La Società Operaia di Mutuo Soccorso
in San Germano Vercellese
Sulla Gazzetta del Popolo di Mercoledì 6 ottobre 1852 compare un articolo che preannunciava la costituzione di una Società di Mutuo Soccorso a San Germano , ma per la sua costituzione effettiva dovranno passare ancora alcuni anni.
A San Germano tra il 1869 e il 1906 di
società operaie o a esse similari ne nacquero nove : le prime due sorsero nel
1869 e furono "L'Associazione Mutua dei Contadini e Giornalieri" e
"La Società Artigiana di Mutuo Soccorso" , che alla fine del 1894,
uno dei momenti di maggior splendore, avevano rispettivamente 412 e 109 soci,
tutti maschi. La società più nota, che sopravvisse a tutte , è la Società
Operaia di Mutuo Soccorso e Istruzione fra gli Operai d'ambo i sessi, nata il
1° Giugno 1878 e che ,nel 1884,contava 129 soci. Nessuna donna troviamo fra gli
associati e, sebbene statutariamente ne fosse contemplata l'ammissione, solo nel
1886 si fece allo Statuto un "Aggiunta per la Sessione
femminile". Tuttavia 18 anni più tardi, nel 1904, su 117 soci complessivi
le donne erano solo otto. Per essere ammesse, le "femmine"
dovevano aver raggiunto i 15 anni di età e non aver oltrepassato i 40 "ed
abbiano i requisiti soddisfacenti fisici e morali, di buona costituzione ed
inappuntabile onestà, oltre che la dichiarazione se nubile, vedova o
maritata". Con la quota di 0,50 centesimi pagata mensilmente si dava un
sussidio al socio di 0,75 centesimi, dopo il terzo giorno di malattia o altro
non senza che il "dottore sociale" avesse verificato la veridicità
dell' impedimento al lavoro. La Società contemplava anche il baliatico e le
spese funerarie e una tra le varie attività particolari, che durò più a lungo
fu l' istituzione di una scuola di canto e di musica che portò alla
formazione della prima banda musicale. In via Beato Antonio Della Chiesa, allora
via Della Caserma, sede della Mutua dei Contadini e Giornalieri e della Società
Operaia, era nata la Società Cooperativa che aveva un forno e due spacci al
servizio di 520 famiglie sangermanesi. Presieduta dal bracciante Francesco
Lazzarotti, era diventata in poco tempo tra le più grosse e attive di tutto il
vercellese. Il 1° gennaio del 1888 la Cooperativa inaugurò il forno a pane
bianco, il primo di San Germano, posto nell' apposito caseggiato costruito dal
capomastro Bernardo Villa su disegno del geometra Pietro Azario e approntato
secondo il nuovo sistema ideato dal parroco di Bernate Ticino , l' abate Rinaldo
Anelli. La "porzione di terreno comunale situato dietro la chiesa
parrocchiale" fu acquistata da parte della Società Cooperativa dei
Contadini di San Germano, allo scopo di costruire la sede ed il forno , nel 1887
per 250 lire. Il forno Anelli, che facilitava la sostituzione del pane di
"meliga" con quello di frumento, l'anno precedente all' Esposizione di
macinazione e panificazione di Milano aveva ottenuto la più alta riconoscenza:
il diploma d'onore, meritando al suo ideatore l' appellativo di " apostolo
del pane bianco". Alla presenza di numerosi ospiti tra cui lo stesso
inventore, l' abate Rinaldo Anelli, dopo il " vermouth furono fatte due
infornate di pane, e tutti ne apprezzarono l' ottima riuscita". Molti gli
invitati, tra cui l' avvocato Mario Guala, il ragionier Emanuele Treves,
rappresentanti dell' Associazione generale operaia e della giunta di
sorveglianza della Consociazione cooperativa vercellese. Al pranzo sociale,
narra "La Sesia" dell'epoca, "tenuto nella sala maggiore
dell'albergo Del Pozzo, i commensali fecero molto onore al pane del nuovo
forno".Al termine gli ospiti,come erano stati accolti di mattino, furono
riaccompagnati alla stazione al suono della banda musicale diretta dal maestro
Ferrero . Il forno nel 1904 fu affittato a Giovanni Daglio detto
"Michetta" che doveva depositare come garanzia la somma di lire 350
"entro San Martino dell'anno 1905". Sulla facciata della sede , a
memoria del benefattore cav. Giuseppe Longone, nel novembre del 1906, presente
l'avvocato Modesto Cugnolio, fu posta una lapide, dettata dal poeta Giuseppe
Deabate che non poté essere presente, in quel tempo si stava sposando, ma che
per l'occasione inviò una bellissima lettera. Questa lapide è una delle varie
testimonianze che attestano che la Società di Mutuo Soccorso sangermanese ebbe
