L'antica reliquia della mano sinistra

del Beato Antonio Della Chiesa

IL CULTO

Fra i più gravi argomenti del culto immemorabile, secondo Benedetto XIV (op. cit., lib. II, cap. 25, S 9) è il collocar Reliquie fra altre Reliquie di Santi. E difatti, qual     maggiore indizio si può avere della pubblica opinione e venerazione, di quello che è il venerare un corpo esanime, tagliarne particelle, chiuderle in custodie, conservarle      religiosamente tra le Reliquie dei Santi, raccogliere i brani delle vesti, porle sul capo agli infermi, e nelle necessità invocare l'intercessione di un Beato? Se tutti non            avessero un'alta opinione della santità di lui, e se egli non fosse per comune giudizio tenuto in conto di Beato o di Santo, questo non avverrebbe di certo. Il che così              essendo, niuno dubiterà che sia veramente immemorabile il culto del Beato Antonio. Imperciocchè risulta, che, lui morto, gli fu recisa la mano sinistra, e chiusa in una       custodia d'argento fu portata a San Germano sua patria, come oggetto di divozione al popolo. Questa mano sinistra fin d'allora venne collocata tra le Reliquie dei Santi; e  nella festa del medesimo Beato si esponeva sempre alla pubblica venerazione.                                                                                                                                                            

Dall'esame giuridico fatto di questa Reliquia nell'anno 1811, colle regole usate in tali casi, dal Signor Chirurgo Antonio Franzoj, si venne a riconoscere che essa non era altro che la mano sinistra del Beato Antonio, il cui corpo realmente ne era mancante; e che quella mano gli era stata tronca subito dopo morte. Nè poteva essere altrimenti; imperciocchè sapendosi dagli Atti che il sepolcro in cui riposava il sacro corpo non era mai stato aperto , e che solo nel 1633 Monsignor Lazaro Carafini Vescovo di Como   l'aveva riconosciuto, mentre la detta mano sinistra otteneva già in San Germano pubblica venerazione, se ne deve necessariamente conchiudere, che essa era stata                amputata subito dopo morte, chiusa in una teca, e collocata tra le Reliquie dei Santi, come si vedrà appresso. Ma che altro è questo, se non un chiarissimo indizio del culto che ebbe principio fin dalla morte del Beato, cioè cento settantacinque anni prima dei Decreti di Urbano? Dalle ricerche fatte in San Germano si vede, che questa mano      molto prima del 1621 si usò esporla alla pubblica adorazione; imperciocchè nel Registro della Confraternita della Ssma Trinità trovavasi un vecchio chirografo, che             conteneva il patto stabilito l'anno 1621 tra la Confraternita medesima e il suo Cappellano, il quale, per ragione dell'uffizio suo, aveva l'obbligo di esporre, in certi                giorni      fra l'anno, la Reliquia della mano sinistra del Beato Antonio Della Chiesa; come evidentemente si conosce dal Processo che si fece in San Germano l'anno 1811, e dall'esame del chirografo stesso, che fu dai periti riconosciuto. Dal che ne consegue 1o che circa duecento cinquantaquattro anni fa, cioè nel 1621, nella Convenzione col suo Cappellano, la Confraternita della Ssma Trinità soleva incaricare il medesimo di esporre, in determinati tempi dell'anno, alla venerazione dei fedeli la sacra                   Reliquia della mano sinistra del Beato Antonio, che essa custodiva e conservava nel suo proprio Oratorio; 2o che a quella mano davasi un culto sacro eguale ad altra           Reliquia, che ivi tenevasi, di San Secondo; 3o che dal contesto della suddetta Convenzione appare, che nel 1621 si parlava del culto della mano sinistra                                 del Beato come   di    una consuetudine antica, sulla quale non p0teva farsi questione alcuna nè di diritto nè di fatto. E questo non solo conferma la pubblica                venerazione in cui si   teneva     fin dai primi tempi la medesima Reliquia; ma anche dimostra che quella venerazione continuò nel centenario anteriore ai Decreti di Urbano. Che si dovrà poi       dire del culto speciale che gli abitanti di San Germano