Il Grande Sciopero del 1906
Il nuovo secolo è appena iniziato all'insegna del progresso che stà lentamente cambiando il volto delle città. Nelle campagne non c'è tempo di pensare a niente all'infuori dei campi. Le condizioni dei lavoratori , e dei contadini in modo particolare nell'agro vercellese , erano condizioni di inumano trattamento , servitù della gleba , orari dall'alba al tramonto , fanciulli piegati dalla fatica fin dalla tenerissima età , nessun accordo sindacale , nessuna legge protettiva. I salari erano fissati dal padrone a suo arbitrio , ed erano salari da fame , la mortalità infantile altissima , l'analfabetismo dilagante.
In questo periodo difficile , i contadini vercellesi si organizzano in associazioni e Leghe. A San Germano nel 1901 viene fondata la Lega dei Contadini , e già nel primo anno di vita conta 210 soci , nel 1905 già esiste una sezione socialista , guidata da Terzo Chiappo e Agostino Grassis .
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Il Capitano Carlo Campari ottiene per questi eventi nel maggio 1906 una decorazione al valore ; Medaglia di bronzo al V.M. - Perchè in occasione di tumulti popolari, alla testa del suo squadrone, benchè ferito due volte da colpi di sasso, tenne contegno energico, risoluto e prudente, riuscendo a ripristinare l'ordine senza che fosse fatto uso delle armi. San Germano Vercellese, Novara, 31 maggio 1906. Regio Decreto 18 aprile 1909.. |
I primi scioperi a San Germano iniziano Mercoledi 8 Marzo 1905 , per esigere dai proprietari agrari il rispetto del Regolamento Cantelli , che regolamenta gli orari di lavoro nelle risaie (inizio un'ora dopo il levar del sole e fine un'ora prima del tramonto ) , lo sciopero si estende anche nei paesi vicini di ; Pezzana , Tricerro , Ronsecco , Trino e Sali. In questa battaglia per le otto ore di lavoro in risaia , si distingue per tenacia l' Avv. Modesto Cugnolio , coordinatore delle varie Leghe contadine dei paesi del basso vercellese (sarà poi eletto Consigliere Provinciale nel 1907 e Deputato nel 1913).
Mentre tanto disordine infieriva a Vercelli, altri e nelle loro conseguenze anche più gravi tumulti si rinnovarono a San Germano , che si ebbe già a rilevare Per quella mancanza di intesa e di solidarietà gli agricoltori avevano fra gli stessi agricoltori, era avvenuto che a acconsentito alla giornata di 8 ore; mentre eguale concessione non avevano fatta quelli di S. Germano. Duravano ancora le trattative in municipio fra gli agricoltori ed una commissione di contadini, quando una gran folla di questi in numero di oltre un migliaio si raccolse sulla piazza del luogo; e saputo che l'accordo non era stato raggiunto, ostruì ogni uscita dell'edifizio tenendovi prigioni gli agricoltori per oltre due ore. Era sul luogo un funzionario di pubblica sicurezza che aveva presenziata la riunione, e vi era pure un reparto di cavalleria; ma al primo tentativo che la truppa fece per disperdere la folla, questa proruppe in aperta rivolta, che solo a grande stento fu potuta contenere e quetare; ed in tale occasione rimasero feriti di sassate il capitano Campari ed un soldato; essendo dovuto solamente alla ammirevole calma e sangue freddo dei preposti al mantenimento dell'ordine, se fatti di gran lunga più dolorosi non ebbero a verificarsi. Il prorompere della rivolta, però, impressionò siffattamente gli animi degli agricoltori presenti, che questi accettarono di subito ed in blocco il patto agra. rio voluto dagli scioperanti; ed è indubbio che tale accettazione fu dovuta al contegno oltremodo minaccioso della folla, sebbene nulla avessero gli agricoltori a temere per la loro sicurezza personale, protetta dalla truppa che era sul luogo. A San Germano, il 21 agosto, malgrado l'accettazione dei patti imposti, i contadini si posero in sciopero per solidarietà con gli operai scioperanti dello stabilimento per la brillatura del riso. Anche gli schiavandari di San Germano armati di bastoni, obbligarono 16 loro compagni a scioperare.
