L 'Arte della stampa a San Germano

 

San Germano , l'antica terra del Vercellese si apprestò nel 1899 ad onorare , dopo quattro secoli , la memoria di due suoi figli gloriosi , benemeriti dell'arte tipografica , due singolari figure della storia subalpina del quattrocento ; Pietro Cara e Jacopo Suigo - Jacopus Suigus de Sancto Germano , come amava chiamarsi e firmarsi , fù il primo piemontese che abbia tenuto stamperia a Torino ; fù uno dei primi e più celebrati tipografi del Piemonte in un tempo in cui la tipografia era , per usare le parole di Ferdinando Gabotto , qualcosa di più che arte nobilissima , era una manifestazione poderosa dell'ingegno umano che frangeva le antiche barriere , era il centro a cui convergeva tutta la vita intellettuale , poichè al lavoro della correzione tipografica attendevano i sommi letterati d' Italia , i quali si accoglievano nelle case dei tipografi e lor facevano corona ,  come a Venezia intorno a Nicola Jenson o , un pò più tardi , ad Aldo Manunzio il vecchio , e nel Piemonte nostro intorno appunto al Suigo.

Amico del Suigo e , quando necessitava anche protettore vero e proprio , fù Pietro Cara , figlio di Giovanni , di distinta famiglia Sangermanese , che contava molti ufficiali pubblici al servizio dei Savoia , e tra gli altri un Giacomo mandato in missione straordinaria , quale ambasciatore in parecchi Stati d' Italia nel 1408 , indi adoperato in più altri affari di somma importanza da Amedeo VIII e dai suoi rappresentanti di qua delle Alpi. Compaesano e contemporaneo del Suigo , Pietro Cara , oratore , giureconsulto , diplomatico , letterato e di letterati amico e protettore , si può considerare  come uno dei maggiori promotori e diffusori della cultura in Piemonte nella seconda metà del secolo XV , tale era la sua fama che a quel tempo , molti scrittori e letterati convenivano da ogni parte ad udire le sue lezioni nell' Università di Torino. Senatore ai tempi delle reggenze di Jolanda e Bianca di Savoia , tenne in diversi tempi onorate e importanti legazioni presso la Repubblica di Venezia , e presso i Pontefici Alessandro VI e Sisto IV , che lo nominò Conte del Sacro Palazzo presso Luigi XII , da cui fù decorato del titolo di senatore e consigliere presso i Duchi di Milano e il Duca Guglielmo di Monferrato. Benchè occupato in gravi uffici , il Cara trovò il modo e il tempo di coltivare con onore le lettere . E le sue orazioni ed epistole latine , stampate in Torino nel 1520 , mostrano come fosse scrittore terso ed elegante. Altro merito di Pietro cara fu quello di aver iniziato in Torino , insieme al celebre medico Pantaleone di Confienza , l'arte tipografica , poichè furono essi che nel 1474 chiamarono in Piemonte due tipografi francesi , Giovanni Fabri di Langres e Giovannino de Petro . Ad essi si deve quindi l'inizio della nobilissima arte del nostro compaesano Giacomino Suigo , il vanto delle prime e nitide edizioni uscite a Torino , poichè al Fabri , che dopo brevissimo tempo si trasferiva a Caselle  , gli succedeva a Torino maestro Jacobino.               

Il Suigo perfezionatosi nell'arte della stampa a Venezia con i celebri tipografi Nicolò Jenson e Vindelin da Spira , viene richiamato dal Cara a San Germano , dove tiene una tipografia , e nel nostro borgo stampa la sua prima opera il " Breviarium secundum consuetudinem cistercensium" , negli anni seguenti lo troviamo anche a  Vercelli e a Chivasso , il che lascia supporre che si spostava frequentemente con la sua tipografia ambulante , nei vari borghi ove veniva richiesta la sua opera. Nel 1487 si stabilisce a Torino dove dedica le opere che escono dalla sua tipografia al Cara.

LIBRAI SANGERMANESI NEL XV SECOLO

A indicare che l'arte della stampa e la commercializzazione libraria in Sangermano non fosse un fatto occasionale e limitato al Suigo , ci sono pervenute alcune informazioni dalle cronache dell'epoca che mettono in risalto la notorietà di due librai sangermanesi contemporanei al Suigo .

Perone Del Basso di San Germano

Il suo nome ci è noto da una controversia con altri librai , che riportiamo fedelmente ; "........ una controversia con Taddeo Busti, forse un libraio, la procura ad causas che il 26 settembre 1489 Giovanni Antonio rilasciò in alcuni notai. Sulla vicenda, poco chiara, ci è pervenuta una quietanza autografa dello stampatore, datata 29 dicembre dello stesso anno, e sottoscritta da altri notai. Vi sono menzionati due agenti librari: Stefano Agner, originario della cittadina bavarese di Rothenburg e Perone Del Basso da San Germano nel Vercellese. Onate nella stessa, su istanza di Perone, promette di fare verso Stefano Agner tutto quello che era obbligato verso Perone, a patto che Agner lo liberi da un sequestro, effettuato per ordine del Consiglio di Giustizia, su sollecitazione di Taddeo Busti. La quietanza è allegata e trascritta in un atto notarile nel quale si afferma che Agner e Perone avevano precedentemente preso tra loro alcuni accordi. A sua volta Giovanni Antonio Onate detto Longo riconosceva di aver fatto a Perone il 22 dicembre 1488, con atto sottoscritto dal notaio Michele Della Croce (anch’esso non pervenutoci), alcune concessioni che riguardavano alcune clausole dell’atto precedente. Affermava, tuttavia di non aver esteso tali concessioni all’Agner, cosa che fece con quest’atto autografo. Pertanto Perone due giorni dopo (31 dicembre), accompagnato da un notaio e dai testimoni, si recò a casa di Agner per consegnargli copia dell’atto notarile stipulato fra lui, cioè Perone stesso, e Onate. Per tale consegna Agner poteva così far valere i suoi diritti nei confronti dello stampatore. Purtroppo ignoriamo i motivi e il materiale del sequestro voluto da Taddeo Busti; non conosciamo né gli accordi tra i due agenti librai, né quelli stipulati fra Perone e Onate, per cui la vicenda è alquanto oscura e destinata a rimanere tale, fino a tanto che non vengano reperiti nuovi documenti in proposito......

Bibliogr. "Arnaldo Ganda “GRANDISSIMI LAVORERII IN FARE STAMPIRE”

Giovanni Antonio e Benigno Onate stampatori a Milano e a Pavia nel secolo xv

 

Domenico Gillio da San Germano Vercellese

Lo troviamo con bottega a Padova nel 1480 , l'informazione ci viene da un suo collega librario , tale Antonio Moretto che citando un catalogo di libri "Quadernetto de li libri lassati a Padua in custodia a Domenico Gillio di San Germano Vercellese che ha bottega di libraio in Padova, in contrada San Leonardo e vi sono anche i prezzi. "

Bibliogr. L'Italia nel Rinascimento, Volume 1 - Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1965

 

 

Nell'anno 1899 il comune di San Germano , dedica ai due illustri concittadini una lapide con iscrizioni dettate dal poeta Sangermanese Giuseppe Deabate , la lapide in origine collocata sul frontone del Palazzo Municipale di San Germano , negli anni 30 dopo la ristrutturazione del Palazzo Comunale veniva ricollocata su una parete all'interno del locale d'ingresso del Palazzo Comunale  .