Il Beato Amedeo di Savoia
un antica devozione dei Sangermanesi
Il futuro Amedeo IX di Savoia nacque nel forte di Thonon, figlio di Ludovico di Savoia e di Anna di Lusignano. Disinteressato al governo dello Stato, fu politicamente insignificante, tanto più quando sposò Violante di Valois (conosciuta anche come Iolanda di Francia), sorella di re Luigi XI, con la quale era fidanzato fin dai primissimi anni della sua vita il monarca francese s'intromise pesantemente nelle faccende piemontesi, addirittura concedendo in moglie a Galeazzo Maria Sforza la sorella di lui, Bona di Savoia, senza nemmeno considerare le obiezioni del giovane duca. Tale dipendenza dalla Francia si può notare anche nelle alleanze tenute da Amedeo nella guerra tra Luigi XI e Carlo il Temerario, duca di Borgogna: la Savoia appoggiò il re Luigi, che in cambio sostenne l'attacco, ideato dal fratello Filippo di Savoia, al marchese Guglielmo VIII del Monferrato.
La grave malattia di cui soffriva il duca (epilessia), favorì oltretutto lo strapotere dei suoi fratelli e cugini, che, consci dello stato delle cose, facevano il bello ed il cattivo tempo nei domini del duca. Compresa la gravità della situazione, Amedeo IX convocò gli Stati Generali Piemontesi nel 1469, rendendo pubblica la sua volontà di ritirarsi a vita privata e di lasciare un Consiglio di Reggenza capeggiato dalla moglie Violante.
Il fratello Filippo, che nutriva seri rancori verso Amedeo, scatenò la furia della famiglia verso il Duca, usando come pretesto la decisione di consegnare la reggenza alla moglie Violante: assieme ai fratelli Giacomo e Luigi, capeggiò una vera rivolta contro Amedeo IX, che venne incarcerato e rilasciato solo dopo ordine del re di Francia. La duchessa Violante, sostenuta dai piemontesi e dai francesi, riuscì ad avere infine la meglio, mantenendo la reggenza sugli Stati sabaudi.
Amedeo IX, uscito dalla guerra civile esausto, si trasferì a Vercelli, città che molto amava e alla quale aveva fatto molti lasciti. Qui si concentrò soltanto al sostegno della povera gente fino alla morte, avvenuta nel 1472. Le sue spoglie furono tumulate nel Duomo di Vercelli.
Uomo di scarso valore politico, Amedeo si indirizzò, nella sua malattia, verso una profonda fede. Amatissimo dal popolo, verso il quale nutriva un grande attaccamento, aiutò i poveri del suo ducato tramite ingenti lasciti economici. Ai piaceri mondani preferiva il soccorso dei bisognosi: il suo modo di vivere, estremamente parco ed austero, doveva forse sorprendere i contemporanei. Divenne terziario francescano. Fu tra i più accesi sostenitori della crociata che avrebbe dovuto esser bandita da papa Pio II per liberare Costantinopoli, da poco caduta in mano turca.
Francesco di Sales, Roberto Bellarmino e Maurizio di Savoia si prodigarono molto per la sua causa di beatificazione. Fu papa Innocenzo XI che ne concesse il culto, nel 1678. La cappella del Beato nella cattedrale di Vercelli fu progettata dall'ingegnere ducale Michelangelo Garove di Bissone nel 1690, e realizzata da Francesco Aprile di Carona.
La devozione dei Sangermanesi
Il culto del Beato Amedeo di Savoia , si diffuse prestissimo nel vercellese e a San Germano già a poco dalla sua morte , l'intera comunità si affidava a lui nei momenti di difficoltà , come nel novembre del 1476 all'arrivo di Galeazzo Maria Sforza , " ne sapendo quegli huomini da chi ricorrere per aiuto , invocarono in sua difesa il Beato , e ottennero quanto bramavano ; poscia che non solo l'assedio levossi , ma fra pochi giorni dal mondo anche il mantenitore di quello , onde per rendimento di grazie , mandò la Communità un grosso cero , ad offerire alla sepoltura del Beato"(Historia del Beato Amedeo Terzo Duca di Savoia - Pierre-Francois Maleto - 1613).