Di fronte a questa sollevazione generale dei contadini e alle imposizioni di orari e di mercedi sino allora mai praticate, l'assemblea straordinaria dell'associazione fra gli agricoltori il 21 agosto votò un ordine del giorno di protesta contro la violata libertà del lavoro e contro la asserita mancanza di tutela da parte del Governo.
E' il 1906 l'anno più intenso delle lotte contadine , il 25 Maggio scoppia senza preavviso nel vercellese uno sciopero generale , con un'imponente manifestazione a Vercelli , a cui partecipano parecchi Sangermanesi , ma è il 31 Maggio che a San Germano si hanno gli scontri più violenti , tra i Lancieri di Novara di stanza a Vercelli alla caserma San Giacomo , e diversi scioperanti Sangermanesi accusati di aver illegittimamente privato della libertà personale , il Sindaco Antonio Roncarolo e gli agricoltori ; Secondo Bosio , Rinaldo Varalda , e il geom. Pietro Perazzo . Questi sarebbero stati tenuti per più ore prigionieri nella sede municipale , dove si erano riuniti per cercare un accordo con gli scioperanti . Gli scioperanti avrebbero inoltre oltraggiato e minacciato , ufficiali , carabinieri e soldati , con epiteti come ; cosacchi , vigliacchi , avrebbero usato violenza al delegato di pubblica sicurezza Giuseppe Fumagalli , e avrebbero ferito il capitano Carlo Campari ad una gamba , con un punteruolo , ed il soldato Orfeo Torri ad un occhio con un sasso . I negozi per diversi giorni tennero abbassate le saracinesche , e proseguendo lo sciopero , venne acquartierato in paese , una compagnia di fanteria. Diversi dimostranti vennero tratti in arresto , e trasferiti in carcere a Vercelli , in paese ad opera del maestro Alessandro Gionino viene organizzato un comitato pro-carcerati con l'intento di raccogliere fondi per le famiglie dei reclusi , in questa occasione i Sangermanesi dimostrarono grande solidarietà.
Il 4 ottobre1906 si svolse presso il Tribunale di Vercelli il processo dei fatti del 31 Maggio , 40 erano i testimoni , 13 gli imputati:
Il Pubblico Ministero chiede la condanna del Ruggini a 2 anni 500 lire di multa , il Garella a 2 anni e 500 lire di multa , Leone a 15 mesi e 500 lire di multa , Bellomo a 5 mesi , Varzoletti a 5 mesi e 150 lire di multa , Minaglia a 10 mesi e 500 lire di multa , Cagna a 10 mesi e 250 lire di multa , Emanuele Margherita a 15 mesi e 500 lire di multa , Emanuele Emilia a 12 mesi e 20 giorni e 300 lire di multa , Accotto a 10 mesi e 500 lire di multa , Buffa a 10 mesi e 500 lire di multa , Mosca a 10 mesi e 500 lire di multa.
Il Tribunale emette le seguenti sentenze; Ruggini 2 anni di detenzione e 500 lire di multa , Garella 2 anni di detenzione e 500 lire di multa , Leone 15 mesi e 500 lire di multa , Bellomo 5 mesi di detenzione , Cagna 10 mesi e 250 lire di multa , Emanuele Margherita 15 mesi e 500 lire di multa , Emanuele Emilia 12 mesi e 20 giorni e 300 lire di multa . Assolve dalle imputazioni loro ascritte la Varzoletti , Minaglia , Accotto , Buffa , Cornalino e Mosca. Sospende la pena per la Cagna , Emanuele Emilia e la Bellomo.
Gli scioperi continueranno ancora per alcuni anni con motivazioni anche diverse , ma la battaglia per le otto ore era vinta.
