Il mercato e le fiere del villaggio
Da tempo immemorabile il mercato di San Germano ha luogo il lunedì di ogni settimana . Avanti la guerra del 1915-18 mercati e fiere si svolgevano in piena forma , e cioè con abbondanza di merci e di animali con numeroso interventi di compratori e venditori. Al mercato si riversavano uova , pollame da allevamento e da cucina , bipedi e palmipedi stagionali da cortile , di razza nostrana , di gusto sapido per il naturale genuino mangime somministrato. Arbitro , si può dire dell'andamento dei prezzi erano le esperte pollivendole di Vercelli. , le quali raccoglievano tutto quanto portava la gente dei cascinali e le buone massaie del paese. Col ricavato dalle uova e dal pollame , le donne si aggiravano poi sul mercato per l'acquisto di telerie , maglierie , utensilerie di cui sentivano la necessità. La povera gente cedeva uova e qualche capo di pennuti per rifornirsi nient'altro che di saracche e di formaggio a minor costo ed all'effetto dell'economia della casa. Le pollivendole stazionavano sulla piazzetta della chiesa della SS. Trinità (demolita negli anni 50 perchè pericolante) , tale piazza già nell'antichità chiamata piazza del Castello , era stata successivamente chiamata "Piazza del Mercato" , per poi cambiare definitivamente nome nell'attuale "Piazzetta Dante Alighieri".
Le Fiere a San Germano avevano fino alla fine degli anni 40 , una frequenza trimestrale . Alla fiera comparivano cavalli, buoi , mucche, vitelli , maiali. Gli equini si disponevano nel quadrato dell' Allea , i bovini sul grande piazzale (non ancora occupato dalle Nuove Scuole ), ora Piazza Garibaldi , ed i suini erano disposti lungo la via della masseria agricola denominata "Posta Vecchia",che porta al Camposanto , attualmente Via Circonvallazione (retro Scuole Elementari). I banchi carichi di mercanzie occupavano largamente tutta la superficie della Piazza Umberto I (attuale Piazza Mazzini) e le vie adiacenti. C'era di tutto : filati , tessuti , manufatti , mercerie , utensilerie , calzature , recipienti di rame , stoviglie , cianfrusaglie , giocattoli , ecc. Piazze e vie di sboocco , riboccavano di prodotti di ogni genere in un brusio di voci e di alti richiami da parte dei negozianti per allettare i passanti e concludere con essi , buoni affari.
Dai primi decenni dell'800 ( data da cui abbiamo i primi riscontri su "Calendario Georgico della Reale Società Agraria di Torino del 1829-36") le date trimestrali delle Fiere in S.Germano erano ; 7 Marzo - 11 Giugno - 14 Settembre - Dicembre - Santa Lucia. Questo calendario rimase immutato fino agli inizi del 900 "GUIDA AMMINISTRATIVA COMMERCIALE ed AGRICOLA del 1911"quando vengono modificate in ; 7 Marzo - 18 Luglio - 14 Ottobre - 13 Dicembre
La Piazza della Fiera agli inizi del Secolo |
Annuncio del 1844 in cui è citata la Piazza della Fiera e l'Albergo dell'Iinghilterra ora ( Leon D'Oro)
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Allora il potere d'acquisto più alla mano era la Lira (venti soldi) , il Soldo (cinque centesimi) e la misura lineare il Raso (sessanta centimetri) , e sbracciandosi il rigattiere scandiva a voce alta "quat sold al ras , quat sold". Naturalmente in tutto questo movimento scaturivano anche buoni affari per gli esercenti locali.
Dal dopoguerra la situazione è notevolmente cambiata , il mercato settimanale (sempre di lunedì si è progressivamente ristretto a pochi banchi attuali ,sparpagliati tra Piazza Dante Alighieri e Piazza Mazzini , le Fiere si sono ridotte al numero di una all'anno ( Fiera di Santa Lucia il 13 Dicembre), e occupa solamente la Piazza Mazzini e pochi metri di Via Cavour e Via Cara , e non ci sono più animali in vendita .
La Fiera di San Germano nel periodo Napoleonico
Nel travagliato periodo a cavallo tra il XVII e XIX secolo le fiere sangermanesi ; dalle tre annuali si ridussero di numero. Infatti con l'insediamento del governo napoleonico e la normalizzazione del territorio , si fece concreta la possibilità di ritornare alle vecchie consuetudini e la comunità sangermanese forte di una petizione indetta dal Comune di S. Germano chiede al Prefetto del Dipartimento della Sesia, il ristabilimento di tre fiere all'anno; che sentito il consiglio, decreta:
Notificanza de La Municipalita' di S. Germano, con la quale, premesso che il Generale Jourdan, Amministratore generale in in Piemonte, con con decreto 9 pratile anno nono (29 maggio 1801), ha ristabilito le tre fiere solite tenersi anticamente in in detto comune, vengono fissati i giorni destinati per le fiere stesse.
Dopo qualche decennio le fiere Sangermanesi si incrementano con l'inserimento al 13 Dicembre della Fiera di Santa Lucia.
La Fiera di San Germano a metà dell'800
Dalle Lettere di Giacinto Corio ( gestore della Tenuta di Leri ) a Camillo Cavour nel periodo che va dal 1841 al 1855 , si riesce a intravedere l'importanza che avevano le tre Fiere sangermanesi , nell'ambito dell'economia del vercellese : in modo speciale nel settore della compravendita del bestiame .
Riportiamo alcuni brani delle lettere in cui si parla della nostra fiera.
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Lettere di Giacinto Corio a Camillo Cavour (1843-1855) - Fondazione "Camillo Cavour", 1980 - 474 pagine