Nella chiesa di San Germano verso la metà del 600 esitevano quattro affreschi , i più antichi risalenti alla secondà metà del 400 , che testimoniavano l'assidua fede dei sangermanesi nel culto del Beato Amedeo , di tale presenza abbiamo testimonianza dal nostro concittadino Frà Aurelio Corbellini da San Germano , che nell'istruttoria per la beatificazione dichiarava ; "Istesso posso dirlo , e argomentarlo dalle varie iscrizioni da me vedute in diverse Chiese , e in luogo pubblico , tant'in Vercelli , che in Torino , e San Germano , dov'è nominato per Beato con il segno de raggi , e splendori , quali le circondono il capo , non sapendo però da chi siano state dipinte , o scolpite dette imagini , per essere assai più antiche della mia età." . Altra descrizione particolareggiata dei quattro affreschi la troviamo nel racconto dell'ispezione fatta nella Chiesa sangermanese e in quella della chiesa di Viancino , fatta il 25 Giugno 1664 dai promotori della fede ; Priore Gio Angelo Tosetti e dal segretario Sig. Alciati , acccompagnati dal pittore Lanino.
Nel processo di beatificazione le testimonianze dei sangermanesi furono tra le più numerose del vercellese;
Ardicino Birotta di San Germano fù talmente sordo , ch'udire non poteva , se di vicino ad alta voce non gridavasi ; fà voto con devotione al Beato Amedeo , acciò che da Dio sanità gl'impetrasse ; e di botto fatto il voto , in un attimo senza transcorso di tempo , ricuperò compitamente l'udito.
Agnesina di Pietro Cavallo di San Germano ritrovossi con adolorato braccio , ch'inutile ad ogni fontione la rendeva ; invoca il Beato con promessa d'una candela , e quell'hora in poi resta d'ogni dolore scarica.
Agnesina moglie d'Umberto Negri di San Germano , in operando alcune domestiche faccende de poco avveduta , da una eminente stanza cadde , e l'osso d'un braccio ruppesi , fà voto di portare un braccio di cera alla sepoltura del Beato , e senza medicamento riebbe la sanità.
Catterina vedova d'Antonio Cara di San Germano , dopo l'haver in darno tre mesi medicine provato , per risanar un flusso , tenendo per suo devoto il Beato , chiamolli gratia di sanità , con intenzione d'offerir un voto di cera , e in due giorni dopo il ricorso rissanatossi , e compì la promessa.
Perino di Gio. Cossia nato in San Germano , le carni e ossa d'una gamba talmente rotte , e infracidite trovandosi , che i medici speranza di vita non davangli : raccomandossi ad Amedeo , promettendo d'offerir una gamba di cera , in suo honore , in votato , a megliorare cominciò , e sano in breve tempo divenne.
Martino dal Corno di san Germano venticinque anni portò una gamba piena di cruentoso humore , gonfia , ulcerata , e così puzzolente , che l'odorato di tutti li circonstanti offendeva ; drizzò li prieghi suoi al Beato , con parola di donare alla sua sepoltura una gamba di cera , e ottenne la sanità , come attestò poi sodisfacendo al voto.
Eusebio Arale di San Germano gravato da gotta , per tre mesi giacque in letto , devotamente al Beato col cuore inchinasi , e da intentione d'offerirli una imagine di cera , e levossi andò alla chiesa , rese gratie , e sodisfece al voto.
Bibliografia - (Historia del Beato Amedeo Terzo Duca di Savoia - Pierre-Francois Maleto - 1613)
Quest'antica devozione andò a calare nel corso del 18° secolo , infatti nella nuova chiesa parrocchiale finita di costruire nel 1760 non compaiono più immagini del Beato Amedeo , testimonianza di una graduale scomparsa del culto in San Germano.