professarono, da quel tempo sin presso il fine del secolo scorso, a tale Reliquia? Nel Processo fatto in San Germano tutti i testimoni sono concordi nell'affermarlo; e non vi ha nelle loro parole alcuna differenza, che possa essere cagione a dubitarne. Dal      che si pare chiaramente, che la       Reliquia della mano sinistra dal 1459 fu sempre avuta in grandissimo onore, e collocata tra le Reliquie degli altri Santi. E questo,           secondo la dottrina di Benedetto XIV,      è    certo argomento di culto immemorabile. Aggiungasi quel che avvenne dei frammenti delle sue vesti, i quali, essendo esposto il sacro corpo, furono dal popolo quasi    rapiti, e conservati poi con tanta riverenza, che li ponevano sugli infermi, ed il Signore operava per essi molti miracoli, come        ampiamente risulta dal Processo di Como. Per il che il Beato Antonio era da tutti invocato, e coloro che ricorrevano alla sua intercessione otteneVano grazia ed aiuto nelle loro necessità. Questa venerazione    dei    frammenti delle vesti e il loro uso nelle malattie e in altri bisogni gravi, questa frequente e generale invocazione del suo nome, altro non significano fuorchè la    comune opinione che si aveva della sua santità  ed è una valida prova del pubblico culto, che dalla sua morte andò sempre più crescendo fino a noi. Le quali cose aggiunte alla venerazione della mano sinistra, di cui è detto sopra, sono pure, secondo Benedetto XIV, altrettanti argomenti del culto   immemorabile del B. Antonio.                                                                                                                                                                                                                                          

LA RICOMPOSIZIONE DELLA RELIQUIA CON IL CORPO
La cassetta portata dallo Slàteri a San Germano conteneva bensì le ossa del Beato, ma slegate e confuse tra loro; dimodochè era mestieri l'opera di persona conoscitrice dell'arte del ricomporre i corpi, perchè si potesse formarne il Corpo del Beato Antonio. A questa ricomposizione si volse il pensiero, appena le feste ebbero fine; e fu savio avviso quello del Can. Magnaghi (23 agosto 1810) di Pavia, il quale, interrogato dallo Slàteri se non vi fosse colà persona alcuna da tanto, propose Giovanni Vitali Decano della Chiesa Pavese, che avea già lodevolmente prestata l'opera sua nella ricomposizione di altri corpi di Santi. Il Vitali, appena ne ebbe preghiera dal Parroco di San Germano, cortesemente dichiarò (25 settembre 1810) che egli accettava l'incarico di ricomporre il sacro corpo, e nello stesso tempo gli fece conoscere di quali cose avea bisogno in tal lavoro, perchè riuscisse fatto a dovere. Accennò specialmente alla necessità di renderne consapevole la Curia di Vercelli, affinchè si potesse al suo arrivo aprire la cassetta e riconoscerne il contenuto, onde mettersi tosto all'opera. Mentre si disponeva ogni cosa, per la ricomposizione del sacro Corpo, in San Germano si pensava a provvedere un'urna, nella quale si potesse poi convenientemente riporre. Pogliano Giov. Battista di Vercelli fu colui che disegnò (21 ottobre 1810) e lavorò l'urna per il Corpo del Beato;ma non fu finita nè condotta a San Germano fino al principio di marzo dell'anno seguente 1811. I fregi d'argento sull'urna furono opera dell'orefice Prinetti di Vercelli. Intanto a sollecitare sempre più ogni cosa, il Parroco di San Germano indirizzava al Vescovo di Vercelli la supplica seguente. « Monsignor Vescovo Reverend. ed Illustrissimo. «Il popolo di San Germano desidera di poter far com« porre le Ss. Ossa del Beato Antonio Chiesa, che « ha ricevute da Como. Il Sig. Can. Giov. Vitali de« cano della Chiesa Pavese, fornito di abilità per tali « composizioni è disposto a beneficare il predetto popolo « col venirvi ad eseguir l'opera bramata. Ma all'ese« cuzione di essa resta indispensabile che l'autorità di « V. S. Reverendissima divenga al dissigillamento « della Cassa autentica e da lei riconosciuta li 13 a« gosto scorso, e che vi presieda nel decorso dell'o« pera. A questo fine il sottoscritto supplica