La Congregazione di Carità e istituzione dell'Asilo in San_Germano

 

La Congregazione di carità di San Germano Vercellese ebbe origine da antichi lasciti , di cui si ignorano i titoli , risultando solo dagli antichi catasti la colonna dei pochi beni che possedeva sotto il titolo di Congregazione di S. Spirito.

L'oggetto di tale istituzione era di soccorrere i poveri bisognosi e specialmente gli ammalati privi di soccorso. Il primo titolo di cui si ha conoscenza è il testamento di Teresa Bassano del 10 Aprile 1716 , rogato Franco. Nel 1781 la Congregazione di Carità era proprietaria di alcune casette e di giornate 3.64,26 di campo. Don Giulio Cesare Bertoglio , con testamento del 3 Febbraio 1781 , rogato Marazio , istituì erede la locale Congregazione di Carità , volendo che i proventi dei beni fossero elargiti a benefizio dei poveri nativi di San Germano e che venissero amministrati dal sacerdote secolare anziano con sua residenza nel paese , legandogli per incomodi lire dieci annue.

Con testamento 18 Giugno 1810 , rogato Mentigazzi , il signor Bassano Giovan Domenico lasciava alla Congregazione di Carità una pezza di prato e una casa , oltre i mobili ed effetti esistenti. Negro Luigi con testamento 16 Gennaio 1819 , rogato Deabate , lasciò alla Congregazione giornate due di prato. Molti furono i benefattori della Congregazione di Carità nel secolo scorso , ma sopratutto vanno ricordati Don Felice Sellone e Carlo Mentigazzi .

L'Asilo Infantile di San Germano Vercellese è stato istituito nell'anno 1856 con concorso del Comune e della Congregazione di Carità che mettevano a disposizione rispettivamente duemilacinquecento lire e mille lire annue , col fine di provvedere all'educazione religiosa morale e civile dei fanciulli dell'uno e dell'altro sesso (Il Catechismo della Diocesi , gli elementi del leggere e scrivere , dell'aritmetica , per le fanciulle l'esercizio nei lavori domestici). Pochi furono coloro che si ricordarono dell'asilo , fra i benefattori vanno ricordati per i loro lasciti ; Longone Cav. Giuseppe , Muzio Maria , e Filirea Angiolina. L'art. 16 dello Statuto di fondazione dell'Asilo - proposto al Consiglio Comunale il 26 Maggio 1856 dal Sindaco Franzoj , approvato a Torino con Decreto Reale 22 Ottobre 1856 , Ministro dell'Interno U. Rattazzi - dice testualmente < La scuola sarà affidata a due maestre scelte fra alcuna delle corporazioni religiose ammesse dallo stato>. Sin dall'inizio l'Asilo venne affidato alle cure delle benemerite Suore di Carità di S. Vincenzo De Paoli di Vercelli .

Con l'avvento nel 1910 del partito socialista alla guida del Comune di San Germano all'Asilo Comunale si diede un impronta laica , e le suore vennero allontanate e sostituite da  Maestre-Giardiniere.. Nello stesso anno Don Lorenzo Arbuto istituì un nuovo asilo nei locali della Casa Parrocchiale , e aprendo una sottoscrizione tra i sangermanesi , riuscì in breve tempo a raccogliere i fondi per edificare un nuovo Asilo (l'attuale edificio dell'Oratorio) , richiamando due suore all'insegnamento . Per 12 anni in San Germano si ebbe questa situazione di divisione dei giovanissimi sangermanesi in due asili , nel 1923 con l'avvento del Fascismo  alla guida del Comune di San Germano , la situazione ritornò come in origine con il ritorno delle insegnanti suore all'Asilo Comunale.