LA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA DEL 1906
Azione svolta dalla Commissione. Partenza da Roma e arrivo a Novara e Vercelli. Ossequente agli ordini che le furono dati verbalmente, la Commissione partì da Roma la notte dello stesso giorno ventotto agosto.
La sera del ventinove era a Novara, dove si costituì e, presi gli opportuni accordi preliminari ed affidata la presidenza al commissario Siemoni, diede notizia del suo arrivo al prefetto commendatore Musi.
L'indomani mattina ebbe col capo della provincia un lungo colloquio intorno alle cause che determinarono le recenti agitazioni dei lavoratori delle risaje. Adunanze in Vercelli. Dopo ciò la Commissione stabili di tenere le sedute negli uffici della sottoprefettura, in una sala messa a sua disposizione «lal sottoprefetto e, prima di sciogliersi, fissò l'ordine delle adunanze e dei lavori deliberando d'interrogare, oltre alle autorità locali, i rappresentanti degli agricoltori e quelli dei contadini, i funzionari di pubblica sicurezza, gli ufficiali sanitari e quelle altre persone che ne facessero domanda.
Il giorno 31 agosto si tennero due sedute: in quella del mattino furono intesi l'on. deputato Piero Lucca, che primo fra tutti aveva chiesto per iscritto di essere interrogato, e insieme a lui il marchese ingegnere Vincenzo Ricci, presidente della Associazione fra gli agricoltori del vercellese, am bedue in rappresentanza dei conduttori di fondi; nella seduta del pomeriggio furono interpellati molti proprietari e fitta bili, fra cui i signori cavaliere Tavallini, ingegnere Guglielmo Pozzi, conte Carlo Arborio diGattinara, cavalier Marcone, marchese Ricci suddetto ed altri, i quali tutti riferirono alla Commissione sui fatti più salienti dell'agitazione dei contadini, asserendo che le nuove pretese dei lavoratori erano tali da compromettere seriamente le sorti di una coltura, che anche per il contadino è la più rimuneratrice e che tanta importanza ha acquistato nell'economia agraria della nazione.
Nel mattino del 1° settembre, secondo quanto era prestabilito, furono ascoltati l'avvocato Modesto Cugnolio, segretario della Federazione regionale agricola del circondario di Vercelli, Rinaldo Locarni, vicesegretario e già la. voratore delle risaie e il maestro Angelo Fietti, ascritto alla Camera del la. voro e facente parte esso pure della Federazione.
Essi fornirono molti dati intorno ale cause del movimento operaio, alle condizioni economiche ed igieniche dei lavoratori delle risaie, all'orario dei lavori nel tempo della monda e in quello della mietitura e trebbiatura del riso, all'agitazione manifestatasi dopo l'approvazione del nuovo regolamento, all'alimentazione dei contadini, ai locali che servono di ricovero ai lavoratori avventizi, alla cura profilattica del chinino e alle domande avanzate dai contadini obbligati che vivono nei cascinali, conosciuti sotto i nomi di salariati, sudditi o schiavandari.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, mentre il commissario Ceola, col sotto. prefetto e col vice commissario di pubblica sicurezza, si era recato in Asigliano per un sopraluogo nelle cascine dell'ingegnere Guglielmo Pozzi, affine di appurare taluni fatti da questo denunciati, il presidente e il commissario Lu. trario, sempre con l'assistenza del segretario, interrogarono il capitano dei carabinieri Arduino, il quale riferì intorno all'agitazione scoppiata a Stroppiana alla metà dello scorso agosto e al diffondersi di essa in tutto il Vercel. lese. Diede pure conto dell'opera spiegata dall'arma dei reali carabinieri, ri. cordando gli attentati alla libertà dei quali fu presentata denuncia all'autorità. Escursioni nei Comuni del Circondario di Vercelli. Il giorno tre set. tembre la Commissione, per avere esatta contezza dello stato delle cose, accompagnata dal vice commissario di pubblica sicurezza avvocato Tabusso, iniziò il suo giro d'ispezione in alcuni comuni del circondario di Vercelli, recandosi nelle risaie di San Germano ove, al sorgere del sole, visitó la Cascina Robarello, condotta dal fittavolo Giuseppe Tagliabue e nella quale sono occupate dieci famiglie di schia vandari.
