IL Feudo di San Germano
Il 15 Ottobre 1214 i fratelli Enrico e Martino Dal Pozzo di Vercelli cedono i loro diritti sul contado sangermanese , compreso il castello, al cardinale Guala Bicchieri .
Il villaggio di San Germano era uno de’ più distinti tra i paesi che appartenevano all’antico , esteso contado di Vercelli: assai vasto erane il territorio; ma cominciò diminuire alquanto la sua importanza, quando Crescentino divenendo ogni dì più prospero, venne associato nel 1242 alla cittadinanza di Vercelli; e fu anzi fatto libero comune con proprio esteso territorio, distaccato da quelli di s. Germano, e di Livorno; locchè avvenne nel 1310.
Cardinale Guala Bicchieri (ca 1150 – 1227) è stato un cardinale e diplomatico italiano. Nacque alla metà del XII secolo dalla potente famiglia dei Bicchieri di Vercelli. Uomo colto e dalla solida formazione di tipo giuridico, intraprese la carriera religiosa, che lo portò ad affermarsi, grazie alle sue doti di abile diplomatico, come intermediario di pace in intricate vicende politiche. Nel 1215 fu inviato da papa Innocenzo III in Inghilterra e Francia con l'obiettivo di cercare di dirimere una difficile questione tra Giovanni Senza Terra e il re di Francia. C'era in gioco l'indipendenza stessa dell'Inghilterra. La mediazione di Guala Bicchieri ebbe successo e come compenso ricevette in dono dal re d'Inghilterra l'abbazia di S. Andrea di Chesterton. Con il ricavo garantito dal legato ricevuto dal re, Guala Bicchieri fece costruire la basilica di S. Andrea a Vercelli ed alcuni anni più tardi l'omonimo ospedale |
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Agli inizi del XIII secolo il Comune di Vercelli nell'arco di 40 anni promulga una serie di leggi , per favorire l'inurbamento della popolazione risiedente nelle comunità rurali , questa legislazione cittadina vercellese favoriva lo spostamento delle persone di ogni ceto sociale dalla campagna alla città.
A San Germano nel solo anno 1222 ben 56 capifamiglia giurarono il cittadinatico del comune di Vercelli , impegnandosi ad acquistare casa e risiedere in città ; 11 fra questi erano allodieri e per lo più continuarono a mantenere legami con l'insediamento d'origine ; due erano sicuri dipendenti della canonica S.Andrea di Vercelli. Nel 1224 quattro uomini di San Germano , alla presenza e per ordine di Anselmo Prealone , miles et vicarius del podestà Ugo Prealone , giurarono habitaculum della città di Vercelli , a tal fine ognuno di loro obbliga al comune la sua parte di una casa acquistata in città . Di seguito a ciò Anselmo Prealone accogli i suddetti uomini come abitanti di Vercelli.
1222 - Bonino ( Boterius ) di San Germano , alla presenza e per ordine di Anselmo Prealone , miles del Podestà Ugo Prealone , giura habitacolum della città di Vercelli ; a tal fine obbliga al comune la sua parte di una casa acquistata in città. Di seguito a ciò Anselmo Prealone accoglie il suddetto Bonino come abitante di Vercelli.
1222 - Uberto Amonasterio di San Germano , alla presenza e per ordine di Guglielmo Saporito , giudice e vicario del podestà Ugo Prealone , giura habitaculum della città di Vercelli ; a tal fine obbliga al comune la sua parte di una casa acquistata in città . Di seguito a ciò Ansemo Prealone accoglie i suddetti uomini come abitanti di Vercelli.
1222 - 2 settembre , giuramenti di habitaculum di due uomino di San Germano
1222 - Trentuno uomini di San Germano , alla presenza e per ordine di Anselmo Prealone miles del Podestà Ugo Prealone , giurano habitacolum della città di Vercelli ; a tal fine ognuno di loro obbliga al comune la sua parte di una casa acquistata in città. Di seguito a ciò Ansemo Prealone accoglie i suddetti uomini come abitanti di Vercelli.
Tuttavia nel 1240 fra i 51 dipendenti della canonica in San Germano risultavano esservi diversi individui con lo stesso cognome di 11 emigrante del 1222 ; dunque non per tutti l'emigrazione era stata un'esperienza di radicale rottura col luogo d'origine , sia perchè alcuni continuarono a possedere allodi nel territorio del villaggio , sia perchè altri vi lasciarono parenti o addirittura essi stessi vi fecero ritorno.
