San Germano e il flagello della Peste

La Peste del 300

Quando arrivò la peste del 1347 l’Italia e il  Vercellese stavano vivendo un periodo di depressione economica da oltre un quarantennio, causato dal fatto che l’espandersi vertiginoso delle città, delle manifatture tessili, dei commerci internazionali e delle attività finanziarie degli istituti di credito, aveva arricchito soltanto i ceti mercantili, portando alla miseria quelli rurali, che si videro costretti ad abbandonare le campagne e a trasferirsi in massa nelle città, dove l’impiego come operai salariati non fu mai sufficiente per assorbire l’incredibile sovrappopolazione urbana, sicché lo spopolamento delle campagne impediva il reperimento di adeguate derrate alimentari, di cui i cereali costituivano assolutamente la più importante (frumento, segale, miglio…)Abbiamo una testimonianz di tale spopolamento da una supplica di abitanti di Muleggio, venuti rispettivamente da San Germano (Savoia) e da Fontanetto (Monferrato) «ad standum et habitandum in loco Mulegii qui locus erat inhabitatus omnino, spectantes gaudere benefi cio exemptiones et immunitates quibus gaudent alii euntes habitandum civitatem Vercellarum vel loca inhabitata».

Nel 1361 la pestilenza imperversò nei contadi di Vercelli e di Novara , e vi perirono i due terzi degli abitanti; tre anni dapo fuvvi la carestia per causa dell'apparizione delle locuste, le quali nel mese di agosto del 1364 occupavano l'aria come dense e vaste nubi , ed offuscavano il sole. Volavano esse con molta forza, e tutte dirigevansi dalla stessa parte nel volo; scendevano poi sui campi, e a vederle discendere pareva che cadessero fiocchi di neve: questi voraci animaletti erano verdi ed avevano grossi il capo ed il collo. Nel terreno su cui erano erbe , foglie e frutta rimanevano esse distrutte; e così questi eserciti di locuste isterilirono il suolo e durò il flagello dal mese di agosto sino ll'ottobre. Un siffatto disastro era già avvenuto nelle nostre contrade nell'anno 873. Nel quadro dell’accentuata mortalità epidemica e delle devastazioni belliche di fine Trecento, per diversi villaggi, quali Pezzana, Palestro, Capriasco, Casalvolone, Rive, Sandigliano, Larizzate, Cerrione, Casanova Elvo, Sala Biellese, San Germano e Borgo d’Ale sono testimoniati significativi ribassi demografici.

La peste nera è documentata sul territorio nel 1348-1350, nel 1361, 1384, 1388

La Peste del 600

Gli effetti congiunti delle epidemie seicentesche, in particolare della peste del 1630 e della recrudescenza del 1656-1657, delle intense vicende belliche e forse anche, in misura minore, della dominazione spagnola sul Vercellese, tra il 1638 e il 1659, assai gravosa dal punto di vista fiscale, sembrano avere colpito la regione, provocando, nella seconda metà del secolo, situazioni di forte spopolamento e la scomparsa di interi centri. Dalle cronache Biellesi del tempo abbiamo alcune informazioni "..... ma la condizione doveva ancora aggravarsi pei casi di peste verificatesi a Zubiena e a Cerrione , e poco di poi , in quel di Tronzano , Alice Castello , San Germano Vercellese , Cigliano e paesi limitrofi , dove appunto il Biellese soleva rifornirsi del grano e delle farine , di cui aveva difetto : preclusi quei luoghi , Biella si vide nella necessità di inoltrare suppliche su suppliche per potervi accedere , se non altrimenti con bollette di entrata e uscita....".

La probabile origine del pellegrinaggio dei Sangermanesi a San Vitale di Roppolo , per sciogliere il voto fatto dai nostri concittadini nel 600 , trae spunto dalla fine del flagello della peste sul nostro territorio.