San Germano e le guerre alla fine del XIV Sec.
Nel 1355 contro lo stato visconteo, incominciarono a coalizzarsi tutte le signorie che si sentivano minacciate. In Piemonte il marchese di Monferrato Giovanni II Paleologo, alleatesi con i Gonzaga di Mantova e i Beccaria di Pavia, riuscì, sul principio del 1356 ad occupare Asti e ad ottenerne la signoria. Verso il principio del 1357 Novara era totalmente espugnata, e Giovanni II , l'avversario dei Visconti, poté far entrare la sua gente nel territorio vercellese, occupando Casalvolone e Borgovercelli. Un'altra scorreria sarebbe avvenuta su Gattinara, Arborio, Cavaglià. Furono espugnate anche Cigliano e Desana. Nel 1361 il marchese di Monferrato concluse con Genova e con il Papa un'altra alleanza contro i Visconti; Nel settembre del 1361 impiegò milizie mercenarie Inglesi che si portarono nel Canavese e quindi nel Vercellese e nel Novarese. Fu una terribile guerra di devastazione e di saccheggio. Una nuova pace fra il marchese di Monferrato e i Visconti si ebbe nel 1364. Negli anni di pace che seguirono, fra il 1367 e il 1372 Galeazzo fece costruire in Vercelli la cittadella, potente fortezza posta sul lato sud-orientale della città. Ma nel 1372 vi fu ancora guerra. Una nuova coalizione schierò contro i Visconti potenti forze militari capitanate da Amedeo VI, conte di Savoia: fu uno dei più duri attacchi che dovette sopportare lo stato visconteo. Anche questa volta il Vercellese fu travolto dal conflitto. Il vescovo Giovanni Fieschi e gli Avogadro ne approfittarono per sollevare le popolazioni contro Galeazzo. Liberata la città d'Asti dall'assedio, il conte Amedeo con tutto il «no esercito porto la guerra nei dominii milanesi . Erasi a lui unito, per aver preso parte alla lega., il vescovo di Vercelli della famiglia Fieschi genovese, il quale per opera dei Visconti era stato scacciato dalla sua diocesi Cominciò le sue operazioni il conte di Savoia coll' entrare nel Vercellese : in queste contrade la venuta dell'esèrcito savoino fù così improvvisa, che, al dir del Corio, fu più presto veduto, che sentito. Il castello di S. Agata, quello di S. Germano si arresero al conte, il quale, messovi suo presidio, marciò sul Novarese. Terminava così una fase turbolenta nel territorio sangermanese causato dalle continue guerre tanto che San Germano era ricordato tra i «loca periculossa et suspecta» ai quali non si poteva accedere «sine mortis periculo propter guerrarum pericula et discrimina occurrentia et imminentia in civitate Vercellarum et districtu». . Giovanni Fieschi, vescovo di Vercelli , mal comportando che la città ubbidisse a Galeazzo Visconte , e spinto così dal proprio animo avverso alla parte ghibellina , come dalle istigazioni degli Avogadri esclusi dalla città, e più dalla speranza della vittoria che gli davano le armi di Amedeo Il conte Verde che a danno di Galeazzo scorreva le campagne del Vercellese , e dagli ajuti che gli porgevan le squadre di Ottone Brusato, Nicolò Spinello e Ottone e Baldassarre fratelli dei duchi di Brunswick capitani al soldo del duca di Monferrato allora nemico al Visconte , assaltò e prese d'improvviso la città ai 18 di ottobre del 1375 , e mercè di un tradimento occupò il castello. Restò il Fieschi padrone della città, ma non potè insignorirsi della cittadella, che fabbricata da lui stesso pochi anni prima, si teneva pel Visconte, e benchè stretta di forte assedio , non l'ebbe che nell'agosto del 1374 in cui i difensori chiesero ed ottennero patto di andarsene, salve le persone. Essendo avvenuta, come si disse, l'occupazione della città ai 18 di ottobre del 1373, giorno dedicato a s. Luca, i guelfi stabilirono che ogni anno in commemorazione della loro vittoria si offerisse un cereo di venticinque libbre alla chiesa di quel Santo ».Presa Vercelli, il vescovo con Ottone Brusato seguendo la vittoria si unì ad Amedeo di Savoja , ed ingaggiatasi la battaglia a S. Germano lungi sei miglia da quella città, il vescovo coi guelfi suoi ruppe Galeazzo co' suoi ghibellini.« Se non che poco durò l'allegrezza de' guelfi per la conquistata città e per la splendida vittoria ottenuta nel 1374 presso di S. Germano con occupar quella terra, per questo successo ottenuto contro il ghibellino Visconti il Papa Gregorio XI gli fece versare una grossa somma e gli scrisse una lettera in cui lo invitava a prestar l'opera sua ad un ragguardevol soggetto, da lui spedito in quei luoghi pegl' interessi della Chiesa, e insieme lo commendava per tutte le sue imprese e specialmente per la vittoria riportata sopra i nemici della chiesa presso S. Germano. San Germano era divenuta nel 1372 possesso del vescovo di Vercelli Giovanni Fieschi , che l'aveva sottratta alla giurisdizione dei Sanvittorini (Canonici francesi di San Vittore , che dal 1224 avevano avuto giurisdizione sul feudo di San Germano , dal Cardinale Guala Bicchieri) e questo grazie a Papa Gregorio XI che finisce per concedergli i proventi del luogo di S. Germano che spettavano all’abate di S. Andrea di Vercelli, rimosso per la sua adesione a Galeazzo. Vercelli fu presa e saccheggiata, ma la cittadella continuò a resistere fino al 1° agosto 1374. Due anni dopo la pace generale fu nuovamente ristabilita, e Vercelli ritornò a vivere tranquilla sotto il reggimento visconteo.
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Il Vescovo Giovanni Fieschi |
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