Li 19, febbraio 1221, Vercelli, palazzo del Comune. Il podestà di
Vercelli PnicJiino de Incoardis raduna il Consiglio per esaminar la di-
manda del cardinale di derivare un corso d'acqua da S. Germano. Il Consiglio di buon animo acconsente, e gli cede in dono 1' acqua di S. Germano e una corrente della città, anzi permette l' atterra-
mento di parecchie case attigue all' antica chiesa di .S. Andrea. Lo stesso giorno il podestà comunica al cardinale nel palazzo del vescovo la deliberazione del Consiglio.
In data 12 novembre 1223 in atto fatto nel castello di San Germano, i canonici vercellesi , Salimbene de Torcello e il maestro Giacomo de Carnario , su speciale mandato del Cardinale Guala Bicchieri , dal titolo presbiteriale di San Martino , misero frate Simone e frate Pietro canonici di S.Vittore Parigino , in nome della nuova chiesa di Sant'Andrea , fondata dallo stesso Cardinale , in pieno possesso del castello e della villa di San Germano e di tutto ciò che nel castello e nella villa e nei territori e nelle loro pertinenze era stato acquistato e acquisito , da chiunque chierico o laico in nome dello stesso Cardinale , cioè delle case , delle terre ,delle vigne , dei prati , dei sedimi , degli appezzamenti recintati , tutto con riserva di usufrutto (Rogito Notaio Aimo ).
Con altro atto del 12 Novembre, stesso anno,
1223, i medesimi Canonici Vercellesi, quali procuratori del Cardinale,
mettono in possesso del Castello e della villa di S. Germano Vercellese,
i detti Canonici Vittorini, Pietro e Simone : « Domini Salimbonus de
Torcellis "et Magister Iacobus de Carnario, Canonici Vercel"lenses, de
speciali mandato D. Gualae, titulo Sancti "Martini, praesbiteri
Cardinalis, miserunt Fratrem Simonem, et Fratrem Petrum Canonicos Sancti
Victoris Parisiensis, in corporalem et plenam possessio nem nomine
Ecclesiae Novae S. Andreae Vercellensis, quam fundavit idem D.
Cardinalis, Castri et Villae S. Germani, et omnium quae in iisdem Castro
et "Villa territoriis ecct. Actum in Castro S. Germani, "praesentibus
Petro, Otto. Ogerdino et Riccardo. "Ego Aymo ecct. interfui et scripsi.
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1224, gennaio 24, Laterano. Onorio III prende sotto la sua protezione il monastero di S. Andrea e stabilisce che i Vittorini conservino i possessi loro conferiti dal cardinale Guala in Vercelli, il
castello e la villa di Costanzana, Villa ragia, il castello e la villa di S. Germano, le case e le terre di Viverone et Carixiani.
I Guala risultavano proprietari di beni in San Germano anche con con Ottobono II Bicchieri , figlio di Guala I e fratello di Manfredi e Guala II ( Cardinale Guala Bicchieri ).
IL 29 ottobre del 1224 il Cardinale Guala Bicchieri si recò San Germano e davanti ai suoi procuratori completò il processo di trasferimento dei suoi beni a Padre Tommaso Gallo priore di S.Andrea. Il cardinale come notano i documenti relativi , si riservò bensì l'usufrutto vitalizio di questi beni , come aveva conservato il titolo e il beneficio canonicale , ma non per vivere una vita più agiata e splendida. Ma bensi tutti questi frutti egli li volle riservati per acquistare fabbricati e poderi in favore di S.Andrea già costruita , e dell'Ospedale alla cui costruzione , secondo gli stessi documenti egli effetivamente pose mano appunto nel 1224 . Il primo abate di Sant'Andrea di Vercelli , Tommaso da Parigi detto Tommaso Gallo , prese possesso del castello del borgo e di tutto il territorio circostante nel 1224 , con cerimonia di sottomissione svoltasi da 28 al 31 ottobre , durante la quale tutti gli uomini liberi di San Germano giurarono fedeltà all'abate , sottoscrivendo gli atti e giurando sul Vangelo.
Il 1º nov. 1224 concesse in feudo a Musso de Roppolo alcuni beni posti in San Germano a nome della chiesa di S. Andrea e ne ricevette il giuramento di fedeltà. cardinale, al priore Tomaso e a' suoi concanonici. All'atto erano presenti il Salimbeni e il de Carnario (rog. Aimo) .