umilmente « V. S. Rev.ma a voler delegare chi munito de' « suoi sigilli assista all'apertura di detta Cassa e con« secutive traslocazioni delle S. Reliquie. – San Ger« mano li 2 ottobre 1810. Segnato Giuse Ma Spinelli « Prevo e Vico Foro supplicante. » A tale supplica tenne dietro il decreto del Vescovo di Vercelli, che qui si riporta tradotto in lingua italiana dall'originale latino. « Giovanni Battista Canaveri per grazia di Dio e « della Sede Apostolica Vescovo di Vercelli. – Vista « l'annessa supplica che ci fu presentata dal Rev. D. Giuseppe Ma Spinelli Prevosto della Chiesa Parr. « di San Germano e nostro Vicario Foraneo, e il suo « tenore attentamente considerato, col presente decreto deleghiamo l'ivi nominato Illustrissimo D. Giovanni Vitali Canonico e Decano della Chiesa Cattedrale di « Pavia, insieme al predetto Sig. Prevosto e nostro Vicario Foraneo, ordinando ai medesimi di aprire la Cassa che contiene le Sacre 0ssa e le Reliquie del Beato Antonio della Chiesa, confessore, e che fu già da noi riconosciuta, affine di unire le medesime « Sacre Ossa, e disporle giustamente a loro luogo, cosicchè ne riesca un corpo umano, da ornarsi di vesti sacre. a lui convenienti. Il qual corpo deve poi collocarsi in un'altra cassa più decente, e lavorata ed ornata maestrevolmente, da esporsi alla pubblica venerazione dei fedeli. « E siccome nella predetta Chiesa Parrocchiale di « San Germano fra le altre Sacre Reliquie, da molto tempo si conservava, ed anche ora si conserva un'altra reliquia insigne, cioè una mano dello stesso « B. Antonio chiusa in una custodia d' argento, la cui « autenticità cessò per l'avvenuta rottura dei sigilli; perciò, affinchè si possa con sicurezza giudicare, se la mano pocanzi accennata appartenga al medesimo corpo, e così essendo, si possa unire al resto del corpo e mettere a suo luogo, deputiamo e deleghiamo il Sig. Chirurgo Antonio Franzoj da Tronzano, abitante in San Germano, ordinandogli, che, fatte le debite esperienze alla presenza dei medesimi nostri delegati, si accerti della cosa, e manifesti per iscritto e con giuramento il suo parere. « Vogliamo poi che i nostri delegati facciano per « iscritto constare sia della apertura della cassa nella quale ora trovansi le Sacre Ossa, sia della visita delle medesime, e degli esperimenti che farà il detto Sig. Chirurgo, valendosi in ciò di un segretario e di due testimoni idonei. « Anche vogliamo e assolutamente comandiamo, che dal tempo dell'apertura della Cassa suddetta, il medesimo Sacro Corpo sia continuamente custodito in una camera appartata, e quando sarà necessario interrompere il lavoro del comporre e del vestire, all'avvicinarsi della notte ed anche lungo il giorno per causa di altre occupazioni, la porta della predetta camera sia diligentemente chiusa con una serratura di ferro, restandone la chiave presso l'uno o l'altro dei predetti nostri Delegati; dimodochè niuno possa entrare nella stessa camera se non alla presenza d'ambidue, o di uno almeno. E ciò affinchè venendo il tempo in cui il Sacro Corpo si debba riporre nella nuova Cassa e munire del nostro sigillo, « i medesimi delegati possano attestare della sua identità con giuramento da prestarsi nelle nostre mani. « Le quali cose - conosciute ed approvate, dopochè per mezzo del nostro Cancelliere e d'ordine nostro saranno stati apposti i sigilli ai luoghi opportuni, ci riserviamo di spedire lettere autentiche, affinchè si possa esporre alla pubblica venerazione dei fedeli. . « Così, e non altrimenti si faccia. « Vercelli, dalla nostra Cancelleria Vescovile, il gior« no dodici ottobre 1810. Segnato Giuseppe del Car« retto Vicario Generale. – E manualmente P. Giu« seppe Tarino Cancelliere. » Ottenuto dal Vescovo di Vercelli il citato decreto, si pose mano all'opera, e fu tosto chiamato da Paviail Decano Vitali per la ricomposizione del corpo, come è detto più sopra. Ma l'inverno che si avvicinava, la lontananza dei luoghi, la molta difficoltà di lungo viaggio in una stagione non buona, cagionarono una tardanza maggiore di quello che si sarebbe creduto e desiderato. Fu adunque il dì otto