PADRE  FEDELE  DA  SANGERMANO  

( 1569   -  1623  )

PREDICATORE

 

Nasce a  San Germano Vercellese nella seconda metà del XVI secolo , dalla nobile famiglia dei Barozzi  appartenente all'ordine dei frati Cappuccini si è distinto come instancabile predicatore , nel 1620  Sua Santità Paolo V lo nomina , Teologo insigne e Predicatore Apostolico. lui stesso  rinuncia in seguito alla S. Porpora offertagli dal Papa Gregorio XV. Nello stesso anno lo ritroviamo , per desiderio del vescovo vercellese Giacomo Goria ed in seguito all'interessamento del cardinale Maurizio di Savoia , come oratore nella prima incoronazione della Madonna d'Oropa. La sua opera di predicazione era sopratutto rivolta alla diffusione del culto Mariano , in tal senso partecipa durante la quaresima del 1616 all'incoronazione della statua della Madonna delle Vigne a Genova , ed ad altre celebrazione della Santa Vergine nel Duomo di Como e in quello di Vicenza . Nel 1616 avendo l'Ordine dei Cappuccini istituito la Provincia del Piemonte , Padre Fedele vi si trasferisce , divenendone nel 1620 "Primo Definitore" . Lo ritroviamo a Napoli nel 1622 dopo aver predicato per la terza volta la Quaresima , al ritorno di quest'ultimo viaggio si ammala e a Roma muore il 10 Maggio 1623.

Padre Fedele da S.Germano e il Santuario di Oropa

Il Sacro Monte nasce a partire dal 1617-1620, per iniziativa del frate cappuccino padre Fedele da San Germano. La sua costruzione coincide con i grandi interventi di trasformazione promossi dai Savoia, che coinvolsero l’insieme degli edifici del vasto complesso monumentale dedicato alla Madonna Nera. Contrariamente ad altri casi, in cui furono le famiglie nobili a sostenere la realizzazione del complesso religioso, qui furono le comunità parrocchiali o i rioni della città di Biella, insieme con il duca di Savoia, a finanziare l’edificazione delle cappelle.
Il Sacro Monte è composto da dodici cappelle dedicate alla vita della Vergine. Il progetto originario prevedeva un ciclo di venti cappelle, che dovevano costituire una narrazione di ampio respiro per includere episodi significativi della vita di Maria, noti attraverso le Sacre Scritture e i Vangeli Apocrifi.

"A persuasione del Principe  e Cardinale Maurizio di Savoja venne da' Superiori della Religione nell' anno 1619. eletto Guardiano del Convento di Biella il Padre. Fedele da S. Germano , il quale essendo dotato di rari talenti , e assai efficace nella fua predicazione a muovere gli animi de' popoli , che da lui udivano la divina parola , fu richiesto da questo Comune di voler impiegare ogni sua opera, per ridurre ad effetto la destinata coronazione del Venerabile Simulacro di Maria d' Oropa. Tanto egli operò colla predicazione nelle terre della Diocesi  che animati tutti dalle zelanti di lui persuasive nel promuovere in questa guisa un atto di glorificazione  e colto verso la gran Madre di Dio , ottenne non ottanti le gravi calamità di que' tempi bastevoli limosine per ridurre a felice compimento nel frequente anno 1620. l'ideata coronazione , che costò egregie somme. La gran parte, che ebbe quello pio religioso nel rendere vieppiù celebre,e frequentato dar vicini , e lontani popoli ri rinomato nostro Santuario  sia nel facilitare col suo mezzo la sontuosa funzione pubblica dell' incoronazione, che l'apertura della nuova assai comodale meravigliosa strada, che al medesimo Santuario conduce , merita che a gloria di esso Padre Fedele , e del rispettabile istituto che professava,ne sia qui fatta onorevole, e grata rimembranza."

