JACOPO SUIGO

 (SEC.XV)

 STAMPATORE

 L'arte tipografica fu iniziata in Torino da Vercellesi.Il dottiss-imo Pietro Cara di San Germano ed il celebre Medico Pantaleone da Confienza nel 1473 vi chiamarono due tipografi francesi, Giovanni Fabri di Langres e Giovannino de Petro .Per opera di questi due,in detto anno usciva alla luce un "Sreviarium Romanumn,il piu' antico libro che si sappia essere stato con data certa stampato in Torino . Il  Fabri nel 1475,separatosi da Givannino de Petro, trasportò  ~ la sua tipografia a Caselle Torinese,in cui già da più di un secolo era in fiore la fabbricazione della carta. Nel 1477 ritornava a Torino.Chiamato dal concittadino ,senatore Pietro Cara,succedeva al Fabri in Torino Jacopo Suigo di San Germano Vercellese, detto semplicemente maestro Giacomino.,. Fermatosi dieci anni a Venezia,pote' conoscere e frequentare Nicolò Jenson e Vindelino da Spira e da loro e da altri di quella età -in Venezia -imparò l’ arte tipograf ica.Nel 1485 ritornava in Piemonte e stampava in Vercelli l'opera "Nicolal de Auxeno supplementum Summa e Pisanellae", opera piu' comunemente conosciuta col  semplice titolo di "Summa Pisanella".Nell 'anno seguente pubblicava pure in Chivasso la "Summa Angelican del Beato Angelo Carletti e addì l0 Aprile 1487 compita in Torino 1 'edizione dei "Commentari" di Domenico da San Gimignano sopra il sesto libro delle decretali,lo dedicava al suo compaesano Pietro Cara. Nel 1487 dedicava pure al Cara la ristampa,con relative e necessarie aggiunte,dal medesimo volute,fatta in Torino dalle Leggi Ducali,che dieci anni prima erano state stampate dal Fabri.In Aprile del 1488 dedicava allo stesso le "Istituzioni" di Giustiniano..Nel 1489 finalmente lo Suigo faceva una società,che durava fino al 1498,con Niccolò Benedetti, di nazione Spagnuolo ,la cui stamperia continuò successivamente e passò in mani di Antonio Ranoto,che ebbe per socio Giovanni Ferrari da Trino.

GIACOMINO SUIGO a TORINO

Siamo a Torino nel 1477 , la città anche se non era ancora la capitale definitiva del Ducato , era il soggiorno principale del governo , e vi si stabiliva un buon tipografo che aveva appreso la sua arte a Venezia . Jacobino Suigo da San Germano Vercellese era un singolare tipo di irrequieto faccendone , che amava fare fare un pò di tutto , dedicandosi in ispecie a quanto di nuovo l'ancor lento progresso del tempo offriva all'umanità . E naturalmente volle essere anche tipografo , e darsi alla nuova arte con tutto il fervore della sua intraprendenza . Oltre a molte opere giuridiche e letterarie in latino è curioso ricordare che  Jacobino Suigo pubblicò anche "L'arte di aritmetica e di geometria" di Francesco Pellos , in dialetto nizzardo. Ottenne naturalmente tutta la protezione dei Principi sabaudi  ,  e fu anche libraio di Corte e legatore di libri di lusso per la Duchessa Bianca. Nei conti del tesoriere generale conservati presso l'archivio camerale di Torino si trova alla data 27 aprile 1496 una annotazione per il pagamento di 2 fiorini e tre grossi a : "maistre jaquemin librier de Thurin puor une quart d'aune de fin sattin noir de Gennes puor couvrir unes heures pour Madame la Principesse" il libro di preghiere coperto di seta nera  della Duchessa Bianca , era stato dunque curato nella rilegatura da messer Jacobino Suigo tipografo assai accreditato nella buona città di Torino. Ma anima di goliardo e di zingaro aveva Jacobino , e non amava la diuturna tranquillità di una vita comoda come quella che poteva vivere alla Corte sabauda. Qualche nuovo miraggio lo attrasse ; partì , andò a Lione e Venezia , forse altrove , e la vecchiaia , la povertà lo raggiunsero per farlo oscuramente finire , rimpiangendo certo i giorni sereni in cui comodamente rilegava libri per la serenissima Duchessa Bianca di Savoia.

