La Fraschea

Il nome Fraschea comune ad altre realtà piemontesi risalenti al medioevo , derivava dalla ragione stessa dell'utilizzo del luogo ; cioè , adibito alla crescita della legna da ardere a beneficio delle comunità. Appartenente da tempo immemore ai sangermanesi , col tempo il luogo ospitò anche la Fornace della comunità.

Anche se i primi riscontri cartacei sono metà del 700 la Fornace ( probabilmente anche più antica ) e utilizzata dai sangermanesi come fabbrica di mattoni , la posizione era particolarmente favorevole data l'abbondanza d'acqua e della legna da ardere.

La Fornace della Fraschea ebbe la sua importanza per la Comunità , durante la costruzione della nuova Chiesa Parrocchiale . I mattoni della nostra chiesa furono cotti nella fornace e trasportati in paese da una lunga fila di sangermanesi , che se li passavano da mano in mano , facendo la cosiddetta "tira".

In questa cartina di fine 700 , che riporta le proprietà del Conte Castelnuovo delle Lanze nel territorio sangermanese della regione Pettiva , la zona Fornace viene espressamente citata come confinante a suddette proprietà.

La "Fornace" è ancora citata in questa cartina di metà 800

Già a fine del 700 la comunità riduceva l'estensione della zona Fraschea adibita a legna da ardere , affittandone una parte ai privati. Il 14 Gennaio 1788 la Comunità di San Germano , nella persona del sindaco Pietro Belvisotti , chiede di poter coltivare a riso un " tenimento proprio della Comunità" sito in regione Fraschea della superficie di 62 giornate.

Nel 1829 ne venivano messe in asta affittuaria altre 17 giornate .

Nel 1913 veniva  di nuovo messo all'asta anche il rimanente territorio per altre coltivazioni

Nel Gennaio 1924 si rinnovava definitivamente l'asta per l'affitto dei terreni