L'antica frazione di Viancino
Dal quale i Viancini di Savigliano sono stati denominati , e che lungamente è stato dalli Alciati , e dalli Lignana posseduto , nel qual luogo prima dei suddetti ebbero giurisdizione i Donna derivati dagli antichi Conti di Biandrate , i Bazzani , Coccarelli , ed i Conti Lomelli di Tronzano tutti nobili Vercellesi . La località di Viancino di Crova è nominata per la prima volta nel 1299 (Panero 1985, p. 23) e fu posseduta da numerose nobili famiglie vercellesi, tra cui gli Avogadro, che tennero il feudo e il suo castello fino alla data di sottomissione ai Savoia, nel 1404. I primi documenti che attestano l'esistenza di un castello a Viancino risalgono alla fine del 1200 e agli inizi del 1300 e si riferiscono alle lunghe lotte tra guelfi e ghibellini, nelle quali furono coinvolti i signori di Viancino contro il potente Comune di Vercelli. Gli ultimi proprietari furono i marchesi Cusani di S. Germano. Attualmente del castello medievale non resta nulla, se non avanzi di mura scarpate sui quali è stata edificata una casa di campagna che conserva la denominazione "castello" (Ordano 1966; Ordano1985, p. 276). Fu parte del feudo di S.Germano e possesso dei Dal Pozzo nel 1152, all'inizio del milleduecento del S.Andrea e del comune di Vercelli. Fu poi dei Savoia dal 1389 per passare poi a vari famiglie tra cui i Margaria, i Ricci, i Raspa, gli Alciati e nel 1620 dei Tassoni-Estense. Nel 1621 con patente camerale ( art.687 parte 1 ) Casa Savoia rendeva Viancino ( insieme ad altri borghi del vercellese ) autonomi "CON FACOLTA' PER DETTE VILLE DI POTER NOMINARE SINDACI E UN CONSIGLIO ORDINARIO IN OGNUNO DI ESSI LUOGHI, CHE SI COSIDERERANNO DA QUESTO MOMENTO DISTINTI E TOTALMENTE DIVISI ", questa situazione si protrae fino al 10 novembre 1818 , che con Regio editto , la comunità di Viancino viene aggregata al Mandamento di San Germano.
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Stemma dei Viancini D'azzurro sparso di stelle d'oro ( si dice : dieci stelle d'oro per parte : ossia "bordate di stelle d'oro senza numero") alla banda d'argento , col capo di rosso , cucito , carico di un nodo di Savoia , d'oro ( per concessione ). |
Stemma dei Bazani ( linea di Viancino ) Bandato d'argento e di rosso, con il capo d'oro, carico di un'aquila coronata, di nero |
Fino verso la fine dell'800 la frazione di Viancino
apparteneva al territorio sangermanese , il 19/02/1891 con Regio Decreto avvenne
il distacco dalla frazione di Viancino dal Comune di San Germano Vercellese , e
la sua aggregazione al Comune di Crova , mentre la separazione di fatto era già
un atto compiuto e porta la data dell'anno 1888. A
seguito di ciò si ebbe l'unificazione delle rendite patrimoniali del Capoluogo
e della Frazione e così il Comune di Crova , che all'epoca era sotto la
provincia di Novara , divenne proprietario di 70 giornate di terreno. Nell'ex
frazione esiste un campanile del XVI / XVII secolo , e un asilo infantile
costruito negli anni 1886/1887 , ed entrato in funzione il 1° Gennaio 1888 ,
per grazia di un Testamento olografo ,scritto il 12/03/1883 dal Cavaliere
Avvocato Attilio Ferreri , Sindaco e membro del Consiglio Comunale di San
Germano Vc (a cui i sangermanesi hanno dedicato una via del paese) , che donava alla frazione un fabbricato di sua proprietà
"con l'obbligo di istituire un Asilo che abbia ad
intitolarsi Asilo Ferreri". In Viancino esisteva
anche una Congregazione di Carità , costituita con atto 04/06/1828 da S. Ecc
Maria Grimaldi Arcivescovo di Vercelli in San Germano Vc con donazione di
terreno pari ad are 131,89 , questa congregazione poi in forza del Decreto
21/02/1891 , si distaccò da San Germano e passò sotto il Comune di Crova. Il distacco ebbe comunque un iter travagliato , una petizione della comunità di Viancino nel 1885 al Signor Prefetto di Novara , si lamentava che nonostante l'unanime voto favorevole del Consiglio Provinciale di Novara al suo distacco dal Comune di San Germano , non potè ottenere soddisfatti i suoi legittimi voti e ragioni a causa di influenze esercitate presso l'autorità prefettizia da persone aventi interessi contrari al distacco. Tali influenze contrarie ebbero sicuramente effetto se la comunità di Viancino non ebbe ragione delle sue legittime aspettative , se non fino al Febbraio del 1891.