 

 

Vita

P. Fedele da S. Germano rinunciante al Cardinalato, Capuccino della Provincia di Genova. In tanta varietà di sentenze circa i natali e la patria del P. Fedele, la più certa od almen probabile si é, ch' Egli nacque Vercellese l'anno 1569 nel luogo di S. Germano poiché da esso ogni scrittore lo nomina, sia per esservi nato, o sia perché feudo dell'antica nobil prosapia da cui traeva l'origine. Professato, non si sa l'anno preciso, l'Ordine Capuccino nella Provincia di Milano, si affigliò quasi subito alla Ligure Provincia, ch'estendevasi allora sul Monferrato e Piemonte, ond'é, che di essa figlio lo abbiamo intitolato, conservandosi ancora in Genova le più belle memorie dell'ammiranda sua vita. La vita di questo gran'uomo non fu molto lunga , perché se l'accorciò coi sudori e gli strapazzi incessanti di sua fervente apostolica predicazione; ma fu sì piena di gloria, di meriti e di virtù, che ben applicar gli si puote quell'inspirata sentenza « Consummatus in brevi explevit tempora multa. Tutti quanti gli autori che di lui hanno scritto , sono tutti senza eccezione d'accordo nel farlo precellere, anzi che in altro, nell'arte del predicare, e senza punto indicarci come quando in qual ateneo aveva Egli apparato le onnigene scienze a sì gran d'uopo richieste, nel mostrano di primo slancio riempir del suo nome Italia tutta e l'Europa coi prodigi e l'incanto di sua stupenda eloquenza. Noi però intenti in questi cenni biografici a non dire di uno ciò fu detto o può dirsi di altri, cercando, per quanto é possibile, nella vita de' nostri Eroi quei tratti che li distinguono, e ne formano il principale carattere, non vogliamo qui altrimenti encomiare il P. Fedele, che con qualificarlo, Predicator celeberrimo di Gesù e Maria, sembrandoci questo il suo vero e proprio carattere, che da t;ut l'altri Predicatori di grido mirabilmente distinselo. Non é già , che predicando Egli d'Avvento o Quaresima ed in altre occorrenze non trattasse quei sublimi argomenti di massime eterne, e quegli altri più familiari di morale evangelica, che saria colpa per un sacro Oratore, e più se Capuccino l'ometterli: sibben che tratta vali; ma con tal'arte maniera unzione sua propria li trattava, che detto avresti all'udirlo non predicasse altro mai fuorché Gesù e Maria ; Gesù e Maria spuntavano sul suo labbro al cominciar dell'esordio; Gesù e Maria lo introducevano nell'argomento qual che si fosse ; Gesù e Maria s'intrometteva nelle prove, e nella perorazione, Gesù e Maria gli occorreano sul principio, nel mezzo, al finir del discorso ; pareva insomma che Gesù e Maria si fossero il pleonasma, o l'intercalare, o l'idea finale e '1 solo scopo di sua predicazione, anche quando di Paradiso parlava e di Purgatorio, di peccato, di giudizio e sin d'inferno. E con questi soavi, dolci, amabili nomi sempre in bocca, come non avrà egli piacevolmente incantato i suoi Uditori? E con questi nomi grandi, santi , adorandi , tremendi a Cielo, a terra, agli abissi , come non avrà Egli atterrito e compunto a salvezza i peccatori? Se in niun altro nome, fuorché in quello di Gesù e Maria dispose Iddio di salvare gli uomini, vi farà maraviglia che all'odor salutare di questi nomi rapiti, uomini, donne, fanciulli, volgari e no! li, ricchi e poveri, dotti e ignoranti, andassero in folla ad udir questo Padre, che con fervida elegante dolcezza, quei Santissimi Nomi lor predicava ? Ah! ecco il perché non v'era ormai più Chiesa capace di contenere la folla degli ascoltanti , che da ogni parte , siccome al più grato spettacolo, ai sermoni del mio Fedele accorrevano. Ecco il perché, terminato appena di predicare in un luogo, venia tosto invitato da Parroci Vescovi Magistrati, a predicare in un altro, e quelli più fortunati credevansi che avere lo si poteano pei primi. Ed ecco il perché, non essendovi più quasi Borgo o Paese o Città dell'Italia in cui non avess'Egli fatto risuonar la sua voce, la fama del P. Fedele da S. Germano Predicator di Gesù e Marta o della Madonna fu stabilita, e si divenne non che Italiana Europea. Se non che, acciò chi legge non dica : « questo