Famiglia SPATIS

(XIII  -  XVII)

Spatis
(da S. Germano Vercellese

Di rosso a due spade d’argento una accanto all’altra       motto:

HINC CAPE TRIUMPHOS

 

 

 

Stemma e motto della famiglia SPATIS

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Nel "Fiori di blasoneria per ornare la corona dei Savoia" di Monsignor Francesco Agostino della Chiesa del 1777 si da un'altra descrizione dello stemma della Famiglia nobile Spatis di S.Germano e Torino:

Inquartato nel primo e quarto ,  un capo umano negro un capo d'argento orlato di negro ; nel 2 e 3 , scacchi azzurri , e d'oro.

 

 

 Originaria dell'Emilia la famiglia Spatis o Spada si trasferisce a San Germano Vercellese nel XIII secolo . diventa per alcuni secoli una delle famiglie nobili che più a dato personaggi che si sono distinti nella storia di San Germano.

La famiglia Spatis attraversa per oltre quattro secoli la storia di San Germano , l'importanza di questa nobile casata e testimoniata dal fatto alla metà del 1600 nell'antica Chiesa parrocchiale di San Germano una  delle navate era di patronato della famiglia Spatis di San Germano e probabilmente dedicata al culto del Beato Guido Spatis.

Beato Guido Spatis   (........... - 1340 ) Predicatore Francescano
Giovanni Martino Spatis  ( sec. XIV )  Notaio e Secretario Episcopale dal 1369 al 1417 a San Germano.
Giacomo Spatis  ( sec XV ) Canonico a Villafalletto fino al 1430 poi Cappellano a Gassino fino al 1450 e poi Rettore della Parrocchia a San Germano fino al 1474 poi passato a titolo di Canonico.
Anselmo de Spatis  ( sec XV ) Notaio
Eusebio de Spatis  ( sec XV ) Notaio
Pietro Spatis  ( sec. XVI )  Tutore di Guglielmo Spatis
Giovanni Spatis  ( sec XVI ) Capitano al seguito di Juan Gomez Suarez de Figueras Governatore dello Stato di Milano
Guglielmo  Spatis   ( sec XVI ) Consigliere della Camera dei Conti
Camillo Spatis o Spada  ( sec XVI ) Console e rappresentante la Comunità di S.Germano
 Gianbattista Spatis  ( sec XVII ) Avvocato del Duca di Savoia
Sigismondo Spatis   ( sec XVII ) Sindaco di Torino
Giulio Spatis  ( sec XVII ) Figlio di Sigismondo Spatis - apparteneva al collegio di leggi dell'università di Torino, di cui fu decurione, avendo poi conseguita la dignità di vicario negli anni 1679 e 1680
Guido Spatis  ( sec XVII ) Barone di Villareggia
 Conte Andrea Spatis  ( sec XVII ) Barone di Villareggia
Francesco Amedeo Spatis  ( sec XVII )  
Andrea Sigismondo Ponte Spatis  ( sec XVIII ) Conte di Lombriasco , Villareggia e Crova

All'antica famiglia Spatis è dedicata una via del paese.

