercelli Nobilissima oggi egli stralcia appunto dal suo quaderno di ricordi di allora alcune suggestive pagine e sceglie dalla sua ricca raccolta di impressioni serbe sicuramente schizzate, alcuni disegni ai quali le pagine stesse fan da commento e che i nostri lettori ammireranno"..... Il 28 ottobre del 1923 a San Germano vi è l'inaugurazione della Lapide ai Caduti, scolpita dal sangermanese Carlo Conti e Giuseppe Deabate che aveva dettato il motto (Tracciarono i solchi - Fecondateli) tenne l' orazione ufficiale. In quel tempo era di moda per la lapide ai Caduti rivolgersi al famoso scultore casalese Leonardo Bistolfi, ma giustamente i sangermanesi si rivolsero ad un compaesano, il figlio del loro amato "medic", Enzo Gazzone, e quel bellissimo mosaico formato da tessere a sfondo oro, azzurro e grigio è la sola testimonianza che la comunità sangermanese abbia di un suo figlio illustre quale è Enzo Gazzone. Quel giorno accanto a mons. Gamberoni, l' ordinario vercellese, l' arcivescovo che benedisse la lapide e il gagliardetto del P.N.F. locale , c'era Enzo Gazzone, ed in prima fila, c'era pure il padre Luigi. Di mons. Gamberoni Enzo Gazzone fece in seguito il ritratto. Luigi Gazzone, giunto inaspettato tra i sangermanesi, visse insieme a loro, comportandosi come loro, diventando uno di loro: Egli non sangermanese, sempre pensò con la mente e sempre agì col cuore dei Sangermanesi.

Il 10 Settembre 2000 l'amministrazione comunale in ricordo dell'illustre concittadino e di suo figlio , inaugurava una via del paese , che porta adesso il loro nome.  Contemporaneamente  era stata presentata , nella chiesa del Corpus Domini , una mostra di pittura che raccoglieva  alcune delle opere dei due illustri pittori , che anche nelle loro opere , hanno immortalato alcuni scorci di San Germano.

Bibliografia - Articolo di Antonio Corona del "Notiziario dell A.C.I di Vercelli -2 Sem 2000"

L'orazione funebre apparsa sul giornale "La Sesia" alla morte del Dott. Luigi Gazzone

L'ultimo giorno del 1927 fu l'ultimo della benefica , operosa , luminosa esistenza del Dott. Luigi Gazzone medico chirurgo condotto ed ufficiale sanitario da molti anni a San Germano Vercellese : tanto che poteva ormai considerarsi figlio di quella terra di risaia , che ebbe , oltre alle sue benemerenze come medico , le sue simpatie di artista elettissimo e di cacciatore entusiasta. Figlio dell'esimio magistrato il Comm,. Vincenzo Gazzone , che per moltissimi anni , presiedette la nostra Corte di Assise , il povero Gazzone , sanitario colto e studioso , aveva anima d'artista. Quasi un autodidatta nell'arte , dipingeva con una grazia ed una maestria da pittore provetto. Come un altro egregio sangermanese , Giuseppe Deabate , aveva sentita tutta la poesia della risaia , e come quegli sa renderla nel verso dolce ed armonioso , il Gazzone la rese in quei suoi quadretti luminosi , pieni di sole, che danno la precisa sensazione della piana irrigua sterminata. D'animo buono , generoso e leale , non seppe fingere mai , anche se la rude franchezza del carattere potesse nuocergli. Ma era nel tratto un gentiluomo. Amava la Patria , come amava il dovere , e quando scoppiò la grande guerra offrì al Governo il suo braccio e fu capitano medico con le nostre truppe in Albania , e rese ai resti infelici di quello che era stato l'esercito serbo servizi preziosi così da essere decorato della croce serba di cavaliere dell'Aquila bianca. Delle sue benemerenze in Albania resta il ricordo in molti schizzi a matita che sono piccoli capolavori e preziose documentazioni della guerra e dell'azione nostra a favore della Serbia. Prendiamo con cuore di amici vecchi e sinceri , la parte più viva e cordiale al lutto della dolce ed affettuosa compagna del povero perduto , signora Carlotta Biscaldi , e dei figli prof. Enzo e dott. Riccardo , che si sono divisa l'eredità intellettuale paterna , il primo come artista , il secondo come medico. Ad essi le nostre vive condoglianze.