An. 1224, novembre 11, Vercelli, palazzo vescovile. Il cardinale dichiara di aver cedute tutte le sue possessioni in città, in
Caresana, in S. Germano, in Costanzana, in villa Ragia, in Viverone e nelle loro pertinenze alla chiesa di S. Andrea, e ne
costituisce proprietario frate Tomaso priore, riserbandone l'amministrazione e l'usufrutto in vita (rog. Anselmo de mandato Alberti notarii) .
Il borgo e il castello furono spesso rifugio di monaci e abati , nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini che si avvicendarono al potere in Vercelli , e Pietro Bicchieri ( nipote del Cardinale Guala ) e l'abate Tommaso, di appartenenza Ghibellina , quando furono messi al bando dal Comune di Vercelli i cui reggenti erano Guelfi , si stabilirono a San Germano dal cui castello munito di guarnigione agivano contro i Guelfi di Vercelli.
Nel castello di San Germano, che quindi doveva già essere importante, pare sia avvenuta, alla morte del vescovo di Vercelli Ugo ( Ugo di Sessa † (novembre 1213 - 4 novembre 1235 deceduto)
, l'elezione del suo successore Giacomo da Carnario (Jacopo Carnario Vialardi † (1235 ? - 15 febbraio 1241 deceduto) legato da profonda amicizia con il cardinale Guala, e che proprio qui stabilì la sua dimora finchè, ritenutosi piú sicuro a Santhià, non vi si trasferì (Caligaris p. 14).
Credo che non prima del 1238 l'ab. Tomaso siasi inimicato coi Guelfi, perchè nel 1235 fece proibizione a' suoi vassalli di ascriversi a società ostili al vescovo di Vercelli (Arch. diStato, sez. I) e nel 1237 il vescovo De Carnario veniva ospitato a S. Germano.
Di quali diritti potevano godere gli abati sui possedimenti del borgo , è esplicativo il documento sotto riportato:
Quale fosse la misura di questo dritto di successione nei contadi rurali, io credo dipendesse dalla consuetudine locale e per farsene adeguato concetto riferirò una transazione seguita tra l'Abate di S. Andrea di Vercelli e gli eredi di certa Richelda di S. Germano, quantunque in data 1283 ind. XI exeunte mense augusti.
Come parte della dotazione accordata dal Cardinale Guala Bicchieri alla canonica di S. Andrea, a sue spese eretta nella nostra Città, competevano all'Abate i dritti di Contado nel borgo di S. Germano per cui imponeva eziandio il frodo regale come in atto 6 luglio 1238 (4); anzi in proposito di dritti su quel borgo mi sia lecito di accennare un documento curioso; perchè lo stesso Cardinale era stato investito il 15 ottobre , dalli Enrico e Martino dal Pozzo cittadini di Vercelli a vantaggio della Chiesa di S. Andrea de omnibus illis gallinis, quas annuatim habere et percipere consueverunt in tota loco S. Germani, quae gallinae dicuntur annae, e ciò mediante lire 50 per l'investitura da rinnovarsi ogni 29 anni. Tollerata questa digressione intorno all'antica progenie di quella Colonia di anitre, che tutt'ora vediamo in S. Germano, eccoci al promesso documento del 1283 che riferisco in nota. .Da quest'atto si ricava, che spettavano all'Abbazia in San Germano le eredità dei defunti senza eredi necessari!, per vero vi si legge senza discendenti, ma vuolsi credere che esistendo ascendenti venissero preferiti al Conte se risulta eziandio, che in mancanza di eredi necessarii loro era permesso di fare testamento, con che dovessero riservarvi una terza parte dell' eredità a favore dell' Abbazia stessa, e qui si osservi, che sebbene in oggi ci sembri strano, che sì fatti diritti di supremazia temporale fossero annessi a Chiese e Monasteri, sebbene in qualche caso e tempo si alleghi essersene avvenuti abusi, come in tutte le instituzioni umane, pure la popolazione soggetta se ne considerava privilegiata in quanto che nella generalità dei casi veniva trattata con molto maggiore mitezza di quello, che potesse sperare dai bisogni od ingordigie d'un signorotto secolare.