di marzo 1811 che il Sig. Canonico Vitali da Pavia giunse in San Germano; e nel giorno medesimo si addivenne all'aperturadella Cassa, descrizione dello stato delle SS. 0ssa, e all'esame giuridico, da cui risultò l'identità della mano sinistra che si conservava in San Germano, e per Decreto della Curia fu quindi unita al Corpo. E perchè resti memoria di tal fatto, e veggano tutti con quanta prudenza si procedette in quel caso, mi pare non affatto inutile il porre qui appresso l'intiero documento che lo riguarda, come si conserva in modo autentico nell'Archivio Parrocchiale. Da questo anche si vedrà che non solo noi abbiamo nella nostra Chiesa Parrocchiale una reliquia qualunque del nostroBeato, cui si diede figura di un corpo, ma il suo corpo medesimo, con quasi tutte le sue parti. Ed ecco il citato documento nella lingua medesima in cui fu scritto. « Testimoniali d'apertura della Cassetta contenente « le Sacre Ossa del Beato Antonio Chiesa; enumera« zione e indicazione delle parti del Sacro di lui Corpo, « che si trovarono non ridotte in cenere; e conse« cutivo esame giudiziale sull'identità di una mano « essiccata, che si conserva in questa Parrocchia come « mano sinistra del detto Beato. « L'anno del nostro Signore mille ottocento undici « li otto di marzo, nella casa Parrocchiale di San Gera mano Diocesi di Vercelli. – Sia noto a chi di ragione, « che, avendo questo Clero e popolo di San Germano « ottenuto dal Reverendissimo Monsignor Rovelli Ve« scovo di Como il dono del S. Corpo del Beato An« tonio Chiesa di questo Borgo, che nellachiesa del « suo Ordine in quella Città eretta sotto il titolo di « S. Giovanni da Pedemonte religiosamente custodi« vasi, e che qui giunse il dì ventotto di luglio ultimo « scorso in Cassetta di legno ordinario debitamente « sigillata e munita d'autentica data da Como li venti « di luglio stesso, segnata Carlo Vescovo di Como, e « autenticata Prete Salvatore Scalini Pro-segretario; « quale Cassetta fu poi in nome del Reverendissimo « Monsignor nostro Vescovo esaminata, e riconosciuta « l'autentica de' sigillli ne fu permessa la pubblica « venerazione, come risulta da declaratoria a tergo del« l'autentica suddetta, segnata li tredici agosto scorso « Giuseppe del Carretto Vicario Generale, munita del « sigillo di Monsignor nostro, e autenticata Teol. Giu« seppe Azario Segretario Cancelliere Vescovile; quindi « è che i prefati Clero e popolo essendosi accesi del « pio desiderio di far riunire e collocare in Cassa più « decorosa il precennato Corpo del Beato Antonio, « hanno li due ottobre scorso per mezzo del M. R. « Sig. Vicario Foraneo e Prevosto di questa Parroc« chiale Giuseppe Maria Spinelli fatto umile raccorso a « 

Monsignor Vescovo, supplicandolo di voler permet« tere e delegare chi munito degli Episcopali di Lui « Sigilli assista all'apertura di detta Cassa, e conse« cutive traslocazioni , composizione , vestizione , e « nuovo sigillamento di dette Sante Reliquie. ,« A tale raccorso avendo il Rev.mo Monsignor Ve« scovo di Vercelli benignamente aderito con suo « Decreto dato li dodici ottobre ultimo scorso, debitamente sigillato, segnato Giuseppe Del, Carretto, Vicario Generale, e manualmente autenticato P. Giu« seppe Tarino Cancelliere si degnò di delegare il Rev.mo Sig. Canonico Giovanni Vitali Decano della Cattedrale « di Pavia, come quegli che è fornito di abilità per la riunione delle ossa dei Santi, ed è disposto a incaricarsi della riunione del S. Corpo del B. Antonio, ed il prefato Sig. Vicario Foraneo e Prevosto Spinelli, affinchè unitamente presiedano l'apertura della Cassa e consecutive operazioni a farsi sino al nuovo sigillamento delle accennate Sante Reliquie, che Monsignor Vescovo a se stesso riservò. « E perchè in tale Decreto ingiunge alli detti Sigg. Delegati, che debbano far risultare da Processo formale l'apertura della Cassa, da cui hanno a traslocare le dette S. Reliquie; e che debbano richiedere il Sig. Chirurgo Franzoj e giudizialmente interpel« larlo ad esaminare e decidere coi dovuti esperimenti «.proprii della chirurgica sua abilità, se la mano, che « essiccata