Gli Spatis di San Germano

L'importanza che la famiglia Spatis o Spada , trasferitasi dall'Emilia a San germano nel XIII secolo , ebbe nella Comunità sangermanese nella quale si integrò perfettamente , diventando la famiglia nobile che più ha dato personaggi che si sono distinti nella storia di San germano , è ampiamente documentata dal ruolo , sempre di primo piano , che i suoi membri occuparono nella vita religiosa e civile del paese per circa quattro secoli. Il Luogo di San germano il 12 novembre 1223 fu donato all'Abbazia di Sant'Andrea dal cardinale Guala Bicchieri che aveva sul paese giurisdizione feudale. Negli atti di sottomissione a Tommaso Gallo , primo abate del Sant'Andrea , che prese possesso , con duplice autorità , religiosa e temporale , del castello , del paese e del territorio circostante , sottoscritti dagli uomini liberi di San Germano apud Ecclesiam S.Germani , dal 28 al 31 ottobre del 1224 non compare ancora nessun Spada.  Il 31 maggio 1377 , Antonio Spada e Antonio Amonesterio , consoli di San Germano , in nome proprio , della Comunità e dei particolari del luogo , fecero l'atto di dedizione a Gerardo fontana , piacentino , capitano di Santhià , rappresentante del Conte Verde , Amedeo VI di Savoia. L'atto rogato dal notaio Pietro D'Anna di Santhià , fu letto nella chiesa parrocchiale di San Germano essendo presenti come testimoni , tra gli altri il curato Guglielmo Spada ed anche nella chiesa di Sant'Eusebio di Viancino , luogo che a quel tempo dipendeva da San Germano dove , un altro Spada Bartolomeo era tra i testimoni. L'atto di dedizione fu firmato da 171 capi famiglia dei quali dieci erano degli Spada. "Antonius Spada dictus Galetus ; Henriotus Spada ; Antonius Spada filius quondam Nicolellius ; Martinus Spada ;Jiulius Spada ; Johannes Spada filius quondam Guillelmy ; jacobus Spada filius quondam Uberti ; Guillelmus Spada filius quondam Michaelis ; Anselminus Spada ; Eusebius Spada". Questa è la prima volta , a soli trentasette anni dalla morte del Beato Guido , che gli Spada compaiono in un documento che sancisce una svolta importante nella vita della comunità di San Germano. E' da rilevare che non compare il nome Guido  , inoltre la famiglia è denominata Spada , com'era conosciuta anche a Bologna : quando e perchè il nome di un ramo della famiglia , quello più importante , sempre come avvenne nella città felsinea , sia mutato in Spatis e talvolta in Spathis , non sappiamo. Nel 1450 ritroviamo un Giacomo Spatis e Antonio Spatis del Comune di San Germano eletti tra i tre parroci assegnati dalla Curia Vescovile . Il 26 febbraio 1451 fu confermato con sentenza registrata dal notaio sangermanese Francesco Cara , Antonio Spatis quale parroco del borgo. L'elezione contemporanea a parroco di due Spatis , una dal potere religioso e l'altra da quello civile , dimostra di quanto prestigio godeva questa famiglia e anche di quanta influenza avesse presso la comunità sangermanese  e  della stessa Curia Vescovile. Nel 1554 il conte Juan Gomez Suarez de Figueras , dal 1554 governatore dello stato di Milano , il 1 giugno del 1555 nomina l'alfiere Giovanni Spatis di San Germano capitano di una compagnia di 200 fanti italiani. Il 9 ottobre 1598 Carlo Emanuele I duca di Savoia , infeudava il luogo di San germano col titolo di Marchesato al nobile spagnolo Don Giovanni di Mendozza , a questa infeudazione la comunità sangermanese si mostrò contraria , e non mancò di protestare inviando a Torino presso il duca , a perorare , inutilmente la propria causa due persone autorevoli , camillo Spada e Gio Giacomo Mella che avevano occupato e occupavano le principali cariche del comune. Il 13 aprile 1601 durante la cerimonia di infeudazione al Mendozza , erano presenti in rappresentanza del Comune i consoli Pietro Fisa e Camillo Spada con Giovanni e Giacomo Lesca entrambi procuratori . al Mendozza giurarono fedeltà tra i 270 uomini del borgo molti altri Spatis. Lo stesso Camillo Spada fu di nuovo testimone qualche anno dopo , della successiva infeudazione del borgo al Conte Giulio Cesare D'Agliè. Registriamo ancora alcune notizie che riguardano gli Spatis e la Comunità di San Germano . l'auditore Guglielmo Spatis , terzo presidente della Camera dei Conti , invia il 29 gennaio 1591 una supplica all'Infanta Caterina duchessa di Savoia , moglie di Carlo Emanuele I , per ottenere licenza di aprire una roggia dal torrente Elvo per irrigare i suoi possessi nel territorio di Santhià e San Germano. Il 19 giugno 1694 , accogliendo la supplica presentata dall'avvocato patrimoniale , ordina che gli eredi del barone Sigismondo Spatis continuino  a pagare la tassa di 12 soldi sui beni di San Germano. Andrea Sigismondo Ponte Spatis , conte di Lombriasco , Villareggia e Crova presenta due ricorsi , uno il 12 gennaio e l'altro il 9 settembre 1702 , alla Camera dei Conti per ottenere non 12 soldi , ma bensì 500 lire dovutegli dalla Comunità sangermanese.

IL Beato Guido e Le Famiglie Spatis di San Germano - A.Corona - 2012 - Ed GS

Gli Spatis nel XVII secolo con Sigismondo Spatis si trasferiscono da San Germano a Torino e successivamente a Villareggia di cui ottengono la baronia , nonostante ciò rimangono sempre citati come Spatis di San Germano , nel cui borgo godono di numerosi possedimenti .

GUGLIELMO SPATIS

DICHIARAZIONE di S. A., che al Segretaro della Camera de Conti, ivi nominato, spetti il diritto di ricevere gli atti ed instrumenti, ed altre spedizioni che si facessero in detta Camera, e la nomina degli Attuari, ed altri diritti e prerogative ivi spiegate.