(I ) * Cimi quondam Richelda fllia quondam Michaelìs de S. Germano » decessiss«t nullis relictis heredibus a se descendentibus et cum fé- » cissei... testamentuni in quo heredem sibi instiluerat Ottlnum q. Tetri » Fichi de S. Germano, et cum Omidea lilia Jacobi Fornarii diceret se » habere jus in bonis dictse Bicheldae, et cum Dominus Uguccio Dei » grafia abbas sancti Andreae Percell. diceret bona dictae Richeldae » ad ipsum monasterium pertinere, cum successiones'in loco et villa » S. Germani pertinere noscantur ratione comitatus, et maxime cum » praedicta Richelda tertiam partém bonorum suorum dirlo monaslerto » non reliquerit, sicut debebat ratione successionum pertinencìum ad » dictum monasterium, tandem Dominus abbas volens mitius agere» Seguono i patti della transazione, per cui fu dato ali'abbazia il dominio di due pezze di terreno sborsando però 1' abate lire 8, soldi 7, den. 6 pavesi per comporre ogni cosa. Ardi- dì S. Andrea di Vercelli presso il cav. Aprale.
Dalla pergamena B. C. 100. dei diritti di S. Germano. Anno Dominice Incarnationis MCCXXIV . Indict. XIII. secundo ante Kalendas Nouembris . presencia testium infrascriptorum. D. Guala Dei grada tituli S. Martini Presbyter Cardinalis misit Fratrem Thoraam Priorem Ecclesie nove S. Andree Vercellensis quam ipse hediCcare facit nomine ipsius Ecclesie . et Fratrum suorum ibi existencium et illorum Fratrum . qui pro tempore fuerint in ipsa Ecclesia per manum in corporalem possessionem castri et uille S. Germani. et omnium rerum quas habet in loco et territorio eiusdem uille. a quocumque empta sint tam Clerico quam Layco suo nomine uel prefate Ecclesie . ita quod ipsi perpetuo et predicta Ecclesia habeant. et teneant. et possideant. cum omni accessu et ingressu. fìnibus et terminis. superioribus et inferioribus. et omnibus aliis pertinenciis suis. et faciant exinde quicquid facere voi uerint libere, ac sine contradicione alicuius persone . reservato tamen ipsi D. Cardinali in uita sua omnium rerum supradictarum usufructu . et piena ordinacione. Actum ad S. Germanum . apud portam castri. interfuerunt testes Magister Bonus. D. Mainfredus Bicherius . Guilelmus de S. Germano. Ardicio Traffus. Deus te Crescat. Gandolfinus. Ugolinus Borellus. Iohannes Cocus. Thomas. Guido de Stepbano
Barberio. Guilelmus Calegarius . Conradus Alamannus.
Dalla stessa pergamena B. C. 100 dei diritti di S. Germano Anno Dominice Incarnationis MCCXXIV. Indic. XIII. quarto exeunte Octubri. Petrus Gastaldus. Petrus Avalonus . Henricus Ferrarius . Iohannes Avalonus . Girardus Grilius. Albertus de Peleto. Guilelmus de Ecclesia. Lambertus Borgognonus . Iacobinus de Richelda. Ubertus a Monasterius. Ardicio Catanius. Boninus Boterius. Iohannes Crova. Guietus Caluinus. Iohannes de Corpa. lacobus Bellinus. Otto Paradisus. Anselmus Alegrancia. Guilelmus de Ecclesia. Petrus Melletus . Petrus Bonus Grilius . Henricus filius Alberti de Strata . Tolobertus . lacobus Petracus . Girogdus Textor . Iulius Paciana . Viuianus de Perogdo . Rufinus de Gasali. Albertus Coppa . Ardicio Comes . Iohannes de Henrico a Monasteri!. Germanus de Poncio. Guascus de Torcello. Martinus Pastor . Perogdus de Pauia . Michael Maxinus . Guilelmus de Alegrancia . Henricus Carena . Henricus de Bruno . Bonus Iohannes Carena . Ubertus Taper . Henricus a Monasterius. Bernardus de Iuliana . Michael Mazocus. et fìcta sua et terras si quando fuerint requisiti bona fide, et omnia que ad predictam Ecclesiam noscuntur perlinere. Item si ab eis consilium postularetur quod utilius eis uidebitur ipsis bona fide prestabunt. Item Credenciam eis ab ipsis Dominis suis patefactam secretam tenebunt. nec ullo modo patefacient quousque fuerit publicata. Salua tamen fidelitate D. Cardinalis in uita sua . et hoc totum factum est de mandato et precepto inscripti D. Cardinalis. Actum apud Ecclesiam S. Germani. interfuerunt testes presbyter Michael. Iohannes Yspaneolus. Quatocius . Gandulfus Scotus . Vbertus Bayanus. Aymerius