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Dell'antico castello un tempo posseduto dai Marchesi Cusani
di San Germano non rimangono che alcune mura scarpate , su cui è stata
costruita una casa di campagna . Verso
la metà del secolo scorso si sono fatte numerose ricerche e sondaggi per
scoprire il percorso della galleria che collega il castello con quello
di
Salasco. Quest'ultimo quattrocentesco a forma
di quadrilatero con torri angolari cilindriche. I proprietari terrieri
dei dintorni ovviamente, protestarono e nulla fu trovato. L’insuccesso
degli scavi fu attribuito proprio all’interruzione dei lavori.
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Personaggi Illustri di Viancino |
Mappa della Frazione di Viancino del 1814 |
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Cusani Giuseppe Luigi Patrizio vercellese figlio del conte Agostino Benedetto nato il 30 maggio 1736, abbracciò lo stato ecclesiastico, prese la laurea in ambe leggi il 29 luglio 1760; dieci anni dopo, cioè nel 1770, fu ricevuto canonico nel capitolo eusebiano, ove pervenne alla carica di prevosto. Nel 1783 fu dal re Vittorio Amedeo prescelto alla chiesa metropolitana di Oristano (1), e tale fu consacrato in patria il 18 gennaio 1784. Morì nel 1796 in Vercelli ove erasi recato per cagione di salute. La sua spoglia fu tumulata nella chiesa parrocchiale di Viancino di patronato della famiglia, (2) ove leggesi la seguente onorifica iscrizione : H. S. E, Aloysius Ousani vercellensis ex comitibus Saliani praep. canonie, in tempio majore, per interregnum viearius monialium, seminarii rector, vicarii generalis adiutor, quem anno MDCCLXXXI1I Vict. Amed. Ili ob merita archiepiscopum arboriensibus in Sardinia dedit, vixit annos Lix, m. vm, d. xix, pius in Deum, justus, prudens, effusissimus in egenos, valetudinis causa reversus in patriam ix cai. nov. MDCCXCV, obiit xi cai. martii MDCCXCVI magnum relinquens desiderium sui. Augustinus Benedictus marchio patruo amantissimo cum lacrymis m. p.
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Relazione della visita interna della Chiesa di Viancino (1644 ) per la beatificazione del Beato Amedeo |
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Nella Parrocchiale di Viancino sotto il Titolo di S.Eusebio in un pilastro al corno dell'Evangelio ho visitata una pittura del Beato Amedeo dal mezzo in su , il restante resta tutto guasto , e corroso dal tempo , giovane senza barba , capelli fin'alle spalle sastagni , alto ciò che appare piede uno , largo once sette , con raggi attorno al capo , qual resta coperto di berretta rossa , vestito di veste gialla ricamata di rosso , fodrata di pelli bianche , e nere , giuppone bianco laccato con cordelle nere , cinto di cintura nera , con la man destra sostiene il scettro , e al collo ha una catena d'oro con croce pendente sopra il petto , sopra detta figura leggonsi le seguenti parole "Beatus Amedeus Dux Sabaudia" , indi seguita il millenario 1494 die 22 Augusti , qual pittura conosco per il Beato Amedeo Duca di Savoia fatta a secco sopra la muraglia antichissima famigliare assai , e di pittor non conosciuto fatta a suo tempo. | |||
Notizie storiche XII - 1438 (notizie storiche carattere generale) la chiesa di S. Eusebio di Crova Viancino viene indicata dal canonico Cusano nella sua Storia di Vercelli come "luogo memorabile per antichità". Prosegue l'Orsenigo in Vercelli Sacra col ricordarne l'erezione a parrocchia per volontà di Ottone III. Ancora nel 1438 viene ricordata nel Registrum Synodalium mensae solvendorum come " Ecclesia S. Eusebii de Viancino". Descrizione la chiesa di Sant'Eusebio sorge a Crova i frazione Viancino: si tratta di un edificio ad aula unica terminante in un'abside semicircolare. L'edificio si presenta in facciata diviso idealmente in due registri e caratterizzato da elementi lineari e semplici: il portale ligneo di medie dimensioni e la finestra quadrangolare racchiusa nella lunetta sono sovrastati dal timpano riportante la scritta D.O.M. e contornata dalla bordatura perimetrale di colore bianco. Sul lato sinistro sorge il campanile a base quadrangolare con struttura muraria di mattoni pieni completamente intonacata e scandito da riquadrature e dalle monofore, culminante con la cella campanaria e la copertura a spioventi. L'interno si presenta ad aula unica con decorazioni nelle volte e nel catino absidale in buono stato, così come la pavimentazione in materiale lapideo con disposizione bicroma.