biografo, batte troppo la generale » veniamo pure adesso ai fatti particolari e speciali. Già si sa che per primo istitutore del culto al Santissimo nome di Gesù riconosce la Chiesa quel gran figlio del Patriarca d'Assisi San Bernardino da Siena. Ma egl' é non men certo che altri figli del Serafico Padre, cioé i Frati Minori Capuccini siano stati gli autori o promotori zelanti della pia instituzione delle 40 ore, per la quale G. C. si venera in Sacramenti). Ora il P. Fedele si mostrò di essa così fervido amante devoto encomiatore, che quando gli occorrea d'inculcarne, o stabilirne dove ancora non era il pubblico esercizio, solea chiamare quella beata Decorrenza, sapete come? la sua vendemmia Spirituale, e tale inver diveniva sì per lui che per quelli si aveano il ben di ascoltarlo, se si argomenta dai frutti immensi di conversioni mirabili e strepitose ch'Esso allor raccoglieva. Oh! Roma, città eterna! città santa! città singolarmente divota delle 40 ore! Tu ci racconta la felice spiritual mutazione che per ciò appunto produsse in te quel sì famoso Oratore! Celebravasi (quando non so, ché chi dovea non dice) la religiosa funzione con magnifica pompa eccitata dal concionante Padre Fedele, si celebrava dico nell'insigne Basilica di S. Lorenzo in Damaso l'esposizione solenne delle 4-0 ore e stò per dire che più solenne, più pomposa, più divota di quella non si era prima ancor vista, né fu più vista dipoi. Conciossiacché i più cospicui Personaggi ecclesiastici e laici v'intervenisser non solo, ma processionalmente eziandio tremila donne, fra cui tantissime delle più nobili, vi siano andate a pie' nudi, velate il capo ed il volto, con funi al collo , e portanti indosso i misteri della passione del Signore. Di fronte ad un popolo a tanta pietade e divozione composto sorgeva in trono per mille faci raggiante il Divin Sacramento, l'amantissimo Sposo dell'anime nostre Gesù, e di questo Gesù l'innamorato Oratore monta sul pergamo a favellarne così: Cui comparabo te, vel cui assimilabo te, Virgo Filia Sion? Magna est velut mare contritio tua! Se Geremia fosse più del P. Fedele commovente o commosso, quando così lamentava sulla proterva Sionne , io non saprei, ma io tengo per certo che più assai dell'antica la nuova romana Sionne si pentì e si dolse a sì patetica e tenera lamentazione. Si dolse tanto, si pentì, si commosse quel numeroso Uditorio, che co' sospiri,co' singhiozzi e le lagrime interrompendo il sermone, ah ! Padre santo, esclamò , pietà e misericordia, misericordia e pietà chieggete a G. C. per noi, per la nostra Città, e per tutta Chiesa Cattolica f e così pure avvenne in Firenze ed in altre Città, colla subita conversione di Maddalene e di Taidi, di Levi, di Zachei, d'Agostini, di Ninivi peccatrici. Non men felici ed abbondanti si erano i frutti che il P. Fedele raccogliea dal predicare ai popoli la divozione a Maria , di qualità, ch'io posso anche più giustamente appellarlo Predicator famosissimo della Madonna. La figlial divozione e 1 tenerissimo amore ch'Egli ognor professò per questa più bella di tutte madri Maria lo facean, direi quasi , comparir di Essa geloso, e innamorato, piucché i sfrenati mondani dei loro oggetti più cari innamorati non sono. Quindi non pago di prepararsi Egli stesso, e di esortarvi gli altri , con novene di astinenze, preghiere, digiuni a tutte le Feste e Solennità di Maria , di Maria il dolce nome eragli sempre in bocca, di Maria le virtù stavangli sempre in cuore, di Maria le laudi , le grandezze , le glorie mai saziar si potea dal celebrare, motivo togliendo ed occasione da tutto, di parlare in privato ed in pubblico con chicchessia di Lei , che Madre sua chiamava, pingendone la bellezza, esaltandone la potenza, encomiandone la purità, la clemenza, il patrocinio, e tutti sempre eccitando ad onorarla servirla amarla , imitarla da veri figli e devoti. Perlocché se il predicar di Gesù era , come abbimi i visto, la sua vendemmia, il predicar di Maria era, come or ora vedremo la sua più cara delizia. La delizia d'un'amante si é careggiare e ricolmar de' suoi doni l'oggetto amato: e questa