(Bibliografia - Piccole Storie Sangermanesi  - A. Corona - 1996)

 

Brevi cenni sulla stampa dell'epoca sull'asilo di San Germano

GAZZETTA DEL POPOLO - 27 GIUGNO 1856

SAN GERMANO (Vercellese) – Anche questo cospicuo comune avrà fra breve il suo asilo d'infanzia. La congregazione locale di carità, mossa dal lodevole pensiero che non men pietoso ufficio è quello di dispensare ai figli del povero il pane dell'istruzione, offerì all'uopo la somma annua di mille franchi. Il municipio mentre in sua seduta del 26 scorso maggio dichiarava di valersi di siffatta offerta per aprire entro l'anno una scuola infantile capace almeno di 150 fanciulli, unanimemente deliberava di venire in soccorso del benefico istituto mediante l'annua somma di lire 2500. Frattanto quell'egregio sindaco promosse tosto a simile oggetto una soscrizione fra i consiglieri presenti, dalla quale si ebbe la somma di lire 505.

1914

Segue la interrogazione dell'onorevole Savio, al ministro dell' istruzione pubblica, « per sapere se abbia conoscenza dell'azione non conveniente che le autorità amministrative provinciali vanno esercitando per rendere impossibile la vita all'Asilo infantile di San Germano Vercellese; malgrado l'ottimo suo funzionamento sia didattico che amministrativo ». Non essendo presente l'onorevole Savio Umberto di Santhià , quest' interrogazione s' intende ritirata. Umberto Savio (1870-1946) era un avvocato biellese, militante nelle fila del Partito socialista. Eletto deputato di Santhià (collegio a cui apparteneva San Germano Vercellese) nelle elezioni legislative del 1909, finì la sua militanza politica Nella Repubblica sociale italiana.

1910

 

 

 

STORIA DELL'ASILO DI SAN GERMANO VERCELLESE E DELLE SUORE DI CARITA'

Tre Suore della Carità, il 9 settembre dell’anno 1865, venivano chiamate ad aprire l’Asilo Infantile di un paese tipicamente agricolo, circondato dalle risaie, nei dintorni di Vercelli. La Superiora era Suor Norberta Tenconi.Una lettera di Madre Chambrot datata 14 aprile 1865e indirizzata al Signor Attilio Ferreri, Sindaco di San Germano Vercellese, ne dava l’annuncio:

Nella Convenzione presentata dal Presidente alla Reverenda Superiora Generale, la Direzione nell’art. 1°, si impegnava a ”corrispondere a ciascuna di esse Lire quattrocento annue ... a fornire alle Suore la biancheria da letto e da tavola, ... a pagare il Medico ed il Chirurgo ... e a fornire i medicinali in caso di necessità”.Le Suore inoltre potevano usufruire della minestra data ai bambini; godere di un mese di vacanza nella stagione più opportuna all’Asilo. Si invitavano le Suore a trovarsi al posto di lavoro per il mese di settembre e per l’apertura della scuola che avrebbe avuto luogo ai primi di ottobre. Le Suore attesero all’educazione religiosa, morale, fisica dei bambini e per la loro istruzione seguirono il metodo Froebeliano tanto adatto e piacevole ai piccoli conquistando sempre la fiducia delle famiglie e meritando gli elogi delle autorità scolastiche e le più lusinghiere lodi delle autorità comunali.“Negli anni della dominazione socialista, in paese, le Suore passarono giorni tristi e dolorosi. Il 15 marzo 1911esse furono allontanate dalla Direzione dell’Asilo che venne affidata ad una maestra laica”Dalla maggioranza della popolazione, che ha sempre serbato fiducia e portato affetto alle Suore, venne costruito in Via E. De Amicis un nuovo Asilo denominato “Asilo Parrocchiale” alla Direzione del quale rimasero le stesse Suore allontanate dall’Asilo Comunale.I bambini affluirono numerosi al nuovo Asilo Parrocchiale, che visse di elemosine e di offerte.“La frequenza si aggirò sempre su un centinaio di bambini, mentre l’Asilo Comunale socialista ne raccoglieva una trentina.Salito il Fascismo al potere, il 17 settembre 1923,le Suore di Carità, ritornarono alla Direzione dell’Asilo Infantile Comunale, nella loro antica ed attuale sede; nel 1937 vivissimo fu il compiacimento della popolazione di S. Germano Vercellese per l’avvenuta fusione dei due Asili.”Le Suore della Carità dirigevano anche una fiorentissima scuola di cucito molto frequentata dalle giovani delle migliori famiglie del paese. Inoltre esse si sentivano onorate di impartire lezioni di Catechismo ai fanciulli e alle fanciulle della Parrocchia in tutte le domeniche dell’anno e nei giorni di Quaresima e di Avvento.Nel 1982 si sentì l’esigenza di aprirsi al territorio con un servizio Ambulatoriale e a domicilio, che continuerà nella persona di Suor Cristina Cerruti,quasi fino alla chiusura della comunità, avvenuta con dolore, anche a causa della malattia di tale sorella e all’impossibilità di poter sostituire le suore ormai anziane e malate. La soppressione della comunità porta la data del 21 aprile 1994. Il paese rimpiangerà a lungo tale assenza e rimarrà grato che alle Suore della Carità per il bene che vi hanno operato

