MARIO MARATELLI
(1879-1955)  
AGRONOMO
 

Il seguente articolo è stato estratto da un intervista della Sgr.Laura Pantaleo Lucchetti realizzata nel settembre 2007 ad Augusto Maratelli e pubblicata su web all'indirizzo

http://www.bosina.net/2007/09/la-cascina-canta-di-novara-ovvero-il.html

Mario Maratelli nacque nel 1879 da genitori ignoti. Il nome gli fu imposto dall’ospizio al quale fu affidato per i primissimi giorni di lingua: un nome quindi di fantasia, “come uno scioglilingua” rimarca il nipote Augusto: un nome che diventerà famosissimo, l’emblema stesso del riso per decenni. Ebbe diversi genitori adottivi che purtroppo morirono precocemente e fu infine accolto nella propria famiglia da uno zio agricoltore che risiedeva ad Asigliano, nella Bassa Vercellese, dal quale eredita diversi terreni sui quali si cimenta nella coltivazione del riso, la coltura predominante del territorio. Si crea una sua propria famiglia sposando Maria Brusa e si circonda di tanti amici che lo aiutano nel suo lavoro di risicoltore, che in quegli anni si affida a tecniche totalmente manuali.
Un giorno di fine agosto del 1914, mente in una sua risaia di Asigliano stava mondando il riso ormai prossimo alla maturazione dalle piante infestanti, Mario Maratelli scopre un gruppo di pannocchie più alto delle altre. Lo lascia dove sta e scopre che appunto la maturazione di queste piante è precoce rispetto alla varietà che stava coltivando, cioè l’Originario o Chinese originario. Decide quindi di tenere le sementi per l’anno venturo e di anno in anno aumenta il terreno riservato a questa nuova pianta di riso, affidando le cure al suocero durante il servizio militare prestato in guerra. Il nuovo riso, ormai coltivato a pieno campo, si mostra unico nel suo genere: essendo un “ibrido naturale stabile”, le sue caratteristiche rimangono costanti e le nuove piante sono identiche alle madri. Nel 1921 questo riso viene registrato come MARATELLI nel Registro Nazionale delle Varietà e Mario Maratelli inizia la grande avventura che porta il suo nome, spostandosi con la sua famiglia a San Germano Vercellese dove lascia che portino avanti il suo lavoro i suoi due figli, Francesco e Giovanni. Alla Cascina Valasse il Maratelli attecchisce bene e dà splendidi risultati. Nel’53 mario viene insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana per le benemerenze acquisite in campo agricolo. Muore due anni più tardi e riposa ad Asigliano.


 
Intanto il riso Maratelli si impone come la varietà più largamente coltivata ed anche apprezzata dai consumatori: fino agli anni Settanta non c’era massaia che non lo identificasse come il riso per antonomasia e che non lo usasse per i suoi piatti, così come nella ristorazione altro non si cercava se non il riso Maratelli. Un riso nato per la panissa, : un riso da risotti, un semifino ma “ai limiti della categoria dei semifini”: è infatti un chicco tondeggiante, piccolo rispetto ai semifini, ottimo nella tenuta della cottura, amidaceo quanto conviene ad un risotto eccellente, perfetto nel “minestrare” ingredienti tradizionali.