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I Montanaro di Viancino ultimi feudatari del Borgo | |||
Gianfrancesco Montonaro fu governatore di Susa, comprò l'8 Luglio 1722 per 7500 ducati il feudo di Viancino col titolo di conte. Il di lui padre Ginastefano aveva ereditato dalla madre (degli Alciati) ragioni su Viancino. Di questa famiglia non si hanno più notizie dalla fine del 1700 e si presume che si sia estinta nella famiglia Cusani nobili di Sogliano. La presenza del motto nella bibliografia documentata della famiglia ci conferma l'avita nobiltà raggiunta della casata. Infatti l'origine del motto risale a circa il XIV secolo e deve essere ricercata in quei detti arguti che venivano scritti sui vessilli o bandiere dei cavalieri, esposti alle finestre delle locande in cui questi alloggiavano, in occasione dei tornei, e durante i tornei stessi. Il motto era un pensiero espresso in poche parole facente allusione a un sentimento palese o nascosto, a una qualità, a un ricordo storico, per stimolo al coraggio o onore. |
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Altre notizie storiche sulla Chiesa di Viancino | |||
1581 - XVI (rifacimento primo impianto) A testimonianza dell'antica origine della parrocchia compaiono i documenti di Visita Pastorale datati 1581 nei quali viene prescritto il rifacimento della chiesa in quanto rovinante e vetusta: proprio alla fine del XVI secolo sono attestati i primi interventi di restauro. 1734 - 1738 (costruzione campanile) i documenti di Visita Pastorale indicano il periodo relativo alla costruzione del campanile contiguo alla chiesa compreso tra 1734 e 1738. 1776 - XVIII (notizie storiche intero bene) tratta dalla Relazione di Visita Pastorale del 1776 si riporta quanto segue: "la chiesa è umida e in cattivo stato: la chiesa resta situata in mezzo del luogo separato da ogni altro edificio ed il sito che la circonda serve di cimitero. Essa è in pessimo stato avendo le mura e il tetto interamente in rovina per ogni parte. ella è umida, e tratto tratto si vedono a scorrere per essa animali quali si insinuano fino sotto le tovaglie degli altari". 1840 - 1852 (rifacimento intero bene) risale al periodo tra 1840 e 1852 la rimozione dell'antico cimitero e il risanamento delle fondamenta della chiesa. 1929 - XX (descrizione intero bene ) dal Questionario è tratta la seguente descrizione della chiesa: " non si conosce l'epoca certa dell'edificazione della chiesa. Da documenti esistenti nell'archivio della Curia, dagli studi storici di Vittorio Mandello e da una iscrizione posta sulla tomba della Famiglia Alciati dove si leggeva Vetustum Iaciatorum sepulcrum anno 1490 renovatum si può arguire che essa sale al secolo decimo secondo. Probabilmente è stata edificata dai proprietari di quei tempi. La chiesa è in stile barocco, essa non ha alcun pregio storico o artistico; le condizioni di statica e manutenzione sono buone. Nell'anno 1847 vennero costruiti il coro e la facciata. L'ultima riparazione venne effettuata nel 1929 dal parroco. Detta riparazione consiste nell'aggiustare all'interno ed all'esterno la facciata che presentava screpolature e distacco dal resto della chiesa. 2013 - XXI (rifacimento intero bene) nel mese di Settembre 2013 sono terminati i lavori di restauro conservativo che hanno interessato l'intero edificio oltre alla porzione di pavimentazione esterna. 1957-58 - XX (rifacimento intero bene) dalla Visita Pastorale del 1957-58 si riporta il seguente passaggio: " sono in corso i lavori di restauro e tinteggiatura della facciata ad opera del Comune di Crova. Nel 1955 sono state applicate due acquasantiere alle bussole". Descrizione la chiesa di Sant'Eusebio sorge a Crova i frazione Viancino: si tratta di un edificio ad aula unica terminante in un'abside semicircolare. L'edificio si presenta in facciata diviso idealmente in due registri e caratterizzato da elementi lineari e semplici: il portale ligneo di medie dimensioni e la finestra quadrangolare racchiusa nella lunetta sono sovrastati dal timpano riportante la scritta D.O.M. e contornata dalla bordatura perimetrale di colore bianco. Sul lato sinistro sorge il campanile a base