Proventi e proprietà della Congregazione di Carità

Dati e proprietà si riferiscono alla seconda metà dell'800

Storia delle Congregazioni di Carità

Dopo l'invasione napoleonica dell'Italia e con la creazione degli stati vassalli, iniziò un processo di soppressione e razionalizzazione delle istituzioni caritative e benefiche ecclesiastiche. Tale processo portò alla creazione di un organismo gestionale, denominato Congregazione di Carità  Con decreto 3 agosto 1803, il vicepresidente della Repubblica italiana, Francesco Melzi d'Eril stabilì un regolamento provvisorio per l'amministrazione e tutela dei beni addetti a istituti di religione o di beneficenza. Il 5 settembre 1807, un decreto del viceré del Regno italico, Eugenio di Beauharnais, disciplinò la beneficenza pubblica. Il successivo decreto del 21 dicembre 1807, stabilì la competenza del ministro dell'interno, mentre i comuni venivano caricati dell'onere dei bisogni degli ospedali, orfanotrofi, istituti elemosinieri. I beni prima appartenenti a tali istituzioni venivano trasferiti a congregazioni di carità, amministrati da probi cittadini del comune. Dopo una momentanea soppressione, le congregazioni vennero riattivate per il Regno Lombardo-Veneto dal governo austriaco, con una amministrazione semplificata.

A seguito dell'unificazione nazionale italiana, la legge 3 agosto 1862 n. 753 («legge Rattazzi») istituì la congregazione di carità con lo scopo di curare l'amministrazione dei beni destinati all'erogazione di sussidi e altri benefici per i poveri. La legge prevedeva una congregazione di carità per ciascun comune. La decisione effettiva sulla creazione della Congregazione spettava comunque al Consiglio comunale, in autonomia. La gestione della congregazione era affidata ad un consiglio di amministrazione, eletto dal consiglio comunale o cooptato. Il provvedimento demandò alle congregazioni la vigilanza sulle Opere Pie, assegnando compiti di controllo sui loro bilanci. La legge di riforma del 17 luglio 1890 (cd. «legge Crispi») stabilì l'obbligo per ciascuno comune di dotarsi di una Congregazione di Carità. Inoltre creò un organismo, la Giunta Provinciale Amministrativa, che consentì al governo centrale di controllare l'operato delle Congregazioni. La natura accentratrice dell'organismo era dimostrata dal fatto che era presieduta dal prefetto.

Con legge 3 giugno 1937 n. 847 si ebbe la soppressione delle congregazioni di carità: le competenze sinora esercitate da queste passarono agli enti comunali di assistenza (ECA).

Lascito Mentigazzi

Casa Mentigazzi in Piazza Umberto I

CARLO MENTIGAZZI 9 Novembre 1813,rogato Ara,lasciò alla Congregazione di Carità di San Germano Vercellese la Cascina Tabbia ,fabbricato rurale con annesse 55 giornate di terreno. Con altro testamento dell'anno 1848,al Parroco pro tempore di San Germano, egli lasciò la casa da lui sempre abitata,a lato della Confraternita del Corpus Domini,casa cioè situata nell'attuale piazza Mazzini,angolo via Mentigazzi