Un Sangermanese alla corte di Carlo Emanuele I

 

 

Nelle corti del Seicento non era raro trovare quegli ecclesiastici che cercavano di intodursi nelle corti cercando di governare insieme le coscienze e le menti dei principi. Letterati almeno quanto bastava per comporre un sermone o un sonetto. Nella corte di carlo Emanuele non era raro incontrare di questi valentuomini , uno di questi fù Aurelio Corbellini.

Aurelio Corbellini, nativo di San Germano, presso Vercelli, frate agostiniano, buon predicatore a detta del Rossotti', venne alla corte di Torino verso la fine del 1610. Lo presentò al Duca Margherita di Savoia , memore che frate Aurelio aveva composto in onor suo il Trionfo di Manto. In fatto nel 1608 la musa già loquace del Corbellini aveva cantato le nozze della Infanta Margherita col Gonzaga; ne era stata questa la prima volta ch'egli aveva tentato di aprirsi un adito a corte per mezzo della poesia: nel 1603 aveva dedicato a Carlo Emanuele alcune "Lettioni"accademiche sopra sonetti di diversi autori. Venendo a Torino nel 1610, il Corbellini recava con se un' opera voluminosa alla alla quale aveva posto fine pochi giorni prima e che, nel suo pensiero, avrebbe dovuto conciliare vieppiù la stima e la benevolenza del Duca . Era un manoscritto fitto fitto di 300 carte nel quale stava delineata nientemeno che "L'immagine del vero Principe". Ciò voleva dire che in quel principio di secolo in cui furono numerosi i maestri dei principi , anche il nostro frate agostiniano aveva voluto assumersi il carico d'insegnare l'arte di ben governare i popoli : ciò voleva dire che egli pure aveva sentito il bisogno, a un secolo di distanza, di mostrare quanto fossero falsi gl' insegnamenti del Machiavelli. « Qui si conosceranno - scrive il Corbellini nella prefazione quasi a compendio delle sue dottrine - veri principi quelli che , fuggendo la storia di Macchiavelli e di molti statisti de' nostri tempi , cercano d'osservare la legge Cristo, vero datore de gli imperi e vero conservatore de' Principi ». Fu probabilmente poco dopo il 1610 che il Corbellini mise insieme "La State"( Estate  - Poema sopra un campagna militare fatta da Amedeo di Savoia sotto Rodi e dedicata a Carlo Emanuele I ): ma prima che di questo , è necessario dire di un altro suo componimento poetico , cioè degli "Emblemi della Pace". Negli Emblemi della pace il Corbellini continua ad esercitare quell' ufficio che gli vedemmo assumere nella Immagine del vero principe. Senonchè , mentre quivi si bada a formare un principe ideale e gli si indicano e spiegano tutte quelle virtù che lo devono sorreggere nei vari atti del suo governo , con gli Emblemi il Corbellini si rivolge direttamente a Carlo Emanuele e lo consiglia alla pace. L'occasione e l'opportunità del consiglio sono dichiarate nell'Emblema Primo . Esso rappresenta il Tempio di Giano ed è così spiegato dal Corbellini "sta un huomo , che si figura per lo serenissimo Duca di Savoia , alla porta del tempio che è chiusa ma ha ancora le chiavi dentro , et egli le tiene in mano; e vuol dire che è chiusa, perché e cagione della pace; e tiene le chiavi nelle mani per dar ad intendere che nelle sue mani sta il far guerra et il far pace e da lui dipende la somma d'un tanto negotio.

Nell'ambiente cortigiano della corte di Carlo Emanuele poche ormai erano le voci discordanti , tra cui però quella del Corbellini , che dando alle stampe la seconda parte deli "Emblemi" , invitava il Duca a far pace con gli spagnoli : "Carlo la Pace accetta e vedrai / i buoi sotto l'incavo giogo aprir le glebe/ del deserto terreno e coltivarlo/ sì che Cerere e Bacco andran festosi e i Pedemonti faron più fecondo".

Il consiglio del Corbellini si inserisce nel contesto storico dell'epoca in cui la vecchia alleanza con la Spagna si sta affievolendo , e allarmato da un possibile riavvicinamento tra Francia e Spagna, Carlo Emanuele si riavvicina ai francesi. Anche la Spagna tenta di riportare nella sua orbita il Ducato. Dopo lunghe trattative fra Carlo Emanuele e gli emissari di Enrico IV, si giunge al Trattato di Bruzolo (25 aprile 1610). Il trattato stipulato presso il Castello di Bruzolo in Val di Susa, a metà strada tra Torino e l'antico confine tra Delfinato e Piemonte, prevede un'alleanza stretta fra il Ducato e la Francia in chiave antispagnola . La nuova alleanza non porterà buoni frutti al Ducato , che nel giro di qualche anno sarà di nuovo in guerra e stavolta con la Spagna . Guerra che si conclude con la pace con la Spagna del 1627.

Infine sulla permanenza a corte del nostre illustro Frate : ggiungo qui che il Corbellini non godette a lungo le grazie del Duca : infatti in una sua lettera a Ludovico D'Agliè del gennaio 1628 , questi lo invitava a porre ostacoli alla nomina di vicario generale degli Agostiniani , che si tentava procurare nella persona del Corbellini "poco a noi confidente". Sarà per la nuova alleanza che in Duca stà per concludere con la Francia di li a poco , e il Frate sangermanese filospagnolo era diventato un personaggio scomodo.

 

Poeti della corte di Carlo Emanuele I di Savoia: Giuseppe Rua Editrice Ermanno Loescher, 1899

 

Carlo Emanuele I

 

 

Morì il nostro Corbellini nell'anno 1648 a Vercelli, ed essendo noi in cerca del ritratto di sì grande letterato, lo abbiamo infine rinvenuto presso l'avvocato Bosco amante delle belle arti, giudice maggiore della città e provincia di Vercelli nel 1815, ed avendolo ottenuto in cambio con altro prezioso quadro, venne tosto dal chiarissimo professore Balocco con diligenza disegnato, quindi spedito a Roma per essere dal bravo Ludovico Ferretti ( 1776 -1848 ) inciso.    Noi possiamo far fede della verisomiglianza di quest'effigie , poichè fu messa a confronto con quella dipinta dal celebre Caccia, detto il Moncalvo, prima del 1626 in un quadro rappresentante la B. V. Maria col Bambino, e gruppi d'angeli, e sotto un vecchio con piviale, ed una fettuccia in mano, su cui si legge: Aurelius Corbellinus. Questo quadro deve essere  stato fatto per la chiesa della Consolazione in s. Germano dal  Corbellini fondata, come diremo parlando dei Mecenati delle  arti liberali.

 

 

Frate Aurelio Corbellini