Jacopo Suigo usò firmarsi in più modi ma sempre riferendosi al suo luogo d'origine ;

Iacobinus de Suico de Sancto Germano

Iacobinus Suigus Sangermanatis

Iacobinus Suigus Sangermanus

Iacobinus Suicus In sancto Germano Vercellensis diocesis

 

 

 

Da un articolo di G. Deabate su "Nuova Antologia - 1913"

"Vedetelo nel quadro di Mazza , conservato a Milano , dove Jacopo Suigo , uno dei primi e più importanti tipografi di quel tempo , mostra al pubblico le prime stampe uscite dal suo torchio . E' la piazzetta di un borgo piemontese forse del suo San Germano . E là presso un rustico porticato , lo circondano uomini gravi , studiosi che esaminano le pagine impresse e baldi menestrelli, forse compagni della vita randagia del giovane tipografo , e donne e ragazzi che lo guardano meravigliati , mentre Jacobino leva in alto , perchè ben lo osservino , un foglio del volume che stà stampando. E frà quegli spettatori , fra gli studiosi , si trovava probabilmente uno dei celebri diplomatici e letterati di quel tempo, Pietro Cara , compaesano del Suigo al quale maestro Giacomino , dedicò gran parte delle sue edizioni."

La Marca tipografica del Suigo

Ornamento d'arte anch'essa , come i fregi , i contorni delle prime pagine e le iniziali cospicue per egregi intagli , la marca tipografica apparve primamente nelle edizioni fatte l'anno 1481 in Venezia . Consisteva da principio di un cerchio bianco su sfondo rosso e nero attraversato da una linea orizzontale , da cui parte un asta tagliata da due linee in modo da formare una doppia croce. La marca che , quando non si limitava al monogramma , portava l'insegna della bottega libraria , si metteva alla fine del volume ; ma nel cinquecento si cominciò a trasferirla dall'ultima ala prima pagina , posto che è tuttora conservato.
.Horae: ad usum Romanum

Lyons: [Jacobinus Suigus and Nicolaus de Benedictis], 20 Mar. 1499.
 

Jacopo Suigo , originario di San Germano Vercellese, e che fu ingaggiato per stampare in San Germano, Vercelli, Chivasso, Venezia e Torino; più tardi, si trasferì a Lione, nel 1496. Mentre era a Torino, ha lavorato con Nicolò de Benedictis, di Catalonia, e la loro collaborazione continuò a Lione. Ci sono 37 opere di incunabola nate dal loro lavoro congiunto.

Il libro qui mostrato è stato stampato con i soldi elargiti da Boninus de Boninis di Ragusa, stampatore anch'egli, che produsse 40 titoli di incunabula a Brescia. Il contorno è stato realizzato utilizzando metallo inciso.

In onore del suo celebre concittadino Jacopo Suigo e del suo importante protettore Pietro Cara i Sangermanesi su proposta del Prof. Luigi Rollone e del Poeta e Giornalista Giuseppe Deabate , il 21 Maggio 1899 posero una lapide sul frontone del Palazzo Municipale . tale lapide durante la ristrutturazione del Palazzo Municipale degli anni 30 , fù ricollocata nell'atrio interno dello stesso palazzo. Si ricorda che in occasione del giorno della cerimonia la società Mediterranea , che gestiva a quel tempo la ferrovia Torino - Milano concesse in via straordinaria la fermata dei treni Diretti delle ore 10 e delle ore 20.

In San Germano sono state dedicate due vie al concittadino tipografo , quella che collega Piazza Mazzini con Piazza Garibaldi a nome Jacopo Suigo , e quella che collega Piazza Garibaldi con Via circonvallazione a nome Suigo di Levante , probabilmente prima della ristrutturazione del vecchio Municipio a metà degli anni 30 con l'abbattimento del muro di cinta e l'avanzamento della Piazza Garibaldi , le due vie Suigo erano considerate una via sola.

Il 21 Ottobre 1984 sulla facciata dei portici medioevali , dove su suppone avesse la bottega Jacopo Suigo è stata posta un altra lapide in suo onore.