fu la delizia, ma pura, casta, santa delizia del mio Padre Fedele verso Maria. Ad esempio del P. Paolucci Capuccino di Toscana, che fu detto esso pure Predicatore della Madonna, per essere stato il primo che instituì la solenne Incoronazione delle immagini o simulacri della Vergine Santissima; così il nostro da San Germano introdusse in più luoghi del suo Apostolato lo stesso pio costume e ben doveroso omaggio all'augusta della terra e del Cielo Regina, Imperatrice Maria. Ed ecco come vi si prendea.Con caldi fervorini e discorsi ch'erano dardi acuti e carboni ardenti che andavano a ferire ed accendere i cuori di santo amore alla Vergine, cominciava per dimostrare al popolo la giustizia l'utilità e '1 decoro della proposta cerimonia. Chiunque si salva , dicea, per mezzo di Maria si salva; ma quei soli Maria salverà,che l'avranno in terra onorata nelle sacre sue Immagini: Qui el cidant me, vitam aeternam habebunt. Dunque. Non ci volea di più perché tutti a gara ne andassero, per sin le più vane donzelle recando, come gl'Israeliti, al novello Aronne, collane, orecchini, smaniglie, anelli, vezzi, gemme preziose, medaglie, croci , spilli ,monete d'oro e di argento; sicché in breve raccolto il materiale opportuno, e fuso ed elaborato e ciselato da man perita il metallo, ne uscia d'incanto un ricco e bello diadema, da presentarne con rito il più solenne e pomposo l'augusta Madre Regina. Oh ! come in quel giorno, più santamente che non gli Ebrei nel deserto, tripudiava il buon Padre coll'esultante suo popolo al trionfal di Maria incoronamento ! Io non ho tempo né spazio di qui raccontarlo. Prego quinci i miei leggitori di recarsi in pensiero nella Città di Como, e in quella vastissima Cattedrale troveranno un'Immaagine di Maria, che memorie ivi scolpite incoronata l'attestano dal P. Fedele. Passino di colà a Vicenza, e quivi pure sentiran ricordarsi da quei devoti abitanti una simil celebrità, che vuolsi per tradizione costante dal P. Fedele promossa ed operata. Vengano su pel Piemonte a Biella, salgano il sacro monte d'Oropa, entrino in quel sì celebre Santuario, si affissino in quella venerata da secoli taumaturga statua di Maria capolavoro di S. Luca, e senza richiedere chi quell'aurea gemmata regal corona le pose in fronte , vedrà ivi dipinto in atto di predicare un Capuccino ,. e quegli é il P. Fedele al cui fervido zelo l'amore e il culto di Maria sopito si risvegliò, e tanto pur si riaccese, che Monsignor Gorla Vescovo di Biella , presenti altri Vescovi e migliaja di Cristiani da ogni parte accorsivi, nel 1620 la più solenne e magnifica che mai fossesi vista incoronazione si celebrava. Ma nò, io mi sbaglio: un'altra, che per fermo non la cede a nessuna in conto di spendore, di ricchezza, di pompa, di concorso de voto e magnificenza, se ne eseguiva in Genova nel 1616 sul marmoreo simulacro di N. Signora delle Vigne. Oh! quella sì che fu la vendemmia più deliziosa e abbondante del divotissimo Padre Fedele! Quel fatto, memorando fatto! é così pubblico e monumentato nella Ligure divota Città di Maria Santissima, che ombra di dubbio non sorse mai ad offuscarne la fede. Quest'anzi si avviva ogniddì più nel contemplarsi il ritratto del famoso Predicator di Maria, che conservan gelosi i Capuccini di Genova , nel qual se tu miri raggiante il volto un Capuccino che predica penitenza ed amore, con a lato un Angiol volante che porta e segna in un col nome del Padre il giorno e l'anno dell'augusta funzione, tu scorgi allor veramente che l'industre pennello contemporaneo, volle pinger non solo in quella tela il gran fatto, ma gli accessorj ben anco e le conseguenze utilissime del medesimo fatto. La gran folla cioé del popolo entusiasmato e plaudente all'eccelso Oratore. Le grazie strepitose e i prodigi che dalla gran Donna incoronata si ottennero. Le conversioni mirabili di peccatori ostinati che ne successero : cose tutte che la fama di santo angelico Encomiatore della Vergine al mio Fedele acquistarono. Tanto é vero, che volendo dopo un secolo circa rinnovare i Genovesi superbi la forma di quella Immagine veneranda, giudicarono