il pieno appoggio della borghesia locale, così che tra i soci fondatori
troviamo oltre al cav. Giuseppe Longone e Giuseppe Massa rispettivamente
farmacista e medico del paese, Antonio Roncarolo , futuro sindaco durante la
rivolta del 1898 e gli scioperi del 1906, Secondino Bosio , agricoltore della
grossa tenuta Gallione , il geometra Pietro Perazzo, il geometra Pietro Azario
appartenente ad una delle più prestigiose famiglie sangermanesi che aveva fatto
gratuitamente il disegno della sede , il cav. Giuseppe Carlo Bolgè , che fu
pure presidente onorario , proprietario dei due stabilimenti risicoli operanti
in paese , di cui era stato il fondatore e che ispirava i pranzi sociali della
Soms nei capannoni del suo stabilimento vicino alla stazione, e ifine anche un
sacerdote , Don Felice Sellone. La borghesia sangermanese era liberale e
lungimirante o semplicemente paternalistica e coltivava le reminiscenze delle
Opere Pie e delle Congregazioni di Carità , oppure anche se inconsciamente ,
era solo desiderosa di mantenere una certa tranquillità in un paese annoverato
tra i più turbolenti del circondario. Questi soci onorari che all'inizio furono
i veri animatori e trascinatori a poco a poco col mutare dei tempi si
allontanarano , allorché i lavoratori sangermanesi, in prevalenza
contadini , manovali, braccianti e mondariso, acquistarono sempre più coscienza
della loro classe e furono pronti a volgersi verso l'idea che andava sempre più
propagandosi : il socialismo, che non era certo compatibile con una borghesia
prevalentemente agraria. Quando all'inizio del secondo decennio del secolo
scorso il suffragio universale portò al governo del Comune una maggioranza
composta di braccianti e manovali, il socialismo a San Germano usciva
dall'utopia e entrava nella realtà quotidiana, relegando in secondo piano la
funzione della Società Operaia del Mutuo Soccorso, che dal quel momento si può
pensare conclusa. Tuttavia (anche attraverso personaggio di grande carisma, come
Modesto Cugnolio, avvocato e deputato socialista, il maestro Gionino il
presidente Francesco Lazzarotti , il sindaco Carlo Rossetti), la Soms in più di
mezzo secolo di quotidiana opera mutualistica , l'unica capace di garantire la
sopravvivenza nelle frequenti estreme contingenze , contribuì a formare tra i
sangermanesi quella convinzione ideologica fortemente anticlericale e non di
rado estremista, che portò prima al socialismo e poi al comunismo che è sempre
stata la caratteristica peculiare del paese nel XX secolo.
FESTA OPERAIA A SAN GERMANO VERCELLESE - 11 Agosto 1895 | |
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La Sede | |
Situata in
Via Beato Antonio Della Chiesa , allora Via della Caserma . nella
porzione di terreno comunale situato dietro la Chiesa Parrocchiale , fu
acquistato nel 1887 da parte della Società Cooperativa dei Contadini di
San Germano , allo scopo di costruire la sede e il forno sociale per il
pane. Nel novembre del 1906 sulla facciata della sede fu posta una lapide , dettata dal nostro poeta e concittadino Giuseppe Deabate in memoria del benefattore e fondatore Giuseppe Longone , all'inaugurazione era presente anche l'Avv. Modesto Cugnolio. In anni recenti dopo una sostanziale sistemazione , è diventata anche sede del Gruppo Alpini di San Germano. |
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Il 23-09-1888 La Società Cooperativa di beneficenza dei contadini giornalieri di San Germano Vercellese a mezzo stampa ringrazia i benefattori che hanno contribuito all'acquisto del Forno Anelli |
Re Umberto I, Lire 509 — Il ministro dell'interno, 500 — Il ministro d'agricoltura, industria o commercio, 500 — Il ministro delle finanze, 200 — Il Duca d'Aosta Amedeo di Savoia, 100 — Pasta Giovanni, 100 — Cav. Pagano Giuseppe, 75 — Conte Carlo Castelnuovo delle Lanze, 70 — Conte Ferdinando di Castelnuovo, 70 — Conto Luigi Gattinara di Zubiena, 50 — Marchese Giovanni Cantono di Ceva, 50 — Cav. Cerino Quintino, 50 — Torro Giulietta, 30 — Cavaliere Francesco di Collobiano, 25 — Marchesa Luigia Massol, 20 — Cav. Alberto Gribaudi, 20 — Dellaorà Domenico, 10 — Avv. Luigi Alice, 10 — Aldera Ercole, 10 — Pugliese Giuseppe, 10 — Conto Ferdinando di Collobiano, 10 — Totale Lire 2410.