e chiusa in teca d'argento di simil forma « qui conservasi e si onora come mano sinistra del « suddetto B. Antonio (sebbene da buon tempo per « frattura de' sigilli e smarrimento dell'autentica ne « Sia stata sospesa la pubblica venerazione) gli risulti, « o no, essere veramente qual si crede, e appartenere « al S. Corpo, che a San Germano fu da Como con« cesso in dono; egli è perciò, che in seguito all'ar« rivo del predetto Sig. Canonico Decano , li Sigg. « Condelegati volendo divenire all'apertura della Cassa « e consecutivo esame della mano hanno richiesto il « detto Sig. Chirurgo Antonio Franzoj e li Sigg. Sacer« doti D. Giulio Cesare Bonfiglio e D. Giovanni Antonio « Scotto ex-minor Osservante, ambi in questo Borgo abitanti, e addetti al servizio della Chiesa, il primo nella qualità d'interveniente come chirurgo a quanto occorre farsi giusta i veneratissimi comandi del citato Decreto, che si è qui letto ed esaminato, e gli altri due ad oggetto d'essere testimoni degli atti a farsi. Quindi è che alli prefati Sig. Chirurgo e Sacerdoti, come sopra richiesti e qui presenti, dal Sig. Vicario e Prevosto Spinelli fu presentata la cassetta da aprirsi, e unitamente la rispettiva autentica data da Monsignor Vescovo di Como e riconosciuta da Monsignor Vicario Generale Del Carretto. Si riconobbe la Cassetta tuttora debitamente sigillata, e non viziata in modo alcuno nè quanto ai sigilli, nè quanto al nastro di seta rossa, che la assicura in forma di croce; e si è perciò dai Sigg. Condelegati fatto divenire all'apertura della Cassetta. « Aperta che fu la Cassa, i Sigg. Condelegati hanno invitato il Sig. Chirurgo Franzoj ad esaminare attentamente, e quindi dettare uno stato delle sacre ossa da detta cassa estratte. Il Sig. Chirurgo Franzoj, previo giuramento di dire e in questa parte e in quanto altro avrà ad esporre la pura e mera verità, sì e come a lui suggeriranno le chirurgiche sue cognizioni, quale giuramento, monito dell'importanza dell'atto, prestò col tatto dei SS. Vangeli a lui dai Sigg. Delegati presentati, dopo attenta disamina ed osservazione delle ossa, che ad uno ad uno e replicate volte esaminò, prese a dettare nel modo e termini seguenti – « 1oDella testa abbiamo il Coronale, i due Parietali, l'Occipitale, porzione del Temporale destro, e porzione del sinistro; a 2o Sei vertebre intere, e vari pezzi d'infrante La maggior parte della Scapola Sinistra; « 4°. Le due Clavicole mezzo consunte; « 5°. Cinque pezzi di coste un po' lunghe, e vari « altri minuti; « 6o. Un pezzo di Sterno; « 7o. I due omeri in buono stato; « 80. I due Cubiti consunti verso le estremità inferiori; « 9°. I due Radi consunti parimente nelle estremità inferiori; « 10°. Due pezzi del Carpo della mano destra, tre pezzi del Metacarpo della mano e tre falangi d'essa mano destra; « 110. Porzione dell'Osso Sacro; « 129. I due Femori: il destro intero, e il sinistro corroso all'estremità; « 13°. Le due Tibie; intera la destra, e la sinistra corrosa all'estremità; « 14°. Le Fibole intere; « 159. Le due Rottole; « 16°. Varii frantumi di ossa , e mediocre quantità di ceneri. « Si è quindi dal Sig. Vicario Spinelli presentato al Sig. Chirurgo Franzoj la mano di cui sopra, dicendo: questa è la mano di cui Monsignor Vescovo ordinò che in quest'occasione venga dal Sig. Chirurgo esaminata, e mediante i debiti confronti giudicata, se ella spetti a questo S. Corpo. « Qui i Sigri Condelegati hanno fatto al Sig. Franzoj il seguente Interrogatorio : Se la mano a lui « presentata, a suo giudizio, veramente appartenga a « questo S. Corpo, o no; e lo hanno richiesto a vo« lere tanto in caso affermativo, come in caso negativo,« dare causa di scienza ragionata e dimostrativa della a sua deposizione. « In seguito a serio e maturato esame del quesito, il Sig. Chirurgo rispose : Sì, questa io giudico la Mano sinistra propria di questo S. Corpo, di cui si tratta: « 1o Perchè, come risulta dallo stato delle Ossa , « che abbiamo sovra descritte, fra esse non si è trovato, non riconosco, e sicuramente non vi sono parti alcune della mano sinistra , ma solamente abbiamo parti