Di ritorno dalla cascina, si recò al municipio di San Germano dove furono interrogati l'assessore anziano, in rappresentanza del sindaco assente, il segretario comunale e gli ufficiali sanitari dottori Gazzone e Natta.
Lo sciopero dei muratori del 1907 |
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I fatti e i protagonisti raccontati nel processo del 05-10-1906 | |
I Fatti Il 31 maggio scorso a San Germano Vercellese durante lo sciopero dei mondarisi accadevano gravissimi disordini. I contadini assediarono il Municipio per costringere i proprietari a capitolare . Durante le cariche di cavalleria fatte da uno squadrone di lancieri Novara rimasero feriti il capitano Carlo Campari e il soldato Orfeo Torri. Quali responsabili dei gravi disordini furono arrestati , dopo accurate indagini , il 12 giugno , il dottor Ruggero Ruggini , di Ravenna , di 47 anni . artista drammatico , e il 23 dello stesso mese , il contadino Garella Carlo , d'anni 23 , e denunziati all'Autorità giudiziaria altre undici persone , e cioè : Bellomo Teresa d'anni 56 , maestra elementare di San Germano ; Leone Francesca di anni 50 , contadina di San Germano ; Verzoletti Angela , d'anni 15 , contadina di San Germano ; Minaglia Maria d'anni 59 di San Germano ; Cagna Teresa , d'anni 17 , contadina di San Germano ;Emanuele Margherita , d'anni 26 , ed Emilia , d'anni 30 , sorelle nate a Crova e residenti a San Germano ; Accotto Maria , d'anni 22 , nata a Vercelli e residente a San Germano ; Cornalino Angela , d'anni 33 , maritata Vassio , contadina di San Germano ; Mosca Angela maritata Vassio , d'anni 61 , nata a Palazzo Canavese e residente a San Germano , contadina e Buffa Pietro , d'anni 39 , contadino di San Germano. Il Ruggini , dottore in legge , faceva parte di una modesta Compagnia drammatica , che da qualche tempo aveva piantate le tende in un arena di San Germano. E' vedovo di una figlia di Achille Dondini. Egli è quindi cognato di Cesare Dondini e di Ferruccio Benini. Tutti i tredici imputati , che furono sentiti con mandato di comparizione , sono comparsi stamane dinanzi al nostro Tribunale per rispondere dei reati a loro addebitati. Il Garella è recidivo ; il Ruggini in particolare è imputato di avere in quel giorno e nei giorni prossimi e precedenti, in San Germano , pubblicamente istigato a commettere i reati contro la libertà , contro l'Autorità e contro le persone su indicate , e di avere incitato la folla dei contadini in sciopero alla disubbidienza delle leggi e all'odio fra le varie classi , in modo pericoloso per la pubblica tranquillità. Sono citati quali parti lese , il Sindaco Geometra Roncarolo , i Signori Geom. Perazzo , Bosso e Varalda , il capitano Campari ed il soldato Torri ; vi sono sei testi d'accusa e 33 testi a difesa. Difendono gli imputati gli avvocati ; Gherardini di Torino , Umberto Savio di Biella e Costantino Greppi di Vercelli. L'udienza antimeridiana L'Avv . Gherardini , a nome anche dei colleghi della difesa , solleva un incidente sulla competenza del Tribunale , che dovrebbe rinviare gli imputati al giudizio delle Assise. Il Pubblico Ministero sostiene invece che la prima parte generica dei capi d'imputazione riguardante gli imputati è di competenza del Tribunale. Nota poi che l'incidente è prematuro , poichè ancora non si hanno notizie di danni patiti dalle persone sequestrate . Si vedrà se cio risulterà dallo svolgimento del processo. L'avv Gherardini ribatte , ma il Tribunale respinge l'stanza della Difesa, e il presidente passa all'interrogatorio degli imputati. L'interrogatorio