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IL FORNO ANELLI E IL SUO INVENTORE |
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Rinaldo Anelli, nato il 25 Febbraio 1842 a Lodi. Nel 1860 fuggì dal seminario per seguire la spedizione di Giuseppe Garibaldi. Ripresi gli studi, e presi i voti, nell'Agosto 1865 giunse a Bernate Ticino, paese all'estremo ovest della provincia di Milano, sito sul Naviglio grande che lo attraversa. Subito si interessò delle terribili condizioni dei contadini dell'epoca, che si nutrivano di un pane malcotto, (sia a causa del risparmio di legna che facevano i fornai,sia per i "consigli" dei possidenti che sostenevano che in tal modo,essendo più inappetibile, se ne evitavano gli "abusi")tratto da mais conservato in ambienti inidonei, senza neppure una mistura di segale, che avrebbe perlomeno consentito di contenere il flagello della pellagra. Quel misero pane inoltre si ammuffiva fuori e si guastava dentro, dato che per risparmiare i cinque centesimi della cottura, venivano impastati pani di quattro o cinque chili che venivano fatti durare cinque o sei giorni in estate e nove o dieci in inverno Per cercare di porre un rimedio alla penosa situazione don Rinaldo aprì un forno sociale, in cui i contadini, in cambio di un chilo di mais, ricevevano 1.250 grammi di pane di mais con mistura di segale (per combattere la pellagra)Lo scambio era possibile perché con l'aggiunta dell'acqua di panificazione,il peso del pane aumentava di circa il 50% rispetto alla farina iniziale e pertanto lo scambio produceva un avanzo di circa 180 grammi che costituivano la copertura delle spese del forno Unico requisito era che il mais fosse esente da muffe e cattivi odori. Il successo iniziale fu enorme, si giunse ad una produzione giornaliera di quasi cinquanta quintali di pane che servivano non solo Bernate ma anche i paesi vicini.(All'epoca il consumo di pane nelle classi povere era enorme,circa un chilo al giorno la media pro capite familiare fra adulti e bambini)L'iniziativa fu inoltre copiata da molti altri paesi, fra cui Cavenago d'Adda,Pessano, Villanterio ed in seguito molti altri. Senonché a partire dal 1883 si ebbe un calo del prezzo del mais, che in pochi anni passò da circa 30 lire al quintale a 14 lire. Dato che il ricavo del forno era dato dalla vendita dei 180 grammi di farina eccedenti per ogni chilo di pane, col calare del prezzo del mais i forni andarono in perdita. Per rimediare fu necessario mutare la permuta, ed i contadini ignoranti cominciarono a disertare i forni per tornare al loro malsano pane. Quasi tutti chiusero e nel 1887 questa sorte toccò anche al forno di Bernate. Ma Don Anelli, non arrese. Nello stesso anno, presento all'esposizione Internazionale delle macchine di macinazione e cottura, quello che sarebbe stato poi chiamato: "Forno Anelli" in cui alla combustione della legna nello stesso vano che poi ripulito sarebbe servito per la cottura del pane, si sostituiva una camera di combustione separata dal vano cottura. Questa innovazione, permetteva, oltre che un notevole risparmio di tempo, di usare carbon coke al posto della legna, che all'epoca incideva notevolmente sul misero costo del pane. Per la cottura di un quintale di pane il costo, di cottura passò da 64 centesimi a 20 centesimi. Il Corriere della Sera, riporta che il 20 Maggio (1887) il re Umberto I si intrattenne un quarto d'ora d'innanzi ll'invenzione di Anelli interessandosi moltissimo al suo funzionamento a alla sua utilità. In seguito a questo episodio L'abate divenne popolarissimo. Inoltre, una giuria di tecnici italiani e stranieri gli conferì il Diploma d'onore di primo grado, la maggiore onorificenza per gli inventori. Ed il brevetto fu adottato anche da paesi esteri. Poi nel 1892 per ovviare ad alcuni inconvenienti del carbone, Anelli inventò un nuovo tipo di forno che funzionava a gas, che ebbe il battesimo a Bergamo. Nel 1893 in una pubblica dimostrazione, il parroco dimostrò che mentre in un forno tradizionale per raggiungere i 240 gradi necessari per la panificazione occorrevano 41 chilogrammi di legna, per