della mano destra del Beato: « 2o Perchè dall'esatto confronto ed esame, che io ho fatto, a misura di compasso, delle Falangi e del Metacarpo di questa mano sinistra colle falangi e coi pezzi del Metacarpo sovradescritti (che abbiamo) di sua mano destra, mi risulta, che esse sono delle stesse precise dimensioni. E per tale ragione fran« camente giudico e asserisco, che questa mano sinistra appartiene a questo Corpo, siccome reciprocamente questo Corpo non può a meno d'aver appartenuto a questa mano. Riguardo al confronto, che « sarebbe desiderabile si potesse fare dal riconoscere se questa mano sinistra perfettamente si unisca, ossia si articoli colle estremità del Cubito e Radio sinistro, « questa prova non si può ottenere, perchè essi Cubito e Radio formanti l'Avambraccio sono corrosi nella estremità loro inferiore. Ma per le ragioni sovra espresse questo argomento non resta necessario. « Interrogato: Se questa mano sinistra sia stata tagliata, o come altrimenti possa essere stata separata dal suo Corpo; e se lungo tempo dopo reso cadavere il Corpo cui apparteneva: Rispose: Questa mano è stata disarticolata, e non può a meno d'essere stata recisa subito dopo la morte del Beato , perchè fu presa in tempo a poterla essiccare, e, sebbene antichissima quale si vede, conservare così bene, fornita de' suoi tendini , e coperta della sua pelle, e perfino ancor munita d'una piccola porzione d'unghia. E lettura fattasi di tutto il presente, il Sig. Chirurgo Franzoj ha in tutto e per tutto rinnovate e confermate le sovrastese sue deposizioni; epperciò unitamente alli Sigri testimoni ha qui sottoscritto il presente atto. – Segnati – Antonio Franzoj Chirurgo – Prete Giulio Cesare Bonfiglio testimonio – Prete Giovanni Antonio Scotto testimonio. « Del che tutto noi Condelegati in nome di Monsignor Vescovo abbiamo incaricato e richiesto il M. Rev. Sig. Canonico Pietro Villa nella sua qualità di Notaio Apostolico di riceverne le presenti pubbliche testimoniali che concediamo. – Segnati – Canonico Decano Giovanni Vitali Delegato – Giuseppe Maria Spinelli Prev. Vic. For. Delegato. « Le quali nella sovrastesa forma si sono da me « sottoscritto ricevute, che per l'estensione delle me« desime mi sono servito del Sig. Germano Derubianis. « In fede San Germano ut supra. Segnato manualmente « Canonico Pietro Villa Notaio Apostolico. »Dopo questa relazione, che è minutissima in tutte le sue parti, il Reverend. Sig. Can. Giuseppe del Carretto, che, essendo morto Monsignor Canaveri Vescovo di Vercelli, era stato eletto Vicario Generale Capitolare, visto il processo verbale dell'apertura della Cassa e la attestazionégiurata del Sig. Chirurgo Antonio Franzoj sulle ossa nella medesima contenute, e specialmente sull'identità della mano sinistra, con suo decreto 14 marzo 1811 ordinò che la detta mano fosse unita al braccio cui apparteneva, e che gli si riferisse poi di questa ricomposizione, come pure dell'altra di tutto il corpo. E in esecuzione dell'altro Decreto 12 ottobre 1810, ordinò che i Delegati rendessero a lui testimonio dell'identità delle reliquie del S. Corpo. Nel giorno diciannove di marzo 1811 fu compiuta la ricomposizione e vestizione del S. Corpo dal Sig. Decano Vitali di Pavia; e in quel dì stesso ne fu mandata apposita relazione alla Curia di Vercelli. Anzi la relazione fu portata a Vercelli dai due suddetti Delegati; e nel loro ritorno, che fu addì ventuno, la cassa contenente il Corpo del Beato fu esposta alla pubblica venerazione sopra un altare innalzato con maggior decenza nella sala della Casa Parr., dopo che il Canonico Vitali, incaricato dalla Curia con Decreto 19 marzo, appose i sigilli alla cassa medesima , come egli ne attesta in una sua relazione in data venti dello SteSSO IneSe. Allora ricominciò la divozione dei fedeli di San Germano; e nei giorni che seguirono non vi fu alcuino , che non si recasse a venerare il B. Antonio. Nel dì 24 ci andarono le Confraternite della Ssma Trinità e del Corpus Domini; nel 25 le figlie e le donne; nel 31 la società degli Scolari. In somma tutti gareggiavano nel rendere onore al loro Beato.