EMANUEL FILIBERTO

PER GRATIA DI DIO, DUCA DJ SAVOIA, PRENCIPE DI PIEMONTE

Havendo Noi deputato e constituito il Segretaro nostro e della Camera nostra de' Conti M. Guglielmo Spatis eon tutte le prero- 31 maggio. gative che spettano a detto Ufficio, ci ha fatto intendere che non ha potuto goldere intieramente delli dritti di quello, et volendo che detto Ufficio resti assolutamente nella persona d'esso Spatis, secondo che fu nostra intentione alla prima sua deputatione, e delli utili di quello ne gioisca, ci è parso di dichiarare, siccome di nostra certa scienza dichiariamo, che al predetto Segretaro Spatis solo, et non ad altri spetti, et debba spettare assolutamente detto ufficio et il ricevere di tutti gli atti, instrumenti, et altre speditioni di qual sorta e qualità siano, che nella Camera nostra suddetta si faranno, stipularanno, ordinaranno et saranno spediti colli processi di cause, atti giudiciali et sentenze; il deputar degli Attuarit, come sarà espediente che dependino da lui, colla facoltà di ricever conti come gli altri Ricevidori, et con tutti gli emolumenti, dritti et utili che pervengono dalli detti processi, atti, instrumenti, scrittufe et speditionita detto Ufficio appartenenti, et da esso dependenti; et di più delle signature delle altre speditioni d' essa Camera, quali spedivano li passati Segretari avanti l'ordine nostro delli 15 di febbraro 1576, vogliamo che per tutto il tempo del suo ufficio, ma cominciar dal giorno della data della sua constitutione et continuar all'avvenire siano sne e gli siano lasciate sino alla ragione di scuti dieci ogni mese, l'un mese computato coll'altro, da lire 3 nostre per scudo a ff. 20 per lire, quali scuoderà per mano dell' Emolumentatore, et eccedendo esse nel fine dell'anno la detta somma di scuti to il mese, che detto soprappiù ceda a utiles nostro, et se ne dia conto in Camera d'anno in anno, e mancando a tal somma alla ragione suddetta di to scuti il mese sia a danno d' esso Segrétaro, non ostante l' ordine suddetto, et ogni altra concessione, et cosa in contrario. Mandando perciò, et comandando alli molto magnifico Consegliero di Stato, e magnifici Conseglieri carissimi Presidente, et Mastri Auditori della Camera nostra de' Conti, eta tutti gli altri nostri Ministri, Magistrati et Ufficiali a' quali spettarà, che osservino et facciano osservare intieramente la presente nostra dichiaratione, senza difficoltà alcuna per quanto stimano cara la gratia nostra, che tale è nostra mente.

Dat. in Torino l'ultimo di maggio 1579.

Conoscendo quanto sia proprio del Prencipe il riconoscer da servitù 25 febbrajo che con fedeltà et sincera affetionne gli viene fatta, et quanto questo tiri l'animo degli altri servitori a ben servire, hors ciò seguendo, et ad imitatione de nostri maggiori, volendo rimostrarsi come ci sia stata igrata la servitù che ha fatto alla gloriosa memoria del Serenissimo signor Duca mostro Signore et Padre, et india Noi il magnifico nostro catissimo Mi Guglielmo Spatis di S. Germano negli ufficii di Segretaro delli Senato et Camera nostra dei Conti di qua da monti, ci è paruto a chiamarlo a maggior grado, ritrovandolo per ciò benemerito. Et per questo, di nostro proprio movimento et autorità, habbiamo constituito, creato et deputato, et per le presenti constituiamo, creamo et deputiamo esso Messer Guglielmo Spatis Consiglierò et Mastro Auditore Ordinario in essa Camera nostra de Conti con tutti li gradi, dignità, preeminenze, prerogative, esentioni, immunità, privilegj, uguali dritti, et carichi che hanno golduto, godono le goderanno gli altri simili Consiglieri et Mastri Auditori di Camera, et che a tal grado spettano et convengono, et col stipendio a parte stabilito a nostro beneplacito, con ch' egli farà in essa il debito giuramento. Mandiamo et ordiniamo perciò in osservanza della presente constitutione alli molto magnifiei Consiglieri di Stato, et magnifici Consiglieri carissimi, li Presidente et Mastri Auditori di essa Camera d'accettare et admettere-esso Spatis all' esercitio et maneggio d' esso Ufficio, con farlo godere delle cose sopra specificate, senza eccetione, nè difficoltà alcuna, non ostante che il numero di essi Mastri contenuto nella riforma sia compito, anzi eccede, erigendo Noi di nuovo esso Ufficio, et quello conferiamo in persona d'esso Spatis, qual vogliamo che di esso ne gioisca, che tal è nostra mente.

Dat. in Torino li 25 di febbraro 1584..

Nomina di Consigliere della Camera dei Conti da parte di Carlo Emanuele I