degli imputati Il Dott. Ruggini , che parla egregiamente dice :"Nego assolutamente di aver usato violenze, nego di aver parlato in pubblico a San Germano . Solo ad Olcenengo , previo permesso dell'Autorità , esortai i contadini ad essere calmi , e li invitai a fare dimostrazione pacifica nell'interesse del lavoratore. Raccomandai loro vivamente di non lanciare sassi e di non unirsi a turbe di scioperanti allo scopo di andare a commettere attentati alla libertà del lavoro . Sono romagnolo e me ne vanto . Aborro la menzogna! Conto quindi le cose come realmente stanno. Io raccomandavo la calma . Come si fa ad imprecare tenendo le mani giunte? Me ne appello a tutti gli artisti drammatici , da Modesto Salvini al più modesto degli attori . Non usai violenze , ne oltraggiai . Solo quando vidi giungere la cavalleria al trotto gridai: Non fate i cosacchi! L'epiteto di vigliacchi! non fu da me proferito ."- Cornalino Angela , che è ammalata , lavorò tutto il giorno . Alla sera si trovò in mezzo ai dimostranti. Solo gridò: "Vogliamo le otto ore!" non fece nulla di male.- Garella Carlo , vide avanzarsi la cavalleria . Temendo di essere schiacciato , si rifugiò nel cortile del Municipio . Non gridò ne tirò sassi. Leone Francesca , spinta dalla folla , che era messa in fuga dalla cavalleria , entrò nel cortile comunale. Tremava dalla paura come una foglia . Fuori si gridava che avevano ucciso una donna e una bambina. La maestra Bellomo Teresa , spinta dalla curiosità , si recò a vedere ciò che succedeva. Le altre imputate si limitano a dire che non fecero nulla. Le parti lese Il capitano Carlo Campari , comandante lo squadrone , in seguito ad ordine del delegato , verso le ore 10,30 si portò in piazza coi suoi soldati. Udì un individuo che aveva un panciotto rosso , a gridare : Vigliacchi! Vigliacchi! - Presidente - Lo riconoscerebbe? - Teste - Sissignore. - Presidente - Ruggini , alzatevi! - Teste - E' lui - Imputato - Pensi bene , capitano! Avrà udito gridare : Cosacchi , ma non Vigliacchi. - Teste - Lo ripeto che udii chiaramente gridare per due volte :Vigliacchi , all'indirizzo dei soldati. Caricando , il capitano Campari fu colpito da diverse sassate , Si ebbe una ferita alla faccia , prodotta da un colpo di pietra , ed una ferita ad una gamba , prodotta da un colpo di punteruolo. Fu costretto a tenere il letto per un mese ; la ferita si rimarginò dopo due mesi e mezzo. Il geometra Roncarolo Antonio , sindaco di San Germano , ora dimissionario , narra che la Commissione degli agricoltori si trovava sequestrata in Municipio. Il Palazzo comunale era circondato dalla folla. Erano migliaia di persone che gridavano: Vogliamo le otto ore! Fu mandata la Commissione dei contadini a consigliare i compagni ad allontanarsi dal Municipio , ma inutilmente . Gli scioperanti risposero che non si sarebbero mossi se non avessero ottenuto la mercede e l'orario desiderati. Gli agricoltori ; geometra Perazzo Pietro , Bodo Secondo e Varalda Rinaldo riferiscono che ereano assediati . Impossibile era uscire. Torri Orfeo , soldato di cavalleria , fu ferito davanti al Municipio da una sassata all'occhio sinistro. Il suo cavallo ricevette una bastonata sul muso . La gente scappava entro il cortile. Testi d'accusa Il Cav Giuseppe Fusi , delegato di pubblica sicurezza espone una diligente cronaca dei fatti avvenuti in questa burrrascosa giornata a San Germano . Afferma , fra l'altro , che quando si trovò a passare in mezzo alla folla tumultuante , vide il Ruggini , il quale ebbe ad esclamare ad alta voce : Passa la