non doversi ad altri che ai Capuccini donare l'antica statua dalle Vigne rimossa; giusto essendo, diceano, che se un Capuccino l'ha incoronata, dai Capuccini si venga custodita pregata e venerata. E venerata difatto pregata, custodita anche al dì d'oggi si osserva nell'interna Cappella del Noviziato in S. Barnaba, a monumento perpetuo della divozion di quel Padre predicator di Maria. Oh ! Maria! cara Madre Maria! deh! custodite, vi prego per quel sacro pegno, a voi sempre devoti di un tanto Padre i figli , e datemi grazia di potervi ad essi loro congiunto , e coi ferventi Novizj , cantare ogni sabbato laudi precise ed encomj, in quello stesso Oratorio ! Encomj e laudi che riflettevano e riflettono ancora sul P. Fedele, che onorava cotanto e facea dagl'altri onorare l'augusta Madre di Dio, ffonor est honorantis. E chi può quindi spiegare in qual'alta stima e riputazione si tenea da pertutto il venerato lui Nome? Il nome di un nobile Capuccino, che a pie' scalzo discorre evangelizzando l' Italia , né altro premio riceve di sue fatiche apostoliche fuorché l'estremo contento di veder per suo mezzo risvegliarsi ne' cuori l'odio al vizio, l'amore alla virtù, la divozione e '1 culto di Gesù e Maria , non vi par egli forse che questo Nome dovesse risuonar dolce, piacente e caro al Cielo insieme e alla terra? Sì, il Cielo lo ascolta, e come non mai vincer si lascia in generosità, così ricambia il suo servo d'esaltazione e di gloria con istupendi miracoli, che a legger v'invito presso altri biografi. Lo ascolta la terra, e '1 supremo Reggitore di essa, il Romano Pontefice Paolo V Teologo insieme e Concionatore Apostolico lo elegge; e'1 decimoquinto Gregorio, cui da Cardinale predetto aveva il Papato, all'onor della sacra Porpora innalzato lo vuole. Or che farà Egli ? Non potendo di quello sostenere il gran peso, ed a sobbarcarsi al sommo onore di questo, grande al par che in amore, in umiltà, rinuzia generoso ad amendue gli officj, per proseguire la sua diletta carriera di lucrar anime al Figlio, di far amanti alla Madre , vero fedel Ministro Predicator di Gesù e di Maria sino alla morte. Vanne vanne pure, o Magnanimo, parmi udire che il Papa, suo malgrado accettando la con sospiri e con lagrime ripetuta rinunzia , così gli dica, vanne e disfoga pure negli altrui petti lo zelo ardente e l'amore che incende il tuo. Abbrucia incenerisci distruggi tutto che nel cristiano dispiace ai purissimi sguardi di Gesù e Maria. Fa sì che all'una e all'altro s'intessino dai pietosi Fedeli, corone d'oro e d'argento o almeno di rose devote sulla terra, che presto, ah ! sì presto sarai tu meglio da Essi , che non da me coronato di gloria sempiterna su in Cielo. Che ascolto ? son queste voci di comiato oppure di vaticinio? Son l'uno e l'altro. Benedicono il Padre che và predicando a Napoli e vaticinano insieme il prossimo suo ritorno in Roma, e la ivi seguita sua morte. Venne questa il 10 Maggio 1622 a troncare una vita di 53 anni, vita che meritato avrebbe di durare altri cinquanta, all'onore dell'Ordine suo. al ben della Chiesa, a vantaggio del Mondo tutto. Ma sappia il mondo che quanto il P. Fedele fu impegnato in vita nell'onorar Maria , altrettanto Maria s'impegnò per farlo onorare in morte con gran frequenza di popolo , e con segnalati prodigi , e molto più si sarà dessa impegnata a renderlo,derlo, come Ella promise, glorificato in Cielo: Qui elucidant me vitam aeternam habebunt.

Scrissero del P. Fedele i seguenti :

1 . P. Antonio Olgiati, Annali

2. P. Gabriele da Modigliana, Leggendario Capuccino.
3. P. Bernardo da Bologna, che ne riferisce le opere edite a
Como e Milano.
4. // Cusani, nelle centurie de' Vescovi Vercellesi

 

 Opere

----  Oratione in lode di santo Carlo Borromeo Cardinale di santa Prassede , e  arcivescovo di Milano... del... Rev. padre fra Fedele de San Germano,... recitata da lui alli 7. di novembre 1610, nella chiesa della Concettione in Milano, nelle communi feste della canonizatione del santo -  Stampata in Milano nel 1610 - 26 PP

---- Esercizio per la conversione del peccatore - Stampato a Colonia nel 1614