quadrangolare con struttura muraria di mattoni pieni completamente intonacata e scandito da riquadrature e dalle monofore, culminante con la cella campanaria e la copertura a spioventi. L'interno si presenta ad aula unica con decorazioni nelle volte e nel catino absidale in buono stato, così come la pavimentazione in materiale lapideo con disposizione bicroma. Campanile il piccolo campanile a base quadrata disposto sul lato sinistro della chiesa risulta essere completamente intonacato e contrassegnato da riquadrature contenenti monofore. Coperture il manto di copertura è dato da coppi in laterizio disposti su orditura lignea. Elementi decorativi all'interno della chiesa sono visibili i decori a tema fitomorfo delle volte e nel catino absidale in posizione centrale è presente l'effige del Santo titolare. Facciata la facciata presenta paramento intonacato e tinteggiato monocromatico., scandito da semplici lesene e una lunetta ospitante la finestra nel registro superiore. La facciata termina con il frontone con la scritta D.O.M. contornato dalla fascia di colore bianco. Pianta la pianta dell'edificio è ad aula unica con due cappelle laterali, terminante con abside semicircolare. Pavimenti e pavimentazioni la pavimentazione dell'aula è data da piastrelle ottagonali disposte in alternanza nei toni del rosso e del blu. Nelle cappelle laterali e nella sezione absidale la decorazione cambia con una fantasia geometrica bicroma in bianco e nero. Struttura architettonica la chiesa di Sant'Eusebio presenta struttura architettonica verticale in muratura portante realizzata con mattoni pieni. Adeguamento liturgico presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980) si segnala nella zona del presbiterio arredo sacro di semplice e moderna fattura, realizzato in legno e consistente di altare, tre sedute e leggio.
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La Cappellania Recrosio |
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Cappellania Recrozio in Viancino Ente morale ecclesiastico soppresso
il 3 gennaio 1876 , fondata probabilmente dopo il 1732 , data della
morte di Mons. Raimondo Recrosio Nel diritto della Chiesa la cappellania può definirsi un ente ecclesiastico sorto per volontà di un fedele con i beni da lui forniti allo scopo di adempiere a un fine di culto che egli ha indicato (il più frequente è la celebrazione di messe). la legge 15 agosto 1867 soppresse tutte indistintamente le cappellanie, ecclesiastiche e laicali. Non hanno potuto sopravvivere che quelle cappellanie ecclesiastiche che, o conservando l'originario nome avessero mutato natura, divenendo benefici parrocchiali, oppure fossero state sin dall'origine o fossero divenute benefici coadiutoriali di una parrocchia, aventi cioè unita quella cura d'anime che il sistema della nostra legislazione vuole non sia mai pregiudicata. Raimondo Recrosio nacque a Vercelli il 1° ottobre 1657. Consacrato sacerdote ad Annecy, nell’Ordine dei Barnabiti, per trentaquattro anni fu insegnante in alcuni collegi della Savoia. Dotto per dottrina e scienza, alternava la cattedra al pulpito da cui predicava al popolo durante numerose missioni. Grande importanza dava dell’Eucaristia e agli Esercizi Spirituali. Fu uno straordinario direttore di anime e scrisse importanti trattati di ascetica e di mistica. È considerato il teologo dell’”Amor Divino” e uno dei primi “apostoli” della devozione al Sacro Cuore. Tra il 1719 e il 1722 pubblicò l’importante opera intitolata “Ordo Amoris”. Nella piena maturità dei settanta anni di età, dopo un lungo e fruttuoso ministero sacerdotale, nel 1727 fu consacrato vescovo nella sua Vercelli. Venne destinato alla sede vescovile di Nizza (Francia), a quei tempi annessa al Regno di Savoia, che era vacante da ben ventuno anni. Il servo di Dio, con la preghiera e la dolcezza, lo spirito di povertà e lo zelo, fu pastore mirabile. Il popolo lo amò come un padre. Carico di meriti, Monsignor Recrosio morì, a cinque ani dalla sua nomina, il 1° maggio 1732. I suoi resti mortali erano nella chiesa di San Martino di Asti, poi furono traslati nella chiesa di San Francesco a Moncalieri, retta dai confratelli barnabiti.