una spesa di 1,40 lire, col suo erano bastanti 5 mc di gas, con una spesa di 80 centesimi, inoltre il tempo impiegato passava da tre ore ad una e mezza. L'abate diede quindi vita ad un altra iniziativa per sconfiggere la pellagra: Notato che l'abitudine contadina di consumare pane di mais era iniziata con la carestia del 1817, quando il prezzo del frumento era salito a circa 73 lire al quintale, mentre nella sua epoca era sceso a 21 lire il quintale concluse che il prezzo del pane di grano non fosse più inaccessibile per i contadini, che avrebbero potuto avere pane raffinato al 14% a circa 20 centesimi al chilo. Questo avrebbe sconfitto la pellagra. Aprì quindi un nuovo forno, in cui i contadini avrebbero ricevuto un chilo di pane di grano in cambio di un chilo di mais che sarebbe poi stato rivenduto alle distillerie. Ma nel contempo, causa invidie e gelosie il padre era sottoposto a numerosi attacchi da parte di chi contestava le sue invenzioni e soprattutto il suo impegno sociale a causa della sua lotta per ottenere finanziamenti per cooperative di lavoratori, che sperava sconfiggessero la disoccupazione. Queste amarezze, unite al dolore di non riuscire ad incidere in modo decisivo sulla povertà, miseria ed ignoranza che affliggevano la classe contadina, ebbero il sopravvento. L'animo buono di Don Anelli non resse. Il 14 Gennaio 1897 si uccise accanto alla statua del suo amico e compagno d'armi garibaldino Giuseppe Sirtori, nei giardini pubblici di porta Venezia a Milano. Chi volesse rendere un omaggio a questo santo che non sarà mai santo, gli dedichi un pensiero se gli capiterà di passare innanzi alla statua di Sirtori, muta testimone della sconfitta di Don Rinaldo Anelli.
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L'INAUGURAZIONE DEL FORNO ANELLI A SAN GERMANO - 1 Gennaio 1888 |
Il forno Anelli a S. Germano Vercellese. L'ottimo giornale La Sesia di Vercelli annunzia l'inaugurazione di un panificio Anelli a S. Germano, per opera di quella Società cooperativa tra i contadini. Per chi non avesse un'idea dei forni che portano il nome del benemerito Don Anelli, parroco di Vernate Ticino, eccone in breve una descrizione, quale la troviamo nel citato giornale. « L'Anelli costruisce il forno completamente in cotto, fatta solo eccezione della bocca del pane, focolari e serrande che sono in ghisa e ferro. La differenza capitale tra questo forno ed i vecchi sta in ciò, che in questo il riscaldamento succede all'esterno della camera del pane e per mezzo di due focolari posti lateralmente sotto la bocca del forno. La costruzione interna è ingegnosa. La camera del pane è, per cost dire, isolata da tanti pilastripi di sotto, ai lati, di sopra, per i quali si conduce il calore che nei due sottostanti focolari viene prodotto dal carbone vergine. Il fatto dell'impiego del carbone fossile dà un risparmio, che l'Anelli garantisce del 50 per Oto nel consumo del combustibile; il calore stesso del forno poi può, a mezzo di speciali serrande, essere aumentato o diminuito nella camera del pane, e serve a riscaldare il sovrastante esşiccatoio, e lateralmente, nella caldaia ubicata sull'angolo, l' qua per gli impasti. La capacità del forno misura 3,70 X 2,85, ordinariamente, e la bocca del pane è applicata a due sportelli. Un pirometro a compensazione, posto alla destra sulla facciata del forno, indica costantemente i gradi di calore che sono nella camera del pane. Il risultato pratico poi a San Germano fu una insperata diminuzione del prezzo del pane. La Cooperativa fa due qualità di pane: 1.° il pane con farina di prima specie, di pasta dura, e a piccole pagnottine, che riescono leggerissime e bianchissime; a questo fu dall'amministrazione fissato il prezzo di 30 cent. al chilog.; 2.° il pane ordinario, con un tipo di farina speciale, bianchissimo, a pagnotte, e questo si distribuisce a 23 centesimi. Aveva ragione l'Anelli di dire, che con tali risultati, la Società poteva e doveva abolire l'uso del pane di meliga. » Per la costruzione dei panificii Anelli ha la rappresentanza per tutto il Piemonte l'avv. Mario Guala di Vercelli.