violenza. La colonna degli scioperanti provenienti da Santhià era capitanata dal Ruggini e da un altro uomo. Degli imputati riconosce anche il Garella . le due Emanuele e la Leone. Quest'ultima era una delle più inferocite . Il teste afferma che il Ruggini ebbe più volte a parlare in pubblico. Il brigadiere dei carabinieri Giuseppe Thiene comandante la stazione di San Germano , riferisce pressapoco le stesse cose. Dichiara poi di aver udito il Ruggini gridare all'indirizzo dei soldati : Vigliacchi ! Vigliacchi ! Non sa se i feritori del capitano Campari e del soldato Torri possano essere gli attuali imputati. Consolini Italo , Lanciere , narra d'aver saputo da un camerata che il Ruggini aveva chiesto se i moschetti erano carichi a palla o a salve. Il Ruggini protesta . Egli dice: Ma è possibile una cosa simile! Non val neanche la pena di rispondergli!... . Il soldato Casagrande sa che il delegato Fumagalli voleva uscire dal Comune , ma ne fu impedito dalla folla. I testi a difesa I testi a difesa Rossetti Carlo , Massone Antonio , Greppi Antonio , Vasco Stefano , Massara Giovanni , Vietto Luigi , membri della Commissione dei contadini , asseriscono che la popolazione non impediva l'uscita delle Commissioni dal palazzo municipale. De Bernardi Angela , depone che il Ruggini consigliava la folla a ritirarsi dalla piazza. Il maestro Gionino Alessandro conosce il Ruggini per un gentiluomo . Quando ebbe a parlare alla folla sempre raccomandò la calma. Il dott. Vincenzo Gazzone , medico condotto dichiara che il Ruggini , essendo un individuo dedito all'alcool , si esalta facilmente. Come perito afferma che la ferita alla faccia riportata dal capitano Campari è certamente stata causata da un colpo di pietra ; ma quella al ginocchio prodotta da un corpo contundente non ben precisato potrebbe essere conseguenza di una disgrazia. L'impresario Villa Agostino conobbe il Ruggini , che trovò persona compitissima , Sentì dire che se non fosse stato per i due comici , che facevano opera di pace , sarebbe accaduto qualcosa di grave. Moggio Virgilio , contadino era quella sera nel cortile del palazzo comunale vicino al Garella , il quale teneva le braccia incriciate. Vide anche la maestra , che era tranquila . La lirica di Ettore Ara sui fatti di San Germano Ettore Ara (Vercelli, 1853-1927). Di famiglia borghese, Ettore era nipote di Demetrio Ara, sindaco di Vercelli dal 1878 al 1890, e padre di Guido, storico calciatore della Pro Vercelli dei 7 scudetti. Progettò a Vercelli la costruzione di numerosi edifici, fu amministratore dei beni dell’Ordine Mauriziano e, di idee politiche liberali, fu più volte consigliere comunale, schierandosi sempre all’opposizione. Negli anni tra il 1909-1911 fu redattore del giornale satirico “Il bicciolano” nel quale spesso inveiva contro i suoi avversari politici come ad esempio Piero Lucca, Modesto Cugnolio e Mario Abbiate. È considerato il più grande poeta dialettale vercellese del primo novecento, poichè la sua poetica spazia dall’invettiva sociale e politica ai canti dedicati agli affetti familiari (n. 24). Sui moti del maggio del 1898 accaduti in S. Germano Ettore Ara scrive una lirica in cui condanna gli eccessi della repressione. "Il suo sdegno, attenuato dal sorriso, lo eleva anche qui al di sopra del consueto sarcasmo, facendogli raggiungere il tono della satira" (C. Rosso). "Per fortuna che c’era il Pro-Prefetto, Dal verbale di citazione del Procuratore del Re relativo ai moti di S. Germano si legge che gli imputati sono accusati di "aver nella pubblica via cantato in coro l'inno dei lavoratori del Turati, incitato all'odio fra le varie classi sociali, in modo pericoloso per la pubblica tranquillità"