Conversus . et Guilelmus Scolaris. Proxima uero die sequenti eodem loco corani testibus GandulOno . Vbertino Nouariensi. Iacobo Romano . Scotino . Traffo. Ardicione Gualterio. Symone. et Yspaniolo. Petrus Duranta. Jacobus Testa. Iacobus Platus. et Vgo nepos eius. Albertus de Carusio. Iacomellus nepos Petri Aualonis . Viuianus Alegrancia. et Vbertinus frater eius. Iohannes Scarella. Primundus de Galicia. Simon de Clara . Iacobus Rosa . Andreas Scarena. Item secunda die ante Kalendas Nouembris et eodem loco corani testibus Vbertino Nouariensi et Borello Romano . Petrus Siccus . Guilelmus de Aualono. omnes supradicti salua fidelitate D. Cardinalis in uita sua. iurauerunt fidelitatem tactis Euangeliis sepe fato D. Priori per omnia sicut supra dicium est. et hoc totum factum est de mandato et precepto inscripti D. Cardinalis. Ego Aymo Imperialis curie Notarius de mandato D. Cardinalis plures cartas unius tenoris inde scripsi. I Dalla stessa pergamena B. C. Anno Dorainice Incarnat. MCCXXIV . Indic. XIII. primo die Nouembris. presencia testium quorum nomina subtus leguntur. D. Guala Dei gracia tituli S. Martini Presbiter Cardinalis inuestiuit Mussum de Ropolo cum beretta. quam sua tenebat manu suo nomine et Ecclesie nove S. Andree Vercellensis nomine recti et gentilis atque paterni feudi de toto ilio feudo quod tenet et possidet uel quasi possidet in loco et territorio S. Germani. uel alius prò eo . sicut pater suus et eius antecessores tenere consueuerunt uel alius prò eis. Ita quod ipse et eius heredes habeant. teneant. et possideant uel quasi possideant cum omni accessu et ingressu finibus et terminis superioribus et inferioribus et omnibus aliis pertinenciis suis et faciant exinde nomine recti et gentilis ac paterni feudi quicquid facere uoluerint saluo iure ipsius D. Cardinalis et Ecclesie supradicte. Quod feudum promisit ei suo nomine et prefate Ecclesie iure defensare . guarentare suis sumptibus et dampnis ab omnibus personis sicut prò tempore fuerit melioratum aut ualuerit sub estimacione in consimili loco . et prò sic observando obligat ei predicto nomine omnia bona sua . et habeat hoc feudum tale ius et lalem consueludinem ac si esset acquisitum a predecessoribus ipsius
Mussi per predecessores ipsius D. Cardinalis. nulla legum auctoritate obstante. uude prefatus Mussus per ordinacionem mei infrascripti Notarli iurauit fidelitatem tactis Sacrosanctis Dei Euangeliis primo loco D. Cardinali. secundario Fratri Thome Priori Ecclesie noue S. Andree Vercellensis nomine ipsius Ecclesie et Fratrum suorum ibi existencium . et illorum Fratrum qui prò tempore fuerint in ipsa Ecclesia in hunc modum . uidelicet. quod non erit in Consilio nec in facto ubi perdant uitam nec membrum . nec habeant insultum nec carcerem contra uoluntatem suam in auere nec in persona . et si sciuerit uel audiuerit predicta maleficia eis debere fieri statim si poterit proibendo disturbabit. quod si facere non posset quamcicius poterit ore proprio litteris uel nuncio eis manifestabit. Item de illis rebus et possessionibus quibus sunt uel erunt saxiti et inuestiti ipsos ad manutendum. et si perderent ad recuperandum bona fide adiuuabit. et res eorum custodiet et saluabit dando et consignando eis redditus suos omnes et ficta sua . et terras si quando fuerit requisitus bona fide . et omnia que ad ipsos D. Cardinalem et memoratam Ecclesiam noscunlur pertinere. Item si ab eo consilium postularent quod utilius ei uidebitur bona fide prestabit. Item credenciam ei ab ipsis dominis suis patefactam secretam tenebit nec ullo modo patefaciet quousque fuerit publicata. Inscriptam uero fidelitatem fecit ipse Mussus saluis anterioribus Dominis suis. Actum in palacio D. Episcopi Vercellensis. Interfuerunt testes D. Sallinbenus . D. Iacobus de Carnario . D. Lafrancus et plures alii. Ego Aymo Imperialis Curie Notarius adfui et de mandato D. Cardinalis plures cartas unius tenoris inde scripsi.
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