La Operaia di
Mutuo Soccorso
|
Elenco dei Soci Fondatori |
Arsalice Pietro | Cantoniere |
Azario Pietro | Geometra |
Boracco Francesco | Falegname |
Bosio Germano | Sarto |
Bellomo Lino | Fabbro |
Bolgè Giuseppe | Negoziante |
Boracco Pasquale | Sarto |
Berochetti Carlo | Prestinaio |
Berochetti Camillo | Prestinaio |
Biginelli Lorenzo | Segretario |
Bosso Giuseppe | Pilatore |
Bazzano Pietro | Falegname |
Crovella Giuseppe | Caffettiere |
Corbellotti Giovanni | Mugnaio |
Corona Pietro | Prestinaio |
Cesano Giuseppe | Pizzicagnolo |
Codazzi Giuseppe | Fattore |
Crovella Pietro | Agricoltore |
Cappa Marcello | Agricoltore |
Chieto Pietro | Carrettiere |
Cornalino Giuseppe | Carrettiere |
Cesano Carlo | Calzolaio |
Cesano Giovanni | Macellaio |
Codazzi Domenico | Bramista |
Colla Antonio | Comico |
Desteffani Luigi | Agricoltore |
Formaggio Antonio | Macchinista |
Ferraris Giuseppe | Calzolaio |
Ferrero Antonio | Caffettiere |
Fornara Bartolomeo | Oste |
Foglino Carlo | Sarto |
Ferri Giovanni | Pilatore |
Ferri Giuseppe | Pilatore |
Furno Giovanni | Calzolaio |
Gibellino Antonio | Sarto |
Gallina Giuseppe | Falegname |
Garella Francesco | Falegname |
Garavana Antonio | Falegname |
Givone Giuseppe | Caffettiere |
Gastaldi Ludovico | Accensatore |
Ghisio Giovanni | Pilatore |
Ghisio Giuseppe | Pilatore |
Giulitto Spirito | Ortolano |
Giuliani Francesco | Mugnaio |
Loggia Francesco | Mercante |
Lanza Antonio | Capomastro |
LeoneFrancesco | Carrettiere |
Medano Camillo | Fabbro |
Micheletti Pietro | Sarto |
Mino Eugenio | Mercante |
Mentigazzi Battista | Prestinaio |
Mentegazza Antonio | Bramista |
Mariani Giovanni | Fabbro |
Moggi Alberto | Segretario |
Massa Giuseppe | Dottore |
Orecchia Giovanni | Prestinaio |
Porro Belisario | Calzolaio |
Perotti Giuseppe | Falegname |
Perotti Pietro | Negoziante |
Perotti Giovanni | Caffettiere |
Peila Giuseppe | Falegname |
Pasquino Evasio | Impiegato |
Perotti Giovanni | Negoziante |
Pugliese Giuseppe | Esattore |
Perotti Maurizio | Muratore |
Roncarolo Antonio | Mugnaio |
Rusconi Bassano | Fattore |
Roncarolo Agostino | Misuratore |
Rava Germano | Conducente |
Robbiani Giovanni | Sarto |
Roncarolo Antonio | Geometra |
Roggero Giuseppe | Agricoltore |
Rosetta Giovanni | Sarto |
Santagostino Germano | Muratore |
Severina Epifanio | Prestinaio |
Sellone Felice | Sacerdote |
Scandolera Pietro | Falegname |
Sinelli Celestino | Falegname |
Silveri Antonio | Falegname |
Sereno Domenico | Carrettiere |
Spina Luigi | Agricoltore |
San Martino Filippo | Calzolaio |
Santagostino Carlo | Benestante |
Torazzo Domenico | Segretario |
Tavolino Pietro | Sarto |
Tassara Giuseppe | Caffettiere |
Tusi Pietro | Sellaio |
Testa Pietro | Mugnaio |
Testa Luigi | Pilatore |
Vassio Agostino | Falegname |
Volpe Andrea | Falegname |
Vietti Bernardo | Albergatore |
Lodesano Pietro | Agricoltore |
Acotto Giuseppe | Muratore |