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RUGGINI Ruggero fu Agostino d'anni 47 , nato e domiciliato a Ravenna , artista drammatico. |
GARELLA Carlo di Antonio , d'anni 23 nato e residente a San Germano , contadino | |
LEONE Francesca fu Germano , d'anni 50 nata e residente a San Germano , contadina | |
BELLOMO Maria Teresa Serafina fu Giuseppe , d'anni 56 nata e residente a San Germano , maestra elementare | |
VARZOLETTI Angela di Pietro , d'anni 15 nata e residente a San Germano , contadina | |
MINAGLIA Maria fu Pietro , d'anni 59 , nata e residente a San Germano , contadina | |
CAGNA Teresa di Francesco , d'anni 17 , nata e residente a San Germano , contadina | |
EMANUELE Margherita fu Giuseppe , d'anni 26 , nata a Crova e residente a San Germano , contadina | |
EMANUELE Emilia Antonia fu Giuseppe , d'anni 20 , nata a Crova e residente a San Germano , contadina | |
ACCOTTO Maria di Pietro , d'anni 22 , nata a Vercelli e residente a San Germano , contadina | |
BUFFA Pietro fu Giovanni , d'anni 39 , nato e residente a San Germano , contadino | |
CORNALINO Angela fu Germano , d'anni 38 , nata e residente a San Germano , contadina | |
MOSCA Angela fu Genesio , d'anni 61 , nata a Palazzolo Canavese e residente a San Germano |
GLI SCIOPERI RACCONTATI DAI GIORNALI DELL'EPOCA | ||
26 FEBBRAIO 1907 |
30 MAGGIO 1906 2 |
12 MARZO 1905
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Biografia di un protagonista ACCOTTO, Giovanni Nasce a Biella il 28 febbraio 1887 da Giuseppe e Teresa Cominetti, muratore. Ancora bambino abbandona con la famiglia il paese d’origine per recarsi a vivere a San Germano di Vercelli. Negli anni dell’adolescenza inizia a frequentare gli ambienti sovversivi locali maturando una spiccata coscienza politica anarchica. Nel 1904 emigra in Svizzera in cerca di lavoro e, dopo aver soggiornato per alcune settimane a Berna, si stabilisce a Zurigo guadagnandosi da vivere come muratore. Rientrato a San Germano nell’inverno 1906, si adopera in una fervida attività di diffusione di materiale propagandistico libertario tra le masse proletarie. Costanti, poi, sono i suoi collegamenti con alcuni esponenti del movimento rifugiatisi in Svizzera e con singole personalità militanti attive nelle altre regioni dell’Italia settentrionale. Segnalato dalla Questura di Novara quale “propagandista di teorie anarchiche, che serba verso le autorità un contegno spavaldo e sprezzante”, viene sottoposto a misure di sorveglianza di polizia. Nel maggio 1906, resta coinvolto negli scontri tra dimostranti ed esercito scoppiati nel corso di uno sciopero operaio di protesta. Arrestato e denunciato all’autorità giudiziaria per oltraggio e violenze verso la truppa, è assolto dalla Camera di Consiglio di Vercelli per insufficienza d’indizi. In seguito a questo episodio, A. decide di allontanarsi da Biella per dirigersi a Torino, dove trova occupazione presso il corpo dei pompieri. Dopo aver preso parte ad alcune agitazioni indette dal movimento in città, egli non svolge però più iniziative politiche di rilievo, tanto che, già alla vigilia della Grande Guerra, le autorità provvedono a revocare le misure di vigilanza nei suoi confronti “in considerazione della buona condotta morale e politica serbata”. Muore a Torino, il 21 aprile 1927. (F. Giulietti). |
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29 MAGGIO 1906
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