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Altre notizie dal Borgo 1839
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Regi Decreti riguardanti Viancino
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Aeroporto di emergenza durante Prima Guerra Mondiale | |||
La zona che va da San Germano a Viancino è stata oggetto di un
Campo Militare come riportato dalla sottostante piantina. La
planimetria del campo di atterraggio di emergenza per aerei realizzato
tra il 1915 ed il 1916 a Crova, che insieme ad almeno altri 30 campi
vennero realizzati lungo la rotta aerea Torino Pordenone. Visto la
relativa affidabilità dei mezzi di allora, si rese necessario creare una
rete di campi di emergenza che i piloti potevano utilizzare in caso di
emergenza, e distanti una ventina di km uno dall'altro.per rendere più
sicuro il viaggio. Il simbolo bianco in mezzo al campo rappresenta il
senso di atterraggio (dal cerchio grosso al cerchio piccolo), ed il
cerchio grosso il punto ideale in cui iniziare l'atterraggio.Una
particolare serie di campi di atterramento fu approntata nel 1917 per le
consegne di aerei e ricambi ai depositi in prossimità del fronte. Gli
aerei erano inizialmente consegnati via ferrovia in cassoni di legno. Si
predispose quindi una rotta per il trasferimento regolare in volo dei
mezzi tra Torino e Pordenone. Data la relativa affidabilità dei velivoli
si rese necessario creare una rete di campi di emergenza che i piloti
potevano usare in caso di bisogno tra una tappa e l'altra. Questi
piccoli campi erano distanziati di circa 20 chilometri l'uno dall'altro
ed erano provvisti di segnalazioni, di un ricovero per l'aereo e del
carburante per il rifornimento. Alla ricerca e all'approntamento di
queste superfici contribuì anche la Lega Aeronautica Nazionale, la più
famosa associazione aeronautica italiana dell'epoca. Nel 1917 la rotta
fu attiva con una serie di 31 campi e si sviluppava sul percorso:
Mirafiori/Venaria (TO), Settimo Torinese, Chiasso, Saluggia, Bianzè,
Viancino, Olcengo, Albano Vercellese, San Pietro Mosezzo, Cameri (NO),
Argonate, Pogliano, Baggio (MI), Taliedo (MI), poi attraverso Bergamo
(Ponte S.Pietro) e Brescia (Castenedolo) attraversava la Lombardia. Nel
Veneto essa passava per Verona, Belfiore, Montebello Vicentino, Quinto
Vicentino. Castello di Godego, Istrana, Arcade, Mareno di Piave, Godega
Sant'Urbano, Sacile raggiungendo infine Pordenone. In effetti il
servizio non si dimostrò così efficiente e le consegne proseguirono
soprattutto per via ferroviaria. Poi da novembre fu giocoforza cambiare
il percorso, spostando e arretrando i depositi di destinazione a Poggio
Renatico (FE), Rubiera (RE) e Taliedo (MI) per i bombardieri.
Il campo di emergenza di Viancino era il quarto della Mirafiori-Pordenone. Distava 10,8 km dal precedente Saluggia e 7,7 dal successivo, quello di Olcenengo. La posizione del campo di Viancino sulla mappa è determinata con molta precisione.
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Regio Decreto del 12 Agosto 1888 che istituiva l'asilo infantile a Viancino frazione di S. Germano Vc |
Regio Decreto del 19 Febbraio 1891 che sanciva il distacco della frazione di Viancino e il suo accorpamento al comune di Crova |
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